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martedì 9 dicembre 2014

Young bodies hel quickly

Titolo: Young bodies hel quickly
Regia: Andrew T.Betzer
Anno: 2014
Paese: Usa
Festival: TFF 32°
Giudizio: 3/5

Due fratelli, uno grande ma piccolo dentro e uno piccolo ma grande dentro. Uno è grosso, fa casino, spacca oggetti e si presenta in scena distruggendo un'automobile a mazzate; l'altro ha lo sguardo vispo e pare essere l'unico dei due a preoccuparsi quando serve. Viaggiano in coppia come se dovessero bilanciarsi a vicenda, incontrando di volta in volta situazioni che lasciano emergere le loro differenze.

Strano, particolare, molto indie e molto low-budget, l'opera prima di Betzer.
Un percorso di formazione realista e senza regole, una road-trip in costante cambiamento e che in alcuni momenti sembra ricordare IDIOTI di Trier e tanto cinema americano non-convenzionale.
Un'opera profondamente anarchica e libera, che si muove in modo atipico e spiazza con alcune riprese che non si capisce se vogliano stupire o provocare (credo entrambe).
Certo alla lunga la narrazione soffre un po, così come i dialoghi che sembrano patire in alcuni casi una certa improvvisazione, e gli stessi due fratelli lasciati troppo a loro stessi senza una regia dietro, caratteristica che Betzer trascura in alcune parti, spiazzando poi però spesso in quella successiva, in cui il ritmo è indirettamente proporzionale alla scena precedente.
Dunque sempre gli opposti, gli assurdi, dalla calma alla tempesta, tutto questo in un quadro in cui la libertà, la rabbia e l'immaturità dei protagonisti, diventano l'arma a doppio taglio del film.
La scena in cui ad esempio il fratello maggiore incontra una ragazza fuori di testa ossessionata dal rapporto con il suo compagno è di fortissimo impatto così come il dramma finale e l'incontro con il vecchio che cerca di creare con i due ragazzi un legame tra il paterno e l'autoritarismo spietato (a parte la "battaglia" finale, c'è tutta la parte in cui il vecchio usa il bambino come articolo pubblicitario per vendere on-line cimeli nazisti).
Il primo lungo del regista è un film sporco e rozzo, ma al contempo anche sincero nel suo prendere con leggerezza alcuni rapporti, senza però dimenticare qual'è l'incidente scatenante del film (sembra quasi di vedere per un attimo la foga senza senso dei maniaci di TRASH HUMPERS).