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sabato 27 settembre 2025

Secret Level-Season 1


Titolo: Secret Level-Season 1
Regia: Dave Wilson
Anno: 2024
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 15
Giudizio: 4/5

La mia fortuna sotto certi aspetti è stata quella di non sapere nulla di questa nuova serie antologica d'animazione che come LOVE DEATH & ROBOTS la cui ultima stagione risale al 2022 si muove su diversi generi e narrazioni in questo caso tutte legate ai videogiochi.

Alcuni episodi sono davvero interessanti e pieni di azione, violenza e un'uso interessante quanto mai eccessivo di cg e parlo ovviamente per Dungeons & Dragons perfetto a parte il finale sul più bello, Sifu che mischia tradizione e cultura millenaria orientale con le arti marziali, New World è un nì nel senso che è troppo spavaldo e solo per certi aspetti mi è piaciuto con la stessa dimensione temporale che seppur originale finisce per essere un deterrente. Unreal Tournament carino nel suo sposare la causa che anche i robot possano essere senzienti e delle sorti di gladiatori del futuro su cui nessuno avrebbe mai scommesso. Warhammer 40.000 decisamente tra i migliori in assoluto per il tasso di violenza e perchè sembra una specie di Mad Max che incontra i demoni. Da qui in avanti secondo me la serie prende degli scossoni importanti, riesce comunque a portare a casa altri episodi importanti dimostrando il suo enorme valore qualitativo e riuscendo nella sua brevitas a portare a casa delle mini storie affascianti e molto diverse l'una dalle altre

Mr Crocket


Titolo: Mr Crocket
Regia: Brandon Espy
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Mr. Crocket, presentatore di un programma per bambini, corre in soccorso dei piccoli bisognosi di aiuto, eliminando i genitori inadatti..
 
Abbiamo un nuovo presentatore seriale uscito dalle vhs in chiave anni '90 che cerca di muoversi tra pupazzoni artigianali ed effetti che per quanto limitati si apprezzano per quello che provano a fare.
I film con i mostri, in questo caso esseri paciocconi e pupazzoni che ricordano subito WILLY'S WONDERLAND e FIVE NIGHTS AT FREDDY'S qui nonostante le cadute di stile di una sceneggiatura peraltro interessante nei suoi intenti e in vari aspetti che propone cade vittima del solito trigo Mr cattivone contro la mamma in questione (anzi la vedova). Mr Crocket partiva con delle belle ambizioni ribaltando il ruolo del villain che vorrebbe salvare i bambini da genitori pessimi alle prese con dipendenze di ogni tipo e per questo provava a modo suo a parlare della complessa questione dell'intrattenimento dei bambini di fronte agli schermi, parlandone nel 2024 ma muovendo l'accusa sugli anni '90. Alcuni siparietti come la stessa canzoncina sono carini ma Espy sbaglia tutto quando cerca di mostrare una battaglia nel mondo degli abusi familiari che non è affatto quella della protagonista e del suo figlio odioso.

Hey Joe


Titolo: Hey Joe
Regia: Claudio Giovannesi
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Dean Barry, un veterano americano che ha avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la seconda guerra mondiale, ritorna in Italia, a Napoli, all'inizio degli anni 70, per conoscere suo figlio. Dean vorrebbe recuperare venticinque anni.
 
Hey Joe è un film con tantissimi errori alcuni palesemente grossolani per cultura e intenzioni. Sembra in alcuni momenti di vedere EQUALIZER 3 quando si parla di un certo sud. Qui però il regista è italiano è il film è un dramma sociale sul ritrovare le proprie origini, il proprio passato, un figlio dopo numerosi anni. Un giovane marinaio americano sotto le sembianze di un James Franco che cerca di rialzarsi dopo anni in cui è stato messo in ombra per quello che ha combinato e per quell'ardire che per un attimo lo faceva sentire uno dei fuoriclasse di Hollywood.
Hey Joe è un film nostalgico, che ogni tanto fa sorridere quando prova questi strani incontri generazionali tra i grandi e i guappi, quando Franco prova a parlare in italiano, a cercare di comprendere una cultura troppo distante dalla sua in quel mondo a parte che è Napoli e soprattutto mettersi a trattare e cercare di fare il diplomatico vendendo la dignità prima dell'anima

domenica 27 luglio 2025

Orto americano


Titolo: Orto americano
Regia: Pupi Avati
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Bologna, nei giorni della Liberazione: un ragazzo vede entrare dal barbiere una nurse dell'esercito americano e se ne innamora all'istante. Lei è diretta a Ferrara, lui pensa di aver incontrato la donna che aspettava da sempre. Iowa, 1946: il ragazzo è diventato uno scrittore che si appresta a scrivere il romanzo della sua vita, ambientato in parte in America. Una notte sente chiedere aiuto da una voce proveniente dall'orto abbandonato dei vicini, dalla cui casa è scomparsa la giovane Barbara, proprio la nurse della quale si era innamorato in Italia. Scavando nel terreno nel punto dal quale proviene la voce Lui trova un vaso pieno di un liquido opaco con un'etichetta che fa riferimento ai genitali femminili. È l'inizio di una ricerca che porterà il giovane uomo ad Argenta, in provincia di Ferrara, sulle tracce della nurse che non ha mai dimenticato, e del folle che uccide le donne per asportarne e conservarne in formaldeide l'apparato genitale.
 
Pupi Avati a 86 anni conferma di essere uno dei più grandi registi italiani viventi. L'orto americano è sontuoso, spettrale, una favola drammatica con numerosi risvolti, un'indagine complessa, una riflessione sulla caccia alle streghe e un rompicapo in tempo di guerra. Avati ha spesso trattato e adattato il gotico padano con risultati sorprendenti già dall'ARCANO INCANTATORE.
I suoi film sembrano sempre sospesi nel tempo, onirici nel raccontare drammi, ossessioni e come in questo caso la follia nel rapporto tra Lui e i fratelli Zagotto (Armando De Ceccon fa qualcosa di memorabile). Una storia d'amore che vedrà Lui entrare in una suggestione che tra un cadavere nascosto in un orto, voci di stranieri verrà travolto in un limbo di follia suggestiva
L’orto americano testimonia la ferma volontà di Avati nel voler maneggiare a tutti i costi quella raffinata materia filmica che andava a comporre i classici dello spavento statunitensi come forse su tutti è rintracciabile M-IL MOSTRO DI DUSSELDORF


Surfer


Titolo: Surfer
Regia: Lorcan Finnegan
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Quando un uomo torna nella sua città natale in Australia, viene umiliato davanti al figlio adolescente da un gruppo di surfisti locali che rivendicano la proprietà della spiaggia dove ha passato la sua infanzia.
 
Surfer è l'ennesima prova di forza di quel talento che non si ferma mai e dice sempre di sì di Nicolas "The Warrior Cage". E qui incontra quel matto di VIVARIUM tale Lorcan nome memorabile Finnegan. Un nome per una garanzia di uno che fa e a cui piace fare cose strane.
Film onirici come lo era il suo piccolo gioiellino in sodalizio alla scifi e come lo è questo claustrofobico thriller psicologico che gioca con la discesa all'inferno nello specifico una spiaggia di un oceano e una setta. Mi ha ricordato per certi versi quel capolavoro anch'esso californiano di WAKE IN FRIGHT dove anche lì il protagonista impazziva nel caldo torrido e dove lì c'erano canguri, birre e Donald Pleasence mentre qui abbiamo Nico the Mad, setta di matti surfisti e un guru da spiaggia.
Nicolas in questo film non ha un nome, lo chiamano, gli lasciano messaggi, alcuni sembrano conoscerlo eppure sembra da un certo punto in avanti che lui sia solo un sogno o che l'immaginazione gli giochi tremendi scherzetti che lo portano a diventare un barbone mangiando scarti, escrementi, bevendo acqua non potabile, prendendo topi morti per metterseli in tasca e robe di questo tipo. Un film che sembra un trip lisergico e che non capisci in quale girone voglia collocare il suo anti eroe facendolo impazzire per poi prendersi la sua vendetta

Out come the wolves


Titolo: Out come the wolves
Regia: Adam MacDonald
Anno: 2024
Paese: Canada
Giudizio: 4/5

In una capanna immersa nella natura selvaggia, un fine settimana di caccia si trasforma in caos e lotta per la sopravvivenza quando un branco di lupi attacca un uomo, la sua migliore amica e il suo fidanzato.
 
Out come the wolves è un film molto interessante e promettente. Tre attori, una sola location e i lupi. Un menage a trois che riesce a scandire bene i rapporti di amicizia, invidia, tradimenti, il tutto in un primo atto dove comprendiamo il background della storia. Nel secondo e terzo atto e tutto moto, branchi di lupi, vagare e perdersi nei boschi, natura inesplorata e la caccia che muove tutto il concetto del film nel senso che "chi caccia chi.."
Un survival movie tosto e violento con attacchi di lupi veri, pochissima cg, scontri violenti e Sophie in veste di final girl alle prese con Kyle che sembra molto più violento e pazzo rispetto al branco.
L'attacco dei lupi a Nolan ancora una volta dimostra il talento di MacDonald a girare sequenze sorprendenti come per il precedente BACKCOUNTRY con gli orsi

Little Bites


Titolo: Little Bites
Regia: Spider One
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Mindy è una giovane vedova e, che cerca a tutti i costi di proteggere la figlia Alice da un mostro carnivoro di nome Agyar. Mindy ha segretamente sacrificato la propria vita permettendo alla creatura di banchettare sul suo corpo mentre tiene Alice nascosta a casa della nonna.
 
Little Bites è un piccolo horror indipendente in grado di creare grandi suggestioni e un ritmo incalzante. Un film minimale, pochi personaggi, un incedere tra Mindy e Agyar nelle rispettive psicologie distruggendosi a vicenda. Un rapporto di dipendenza disfunzionale tra un mostro e la nostra protagonista. Lei ha un debito, lui sa come ricattarla a dovere. Agyar chiede nuovo sangue perchè il corpo di Mindy è ormai allo stremo delle forze e delle risorse. Così cominciano gli ospiti indesiderati dove è la qualità del sangue a decidere se il vampiro può ritenersi soddisfatto.
Una vicenda tetra e intimista, un film sui vampiri atipico dove anche il mostro non sembra palesarsi quasi mai dal suo bieco nascondino dove viene tenuto relegato

mercoledì 23 luglio 2025

Twilight of the warriors walled in


Titolo: Twilight of the warriors walled in
Regia: Pou-Soi Cheang
Anno: 2024
Paese: Cina
Giudizio: 3/5

Hong Kong, Anni 80. All'interno del quartiere di Kowloon c'è una struttura molto particolare: la Città Murata, una sorta di baraccopoli del disagio, dove transitano i rifugiati e la criminalità regna incontrastata. Almeno finché Cyclone uccide il re degli assassini Jim e spezza la catena di morte, garantendo una relativa tranquillità agli abitanti del quartiere. Un giorno nella Città Murata arriva, in cerca di lavoro e denaro, Chan Lok-kwun, un clandestino imbrogliato in un giro di scommesse dal boss Mr. Big. Cyclone gli concede lavoro e ospitalità, ma la scoperta delle origini di Chan riapre antiche ferite, mai rimarginate, nella guerra tra gang delle Triadi.
 
Pou-Soi Cheang è uno degli attuali registi più talentuosi di Hong Kong. Basterebbe nella sua importante filmografia citare anche solo LIMBO per rendersi conto del suo talento e di come sappia gestire qualsivoglia genere anche se mantiene la sua verve impeccabile con il noir e il poliziesco.
Twilight è un altro film sul sociale travestito da film d'azione e di combattimenti. Un film sulle disuguaglianze sociali, sull'appartenenza, sui rifugiati, sulla famiglia, la comunità sottoproletaria, l'illegalità diffusa cercando di preservare valori umani di solidarietà e misericordia.
Ci sono tantissimi personaggi, un'esplorazione della città murata fatta di miseria, disperazione, soprusi ma anche di tanta umanità e voglia di riscattarsi.
Ed è ciò che dovrà fare Chan nella sua ricerca di verità e serenità finendo in un micro cosmo che sembra abbracciarlo per poi abbandonarlo in un continuum frenetico e coinvolgente.

Prosecutor


Titolo: Prosecutor
Regia: Donnie Yen
Anno: 2024
Paese: Cina
Giudizio: 2/5

Un uomo viene accusato ingiustamente di traffico di droga dopo essere stato ingannato. Un ex-procuratore indaga sul caso e scopre il piano di un team di avvocati corrotti ristabilendo la giustizia.
 
Abbiamo visto Donnie Yen in tanti ruoli ma mai avvocato. Il perchè nasce da un'ingiustizia in cui in una scena lo vediamo studiare dei testi di giurisprudenza americani e il giorno dopo è un avvocato fatto e finito e pure bravo e ovviamente incorruttibile. Donnie avvocato e pure regista per questo film che vorrebbe essere di denuncia nascendo come action ma poi diventando soporifero per un caso giuridico tra i meno appassionanti mai visti e dove Yen a fare l'avvocato non riesce mai a convincere come se dovesse da un momento all'altro lanciarsi sui colpevoli con un calcio volante.
E poi dura tantissimo, i legali che rappresentano l'accusa sono macchiette dove lui manco a farlo apposta è un drogato e ha affari con la mafia cinese mentre lei riesce a diventare avvocatessa entrando nelle grazie di un boss. Come se questo non bastasse poi ci sono alcuni personaggi di contorno davvero imbarazzanti.
"Qui siamo tutti forti e leali a noi stessi. Ma non possiamo eliminare il crimine. A volte anche noi siamo impotenti" bisogna commentarla...

Nella tana dei lupi 2-Pantera


Titolo: Nella tana dei lupi 2-Pantera
Regia: Christian Gudegast
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Sono passati due anni dal colpo alla Federal Reserve quando il gruppo di Merrimen è stato decimato e l'unità Major Crimes dello sceriffo della contea ha subito gravi perdite. "Big Nick" O'Brien è oramai separato, al verde, senza una squadra, ma sente che il furto appena avvenuto all'aeroporto internazionale di Anversa porta la firma di Donnie, il vero ideatore della rapina di Los Angeles nonché l'unico ad essere riuscito a scappare. Arrivato in Europa, Nick presto capisce che ogni cosa converge verso il World Diamond Center di Nizza, dove Donnie ha trovato dei nuovi alleati nella banda internazionale della Pantera e un nuovo impossibile colpo da eseguire.

NELLA TANA DEI LUPI già non era un bel film per cui mi chiedo per quale motivo il sequel dovesse essere migliore. Infatti non lo è riuscendo come spesso accade a fare di peggio.
Grazie anche ad una scelta di cast internazionale che non funziona è il solito impietoso quadro della polizia corrotta che si mischia con i criminali per fare un grosso colpo e infine tradirli. Donnie era stato già tradito da Big Nick nel primo capitolo e in questo sequel Pantera ci ricasca di nuovo.
Se questo possiamo definirlo un criminale sveglio e audace allora è tutto detto.
La scena della rapina e gli inseguimenti siglano quell'aria da heist movie che il film non riesce sempre a perseguire, la scena della festa dove Big Nick balla sballato fumando una canna e provandoci con Jovanna fa quasi commuovere dal ridere e per il resto ormai gli ammericani sanno che quando si parla di mafia italiana i nomi più altisonanti ma non per questo sinonimo di saper recitare sono Salvatore Esposito e Fortunato Cerlino

venerdì 4 luglio 2025

Anora


Titolo: Anora
Regia: Sean Baker
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Anora detta Ani è una ballerina erotica americana di origine russa esperta in lap dance che porta i clienti nei privé offrendo loro servizi extra a pagamento Un giorno nel locale dove lavora arriva Ivan, un ragazzo russo che pare entusiasta di lei e dei suoi molti talenti. Il giorno dopo Ivan invita a casa sua, e Ani scopre che il ragazzo vive in una megavilla ed è figlio unico di un oligarca multimiliardario. Le cose fra i due ragazzi vanno così bene che Ivan porta Ani a Las Vegas e là le chiede di sposarlo. Ma i genitori di lui non sono affatto d'accordo, e mandano una piccola "squadra di intervento" a recuperare il figlio dissennato. Quella che seguirà è una rocambolesca avventura ricca di sorprese , che tuttavia non dimentica di avere un cuore e un occhio alla realtà anche all'interno dell'esagerazione comica.

Anora è un piccolo gioiellino di un regista che andrò a recuperare. Un regista, sceneggiatore, produttore, fotografo, montatore e che spesso si occupa lui stesso di fare il casting.
Un autore a tutto tondo che qui riesce a regalare una commedia vivace, fresca, originale, brillante piena di humor, di dramma e di pathos con dei personaggi scritti e caratterizzati benissimo e una notevole grazia nel portare avanti una trama niente affatto scontata con dei bei colpi di scena.
Tutta la fiaba iniziale con la nascita di questa storia d'amore capitalizzata si domanda ben presto cosa accade quando il proprio lavoro si confonde con la propria vita privata, quando la condizione sociale definisce chi si è come in questo caso Vanya che appena viene scoperto torna ad essere l'ingenuo adolescente che non sembra volersi prendere le proprie responsabilità. Quando Toros comincia a smontare tutte le sue certezze si raggiunge il massimo della critica e allo stesso tempo del divertimento contando cosa sta succedendo nella casa di Vanya e della testardaggine di Ani.

Roundup-Punishment


Titolo: Roundup-Punishment
Regia: Heo Myeong Haeng
Anno: 2024
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 3/5

Nelle Filippine un giovane programmatore informatico coreano viene ritrovato morto, in condizioni tali da far pensare a un lungo periodo di cattività e lavori forzati. Si aprono le indagini della polizia, che rivelano un racket dei casinò online che si snoda tra Corea e Filippine, gestito dalla gang di uno spietato e psicotico criminale, Baek Chang-gi, e collegato agli affari di un giovane magnate IT, Chang Dong-cheol. Il poliziotto Ma Seok-do, massiccio nel fisico e tenero di cuore, promette alla madre del ragazzo scomparso di affidare i colpevoli alla giustizia e si fa largo, a pugni e calci, nella rete criminale che conduce sino a Baek.
 
Dopo NO WAY OUT era impossibile aspettarsi di meglio. Quel film aveva raggiunto i fasti di questa bella quadrilogia d'azione con eccellenti combattimenti, ironia, azione a profusione e molto altro ancora. L'ultimo capitolo è sicuramente un prodotto confezionato molto bene ma mancano alcune di quelle sotto trame e gallerie di personaggi visti precedentemente che davano risonanza ai toni del film. Lo stesso cattivo seppur interessante non riesce a misurarsi con la cattiveria del capo del dipartimento di polizia anch'esso antagonista del capitolo precedente.
Niente di particolarmente nuovo sotto il sole, tanto che i conoscitori del franchise ritroveranno molte situazioni già visitate negli episodi precedenti, ma The Roundup: Punishment ha il merito di soddisfare le aspettative del pubblico, che si siede in sala a vedere un film di Don Lee essenzialmente per godere di una catartica scarica di pugni e di buoni sentimenti, proprio come succedeva in Italia decenni fa con Bud Spencer

Pendant ce temps sur terre


Titolo: Pendant ce temps sur terre
Regia: Jeremy Clapin
Anno: 2024
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Elsa e Franck, fratelli, erano molto legati. Da quando Franck è scomparso durante una missione spaziale tre anni fa, Elsa ha lottato per andare avanti con la sua vita. Finché un giorno viene contattata da una forma di vita non identificata. Ma c'è un prezzo da pagare...

Clapin aveva girato DOV'E' IL MIO CORPO un film d'animazione minimale e delizioso che aveva il merito di far ragionare ed elaborare ipotesi allo spettatore. Anche qui seppur in maniera completamente diversa, si ragiona su quale vita possa viversi in un aldilà scientifico mettendo da parte religione e spiritualità ma perseverando una spasmodica ricerca su qualcosa di indefinito e indefinibile. L'entità aliena che entra a contatto con Elsa è qualcosa di così strano e bizzarro, una forma che scruta i desideri, le paure e le emozioni di colei di cui si impossessa ma al contempo essendo una presenza tutto al contrario che chiara non riesce mai a definire i crismi dei suoi intenti.
Concepita quasi come un diario di bordo, la trama si muove a ritmo serrato in un mix di B-movie d’azione sfaccettato e autentico dramma esistenzialista sulle difficoltà del lutto ("puoi uscire dalla mia testa?"). Siamo in un sogno? In un incubo? In uno stato schizoide di depressione alimentato da ricordi immaginari? Alla fine non importa, la messa in scena del film si appropria della stranezza piuttosto giocosa del soggetto racchiudendo molti temi sotto il suo aspetto di intrattenimento ansiogeno.

Deuxieme Acte


Titolo: Deuxieme Acte
Regia: Quentin Dupieux
Anno: 2024
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Florence è determinata a presentare l’uomo dei suoi sogni, David, a suo padre Guillaume. Tuttavia David non condivide i sentimenti di Florence ed escogita un piano per dissuaderla dal suo affetto spingendola verso Willy, un amico comune. I destini di questi quattro individui si incrociano in un ristorante isolato in mezzo al nulla.

Quentin Dupieux aka Mr Oizo da dj è passato a regista all'inizio quasi per scherzo con il primo film che vidi al TFF ovvero WRONG COPS poi ci ha preso gusto e soprattutto a capito come destreggiare al meglio nel non sense con spensieratezza e stravaganza.
Un regista eccentrico capace di mettere in scena una vicenda di stampo orrorifico e metafora ambientale come DAIM o la ruota che uccide di RUBBER, liftin facciale come nuova moda del momento tra giovani studenti accademici STEAK, super eroi che a colpi di tabacco combattono kaiju capitanati da un topo che secerne liquido vedastro e che va a letto con tutte le super eroine di FUMER FAIT TOUSSER.
In più abbiamo interrogatori assurdi tutti in un'unica location come AU POSTE ma anche il delirante YANNICK, mosche enormi in MANDIBULES, galleria di assurdità in REALITE' e le nevrosi incessanti di WRONG.
In questo gioco di stratificazione Dupieux inserisce lunghi dialoghi in cui si discute di tutte le ipocrisie di un mondo, quello del cinema, fattosi sempre più residuale ma allo stesso tempo dominato da un falso perbenismo in fin dei conti reazionario, mai eversivo, che ha ucciso progressivamente qualsiasi impronta di verità, di onirismo, il regista del film nel film sia un’intelligenza artificiale, con cui non si può discutere, che pretende anche di gestire orari notturni degli attori, decurtando i loro stipendi per qualsiasi impresa personale non prevista dal copione, o dal contratto. Va benissimo perché quello che Dupieux vuole sottolineare non è tanto l’invasione delle cosiddette AI, ma quanto queste a conti fatti già siano state accettate come elemento giusto da produzioni che hanno tagliato da tempo i rami fertili dell’invenzione, del surrealismo, del grottesco, preferendo una patina sempre identica, che livella qualsivoglia differenza possibile, uniformando un prodotto che da arte si è fatto intrinsecamente mercato, senza possibilità di trovare più condotti d’aria salvifici.

mercoledì 25 giugno 2025

Napoli New York


Titolo: Napoli New York
Regia: Gabriele Salvadores
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Napoli, 1949. Un rombo assordante, e la casa dove la piccola Celestina abitava non c'è più. Con la casa se ne è andata anche la zia della bambina, che è orfana e ha visto partire la sorella maggiore Agnese per la lontana America insieme allo yankee che ha promesso di sposarla. L'unico amico rimasto alla bambina è Carmine, un ragazzino un po' più grande di lei che vive di espedienti per le strade di Napoli. Carmine incontra George, un gigantesco cuoco afroamericano che lavora su una nave della Marina degli Stati Uniti. Carmine e Celestina finiranno su quella nave diretta a New York, dove la bambina spera di ritrovare la sorella, ma una volta arrivati all'indirizzo indicato da Agnese non la troveranno e intraprenderanno una serie di avventure che coinvolgeranno anche il commissario di bordo della nave Domenico Garofalo, una sorta di Mangiafuoco burbero ma dal cuore tenero.
 
Seppur dalla lacrima facile l'ultimo film di Salvadores si avvale di maestranze importanti, un budget più che modesto, un cast internazionale e delle sontuose location. Il tutto per mettere in scena quella narrazione dei meridionali che arrivano in America con un sogno e con le valigie di cartone.
Il tutto come una favola alla Fievel sbarca in America anzichè un topolino abbiamo due bambini che non smettono di giocare di complicità per superare i diversi ostacoli che si frapporranno tra loro.
Tratto da una sceneggiatura di Federico Fellini e Tullio Pinelli, ritrovata nel 2006, è il primo film napoletano di Gabriele Salvatores, che dice di essersi ispirato alla memoria della sua famiglia. Sarà parlato in napoletano stretto e, almeno stando alle dichiarazioni del regista, sarà senza sottotitoli. Nel cast anche Francesco Favino, di nuovo in un ruolo nautico negli anni Quaranta come in COMANDANTE.

domenica 20 aprile 2025

Girl with the needle


Titolo: Girl with the needle
Regia: Magnus von Horn
Anno: 2024
Paese: Danimarca
Giudizio: 5/5

Karoline è una giovane donna che, nella Copenaghen al termine della Prima Guerra Mondiale, nel giro di poco tempo si ritrova sfrattata dall'appartamento in cui viveva, sedotta e abbandonata dal suo datore di lavoro nonché successivamente licenziata. C'è però una donna che si dichiara disposta ad aiutarla.

Nel cinema bisogna sempre fare affidamento su un concetto fondamentale: azzerare ogni forma di pregiudizio. Il film di von Horn ha diviso tra odiatori e stimatori. E questo è un bene. Per assurdo mi sono avvicinato a quest'opera senza sapere davvero nulla e mi ha conquistato fin da subito.
Ho trovato diverse analogie con POVERE CREATURE contestualizzato però in una realisticità differente e meno enfatizzata. E' cupo, veritiero, parla di guerra, di diritti delle donne, di freak, di sessualità, di predominazione, di rapporti tossici, di maternità. Il film parte in un modo e poi come dovrebbero fare alcune storie di sofferenza varca i cancelli scavalcandoli ed entrando a capolino in altri generi e sotto generi, cambiando come la sua protagonista, assumendo forse e consapevolezze diverse. Un viaggio alla scoperta, iniziatico, diabolico per certi aspetti che prende sempre pieghe inaspettate con numerosi colpi di scena e alcune sequenze raggelanti come quella in cui vediamo Dagmar fare quell'azione terrificante che in un attimo cancella quanto di più sadico sia stato girato negli ultimi anni. Un film potente e gigantesco, commovente nel viaggio dell'eroe di Karoline che sembra costellato soltanto di disgrazie e perfidie come la perfetta protagonista di una favola dei Grimm.
Immerso poi in un b/n espressionista, con una galleria di attori che rasenta la perfezione diventa un dramma sociale che rievoca un terrificante fatto di cronaca nera e al contempo racconta numerose altre storie come quella sottovalutata di Peter, il marito vittima di guerra con una ferita orribile e costretto ad esibirsi nei circhi come freak

Smile 2


Titolo: Smile 2
Regia: Parker Finn
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dopo i fatti avvenuti nel primo capitolo di Smile, Kyle ha subito il contagio del demone ed è obbligato a esporre qualcun altro a un trauma violento - omicidio o suicidio - affinché lo spirito si trasferisca in un nuovo vascello. La catena si propaga fino ad arrivare a Skye Riley, popstar di fama mondiale, che assiste al suicidio dell'amico e spacciatore Lewis Fregoli: Skye, ignara del contagio, inizia ad avere allucinazioni traumatiche, che crede di ricollegare al suo passato turbolento di depressione e tossicodipendenza. Mentre la sua situazione personale la porta a imbarazzanti incidenti in eventi pubblici, un infermiere, Morris, la contatta per spiegarle a cosa sta andando incontro e proporle una via di fuga.
 
Smile mi aveva colpito molto. Dare un bel voto ad un horror americano commerciale non è facile. Ed è ancora più difficile ridare lo stesso voto al sequel dello stesso film che sfrutta la medesima idea ma avvalorandola di preziosi elementi e contributi narrativi. E' strano trovare i motivi per cui questa saga sta ottendendo un così meritato successo. Perchè si parla di maledizioni, della catena di Sant Antonio per dirla alla carlona, di demoni, di disagi e di morti iper violente. Come se Final Destination avesse trovato degli elementi per risultare più originale e meno scontato come quasi tutti i suoi sequel hanno fatto finora. Qui per ora siamo a due e secondo me sarebbe già ora di concludere per evitare di esporsi troppo e di creare un obrobrio che non aiuterebbe la fama di questo piccolo miracolo. E' una storia questa che seppur non suggestiva funziona perfettamente.
Il cast pure, il ritmo è indiavolato, le morti ancora più violente e impattanti, il finale seppur furbetto sembra prendersi il palco e divorare e fagocitare protagonista e spettatore.
Operazione per certi versi affine a quella di diversi film usciti negli ultimi anni anche qui l'horror serve da sismografo delle fragilità. E lo fa usando il palcoscenico, il retro-mondo dello spettacolo, come spazio di rivelazione di malesseri che divorano, rovescio di sorrisi finti e lustrini, altrettanto feroci e mostruosi.

Steppenwolf


Titolo: Steppenwolf
Regia: Adilkhan Yerzhanov
Anno: 2024
Paese: Kazakhistan
Giudizio: 4/5

Tamara cerca il figlio scomparso in una città violenta. Assume un ex detective, moralmente discutibile, per trovarlo. I suoi metodi dell'uomo sono crudeli ma lei è determinata a ritrovare suo figlio a qualunque costo.
 
Allora il primo plauso và fatto perchè produzioni di genere che arrivano dal Kazakhistan non credo se ne vedano molte. Soprattutto quando non riportano ad un cinema lento che riprende lande e campi desolati. Qui parte con il pandemonio, con piani sequenza accesissimi. Con una guerra di stato apocalittica sull'orlo di una crisi totale che forse c'è già stata e continua tuttora ad essere in atto. Si abbatte prima di tutto il confine tra buoni e cattivi e ci sono solo anti eroi. Dall 'incontro tra protagonista e Tamara nasce infine la parodia, qualcuno forse sperava nell'amore ma qui non c'è. Parodia perchè aldilà di uno stile importante e alcune scelte registiche interessanti e divertenti, il film diventa per certi aspetti anche comico e questo mi è piaciuto ma tutto il resto è scritto nella maniera più distratta possibile. Mi ha ricordato per certi aspetti SISU dove anche lì si rideva ma la parodia era più accattivante. Qui i momenti di massima comicità sono quelli in cui Tamara entra nel vivo della battaglia tra esplosioni e sparatorie per chiedere umilmente come se non si rendesse conto di dove si trova che fine ha fatto suo figlio. E questo anche nel dipanarsi della storia è forse l'elemento con cui il protagonista e il film gioca alla stragrande anche se allungare troppo questo elementoa lungo andare crea l'effetto inverso. Il risultato è una visione confusionaria e troppo annacquata dove i punti di riferimento vengono spesso meno e lasciano lo spettatore interdetto e dove soprattutto gli intenti di alcuni personaggi non sono mai chiari. Anche le questioni sulla moralità e la giustizia che vengono sollevate dal regista sembrano spesso lasciate a metà e l’ambiguità che tanto si vorrebbe infondere all’interno di un genere come quello apocalittico si va a generare più per delle lacune di scrittura che per delle reali intenzioni di approfondire il discorso del sottile confine tra bene e male nella giustizia di frontiera.


Thicket


Titolo: Thicket
Regia: Elliot Lester
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Ambientato nel Texas orientale agli inizi del ventesimo secolo, questo cupo thriller segue la storia di Jack, un giovane che cerca di salvare la sorella rapita da un violento assassino e dalla sua banda. Jack chiede l'aiuto di un astuto cacciatore di taglie di nome Shorty e di un alcolizzato scavatore di tombe figlio di un ex schiavo e di un'intelligente prostituta. I tre rintracciano la ragazza nella mortale terra di nessuno conosciuta come The Big Thicket - un luogo dove regna il sangue e il caos.

Capita di rado che Lansdale venga trasposto al cinema. Ed è un pecato perchè ha scritto così tante cose originali e diverse da poter far contento tutto il cinema di genere e oltre. La foresta da cui è adattato questo film è un revenge movie, un western sanguinolento con tanti elementi al suo interno che devo dire vengono giostrati abbastanza bene grazie in primis all'azzeccata scelta di casting dove tra tutti i volti noti vorrei spezzare una lancia a favore della villain di tutto una Juliette Lewis devastata dalla violenza, dai soprusi, una cattiva che lo è diventata dopo che semplicemente le hanno tolto tutto. C'è tanto dolore, devastazione, un viaggio dell'eroe, una carovana di anti eroi che si muovono per farsi vendetta ognuno con un obbiettivo e un senso della giustizia differente.
Il ragazzo semplice che vuole ritrovare la sorella, il nano strozzino, il gigante buono di colore, la prostituta e così via trovando criminali agguerriti, saloon ormai ripieni di semi cadaveri costipati dall'alcool e il gioco d'azzardo, una natura selvaggia che non perdona e una resa dei conti finale che per chi non avesse letto il romanzo è tutt'altro che scontata

Parthenope


Titolo: Parthenope
Regia: Paolo Sorrentino
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Parthenope è una incantevole giovane donna nata dalle acque che seduce ogni uomo che incontra, persino il fratello Raimondo, suo primo e indimenticabile amore. Parthenope è anche la sirena al centro del mito fondante della città di Napoli che, come scriveva Matilde Serao nelle Leggende napoletane, "vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni, e corre ancora sui poggi, erra sulla spiaggia, si affaccia al vulcano, si smarrisce nelle vallate". E la protagonista di Parthenope di Paolo Sorrentino fa esattamente questo, perdendosi continuamente e attirando a sé scrittori omosessuali, docenti universitari, prelati addetti ai miracoli e boss della camorra. Ma il più devoto resta Sandrino (col diminutivo che Sorrentino affida ai suoi alter ego), amico fin dalla perfetta estate in cui lui e la sua sirena, e Raimondo con loro, "sono stati bellissimi e infelici".
 
I film di Sorrentino mi sembrano sempre più delle riflessioni filosofiche. Dei film eleganti, sobri, scevri, di fatto un esibizione di garbo e gusto dove viene concesso tanto anche troppo.
E' un'opera seducente dove Celeste Dalla Porta assurge e si identifica perfettamente con il ruolo della sirena, infallibile e affascinante quando ondivaga e curiosa. Peregrina attraverso le mille facce di Napoli, destando scrittori ubriachi, professori universitari che defenestrano gli studenti in cerca di qualcosa che non sembra appartenere loro. Con quella seduzione naturale che porta scompiglio e confusione, malattia e risanamento, Parthenope diventa al contempo una metafora di se stessa, Eros e Thanatos.