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mercoledì 29 febbraio 2012

Reptilicus-Il mostro distruggitore



Titolo: Reptilicus-Il mostro distruggitore
Regia: Sidney W. Pink , Poul Bang
Anno: 1961
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Da degli scavi effettuati in Lapponia salta fuori la coda di un animale preistorico. Il ritrovamento viene portato in Danimarca, ma quando uno scienziato per errore scongela la coda, questa inizia a rigenerarsi.

Il primo della serie sci-fi era il risveglio del dinosauro del ’53. In questo caso la triplice produzione sembra prendere in prestito ben più dell’idea del capostipite in questione. La cosa bella di questi film e anche assolutamente trash e proprio la prospettiva dei mostri che varia continuamente altalenando proporzioni, errori colossali ed effetti artigianali alla meno peggio come d’altronde già faceva Honda che sfornava un film dopo l’altro dal ’58. Il caso però di Honda meritava qualche menzione in più dal momento che i giapponesi almeno sotto il profilo del design e del make-up sapevano regalare ben di più.
Il finale poi la dice tutta sul fatto che un mostro che non riesce ad essere abbattuto in nessun modo verrà sconfitto a colpi di bazooka in faccia. L’altro lato davvero trash e lo sbocco verde acido del mostro.

domenica 20 marzo 2011

Fantasmi a Roma

Titolo: Fantasmi a Roma
Regia: Antonio Pietrangeli
Anno: 1961
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Cosa devono fare cinque fantasmi se la loro abitazione rischia di passare in cattive mani…Petrangeli firma questo piccolo gioiello tendenzialmente surreale, con scenari teatrali degni dei maggiori esecutori (De Filippo su tutti). Il film dimostra prima di tutto la garanzia degli sceneggiatori italiani in questo caso Scola e Flaiano.
I personaggi sono tutti caratterizzati da interpretazioni splendide di mostri sacri come il già citato Eduardo De Filippo (Don Annibale, Principe di Roviano), Marcello Mastroianni che si sdoppia in tre personaggi (Reginaldo, Federico di Roviano e Gino), Vittorio Gassman (Er Caparra) e a chiudere la bella Sandra Milo (Donna Flora).
Il film naturalmente a parte essere una commedia piena di ritmo e di improvvisazioni non risparmia una critica contro le speculazioni degli edifici, il bisogno del sindaco di “restaurare” le vecchie case per costruire un supermercato, la poca serietà dei nipoti usurpatori che non hanno rispetto per le tradizioni e il parentato.
Bello e irriverente. Commedia brillante che dimostra come nel ’61 la commedia italiana fosse in un periodo di nostalgico successo sia per gli attori che per la sceneggiatura brillante che lo disegna.