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mercoledì 14 maggio 2014

Machine

Titolo: Machine
Regia: Caradog W.James
Anno: 2013
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 2/5

Ambientato in un futuro prossimo e in un mondo dilaniato in una nuova guerra fredda, il Ministero della Difesa della Gran Bretagna è sul punto di sviluppare un soldato robotico. Questo soldato, chiamato The Machine, sembra un essere umano ma ha la forza, la velocità e la spietatezza che non sono proprie di una persona vivente. Il progetto è prossimo al completamento quando un bug nella programmazione, un effetto collaterale nell'essere troppo vicino alla programmazione umana, spinge il prototipo a distruggere il laboratorio e tutti quelli che si trovano sul suo percorso in un modo spettacolarmente violento. Per nulla scoraggiato da questa battuta d'arresto, lo scienziato Vincent McCarthy continua ossessivamente il suo lavoro in segreto su The Machine, lontano dagli occhi indiscreti di coloro che cercano di distruggerlo

The Machine è uno sci-fi nemmeno tra i peggiori di questi ultimi anni.
Inglese e con un budget limitato, cerca nonostante tutto, di procedere in quei '90 minuti provando a concentrare temi etici, la difficoltà di ricreare un robot perfetto, giocare e mettere alla prova l'intelligenza artificiale (test di Turing) e infine devastare tutto con un concentrato d'azione e di sparatorie che esce dai binari ponendo il film come un classico action con note fantascientifiche e tante ma non troppe citazioni di rimando.
Se da un lato il pubblico apprezza la prova di Caity Lotz, bellissima e davvero inquietante come androide perfetto, dall'altro l'opera prima di James non aggiunge nulla se non mettere qualche base per uno scontro post-apocalittico, e insistere sulle nuove tecnologie di distruzione da parte del Ministro della Difesa e tutti i rischi e gli abomini che possono generare.
Due le scene toccanti. Quando ad Ava viene fatta provare la paura (che lei non conosce) e quando in un bellissimo dialogo Vincent (il suo inventore ma anche tanto altro..)le apre la testa per toglierle una parte di cervello, in quel momento il pathos emotivo trasmesso dalla macchina fa venire quasi i brividi come se per un attimo la paura dell'intromissione nel suo corpo la spaventi più di qualsiasi altra cosa.