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lunedì 24 marzo 2025

Emilia Perez


Titolo: Emilia Perez
Regia: Jacques Audiard
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Manitas del Monte, feroce barone di un potente cartello messicano, ha deciso di cambiare radicalmente vita. Cresciuto in un contesto machista, patriarcale e criminale, ha soffocato per anni il suo essere profondo. Ma non è mai troppo tardi per diventare donna. Per realizzare il suo più grande desiderio, fa rapire Rita Moro Castro, giovane avvocato brillante al servizio di un grosso studio legale, più interessato a fare assolvere criminali che a servire la giustizia. Manitas recruta Rita per gestire transizione e futuro: simulare la sua morte con moglie e figli e ricominciare altrove. Poi Manitas diventa Emilia ma il passato fatica a passare come i rimorsi. Rientrata in Messico, cinque anni dopo, decide di riprendersi la sua famiglia e di restituire al suo Paese i corpi dei suoi martiri. Ma una questione di cuore tuonerà tempesta.
 
Emilia Perez è stata davvero una sorpresa. Un film del camaleontico Audiard regista pazzesco che ha sempre saputo spaziare e diversificarsi nella settima arte grazie a film stupendi e indimenticabili.
FRATELLI SISTERS, SAPONE DI RUGGINE E OSSA, DHEEPAN, PROFETA. Anche in questo caso sceglie un soggetto particolare e lo costruisce con mezzi e risorse attente e mai banali riuscendo a coniugare diversi generi e registri narrativi arrivando addirittura a inscenare musical e siparietti suggestivi e funzionali. La storia drammatica e inquietante raggiunge picchi e livelli molto alti in grado di far ragionare, esprimere pareri e scelte etiche mai scontate, parlando di tematiche gender in maniera originale e riuscendo in tutto questo ad avere una galleria di personaggi e ruoli davvero ben caratterizzati. Zoe Saldana dimostra il suo strepitoso talento potendo avvalersi di un ruolo che riesce a darle un'importanza significativa così come la sorpresa Karla Sofia Gascon e tutti i comprimari che aderiscono appieno ad una storia nuova e contemporanea che riesce a racchiudere melodramma, pathos, violenza, amore e tanto altro ancora, il tutto gestito da un regista su cui non c'è più nulla da dire.

Familia


Titolo: Familia
Regia: Francesco Costabile
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Licia è una donna che si divide tra lavoro e figli. Suo marito Franco Celeste è appena uscito di prigione, ha provato ad allontanarlo per via dei suoi atteggiamenti violenti senza successo. Nella sua vita ripiomba più volte, malgrado i tentativi di denunce e allontanamenti vari, e questo funesta la sua serenità e quella dei suoi due figli. In particolare Luigi, che sta prendendo una brutta piega: rincasa tardi la sera, frequenta neofascisti, è sempre di cattivo umore. Intanto la violenza in casa non accenna a diminuire.
 
Familia non solidarizza con lo spettatore. Gli sbatte una drammatica realtà sociale in faccia senza drammatizzarla troppo. Perchè in fondo di storie così ne sentiamo ogni giorno e ormai sembrano non fare quasi più effetto. Costabile sceglie specificatamente un contesto metropolitano definendo una famiglia proletaria con tutte le difficoltà ad andare avanti e sopravvivere. Sottolinea come ancora il patriarcato e la violenza sulle donne siano una realtà sociale e sceglie chi di fronte ai soprusi decida di farsi giustizia ovvero in questo caso i figli, il figlio. Francesco Gheghi dimostra di essere un giovane molto brillante che spero continui su questa strada scegliendo film e temi sempre molto interessanti e promuovendo film indie di genere come quella piccola chicca di PIOVE.

Broken Rage


Titolo: Broken Rage
Regia: Takeshi Kitano
Anno: 2024
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Un sicario infallibile si siede al tavolino di un bar per ricevere un nuovo incarico. Un assassinio dopo l'altro, eliminando gangster e yakuza e lavorando sempre come lupo solitario. Finché un giorno ad aspettarlo nel suo bar preferito c'è la polizia di Tokyo, decisa ad incastrarlo per arrivare tramite lui ad arrestare un potente boss locale. Il sicario dovrà quindi infiltrare l'organizzazione mafiosa sotto copertura, ovviamente a rischio della vita.
 
Kitano vanta una filmografia davvero impressionante. Ha quasi sempre parlato di yakuza analizzandola, colpendola, mostrando ogni aspetto sotto aspetti e approcci diversi. In questo caso un divertissement se così possiamo chiamarlo. Perchè Beat Takeshi crea un mediometraggio che è una metafora sul non sense della mafia giapponese senza mai banalizzare ma creando una suggestione comica e parossistica di come possono manifestarsi alcune situazioni. C'è ironia, violenza, chat dei social che compaiono sullo schermo come a definire quello che stiamo vedendo. Ci sono poliziotti fuori dal comune, delle macchiette quasi grottesche e poi lui, il nostro attore, regista e sceneggiatore con la sua maschera comica e piena di contraddizioni

Piccole cose come questa


Titolo: Piccole cose come questa
Regia: Tim Mielants
Anno: 2024
Paese: Irlanda
Giudizio: 3/5

Nel sud dell'Irlanda, a metà degli anni ottanta, Bill Furlong è un venditore di carbone a cui serve una lunga sessione di pulizia con il sapone per togliersi di dosso il nero del mestiere quando torna a casa la sera. Lo fa con piacere prima di poter abbracciare le cinque figlie e la moglie, così come con piacere aiuta chiunque altro in paese, specialmente ora che è quasi Natale. Ma nel convento dove consegna il carbone Bill vede come le suore trattano le ragazze che hanno "in cura", e un giorno cerca di soccorrerne una, Sarah, che gli ricorda molto la madre scomparsa quando era bambino
 
C'è questo sotto filone di film drammatici legati agli scalpori che avvengono nell'ambiente ecclesiastico. Che siano chiese, monasteri, conventi, etc, l'obbiettivo è quello di scandagliare quel marcio che si annida alle volte al suo interno. Scandali, episodi di maltrattamento, pedofilia, insomma tante di queste realtà prendono solo spunto da fatti di cronaca senza inventarsi nulla.
Lo fece molto bene MAGDALENE nel 2002 diventando una specie di pietra miliare che ha saputo dare coraggio ad altri registi di confontarsi con queste scomode verità.
Il film di Mielants è leggermente diverso, scava nel passato tormentato di un uomo e gli fa tornare a galla dei ricordi sopiti e il dover mettersi in gioco per cercare di salvare e rimarginare così una ferita del passato. Cillian Murphy ha quello sguardo e quelle pose drammatiche che lo rendono il testimonial perfetto per dare enfasi e veridicità al suo personaggio. La chiave di volta sta proprio nel climax del film e dall'imprescindibile domanda drammatica che il film si pone ovvero dove una persona come tante si chiede se sia davvero possibile far finta di non vedere cosa accade nel convento in fondo alla strada del paese, in cui le ragazze sono tenute nascoste e trattate come prigioniere.

Nightbitch


Titolo: Nightbitch
Regia: Marielle Heller
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un'artista sulla quarantina decide di abbandonare il lavoro e fare la mamma a tempo pieno. Ma dopo due anni di accudimento non-stop del figlio non ne può più: delle notti insonni, delle giornate al parco, dei libri di favole, delle mamme felici che la circondano mentre lei si sente infelicissima, e del marito che, viaggiando molto per lavoro, si presenta solo il weekend, e si aspetta di essere accudito. Lei va in giro con abiti informi e Birkenstock in una spirale di abbrutimento domestico, portandosi ancora dietro l'aumento di peso dovuto alla gravidanza, rimpiange il suo lavoro alla galleria d'arte e i suoi pennelli, e si sente intrappolata in "una prigione costruita da me stessa", perché le norme sociali, le aspettative di genere e la stessa biologia l'hanno costretta a diventare una persona che non si riconosce più - e che nemmeno il marito riconosce, così perennemente arrabbiata e delusa.
 
Amy Adams deve averci creduto molto in questo film e si vede. Praticamente se lo carica sulle spalle con così tanti stati d'animo che si aggrovigliano nell'arco del primo atto da farla letteralmente trasformare in ciò che le è stato tolto. E' un film con ambizioni morali, etiche, sul controllo, sull'indipendenza, su una parte di femminismo che vuole liberarsi dalla costrizione del dovere di mamma con un figlio piccolo e molto altro ancora. E per un pezzo di film funziona anche molto bene. Poi da quando avviene la metamorfosi mentale grazie ad un libro molto particolare e poi la trasformazione fisica, i bubboni, la coda, e infine la trasformazione in un cane, il film nel suo bisogno di prendere una strada più onirica sembra voler esagerare diventando più animale e meno critica sociale di fatto cancellando quanto di buono visto prima. I litigi poi sono la parte che ho trovato più disfunzionale dal momento che il marito quando non sta via giorni interi per lavoro torna ed è molto premuroso e volenteroso venendo attaccato continuamente per episodi ridicoli

Signore degli anelli-La guerra dei Rohirrim


Titolo: Signore degli anelli-La guerra dei Rohirrim
Regia: Kenji Kamiyama
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Le cronache della Terra di Mezzo sono affollate di epiche battaglie ed eroi leggendari, ma ci sono anche gesta meno conosciute raccontate di notte attorno ad un fuoco. Una di queste storie la ricorda Éowyn, la guerriera capace di abbattere il Re Stregone durante la Battaglia ai Campi del Pelennor, e si svolge quasi duecento anni prima della Guerra dell'Anello: Helm Mandimartello governa su Rohan, affiancato dai figli Hama, Haleth e Hera, come dal nipote Fréaláf; un giorno, durante un consiglio del regno, si presenta Freca, ricco possidente appartenente alla stirpe dei dunlandiani, chiedendo la mano di Hera per suo figlio Wulf; Helm rifiuta l'offerta, e nello scontro che ne segue uccide con un solo pugno Freca, scatenando l'ira di Wulf che giura vendetta.
 
Potremmo quasi definirlo un grimdark questo capitolo d'animazione di Kamiyama davvero appassionato al progetto tale da renderlo una costola di tutta la saga del ciclo tolkeniano.
In più di due ore abbiamo assalti, guerre, tradimenti, rese dei conti, drammi familiari, duelli all'ultimo sangue e molto altro ancora che seppur a tratti in maniera rocambolesca riescono a dare vita ad una storia epica dove abbiamo tanti personaggi interessanti che come per GOT o la saga di Abercrombie non conviene affezionarsi a nessuno perchè manco a farlo apposta quasi tutti moriranno. Compaiono anche degli orchi e da quello che nel finale diventa il personaggio di Helm, il re che si trasforma in una sorta di demone impossibile da battere in una scena epica che sembra presa dalla mitologia norrena e che riesce ad essere enfatizzata a dovere

Coda del diavolo (2024)


Titolo: Coda del diavolo (2024)
Regia: Domenico Emanuele de Feudi
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Sante Moras, agente di polizia penitenziaria, deve fare da guardia a Virdis, un delinquente che ha ucciso una ragazza di 15 anni, dopo averla tenuta prigioniera e torturata. Sulla schiena della ragazza è stato trovato inciso un simbolo, che qualcuno soprannominerà "coda del diavolo", e che era già apparso tempo prima sul cadavere di un'altra adolescente. E decisamente il diavolo ci mette la coda anche per Sante Moras, che dopo essersi addormentato durante il turno di guardia, ritrova il suo sorvegliato speciale tramortito da un'iniezione letale. Moras scappa, capendo di essere stato incastrato: infatti sarà lui il primo sospettato di quella morte in cella, e verrà persino accusato dell'assassinio della ragazza. Parallelamente Fabiana Lai, una giornalista investigativa, comincia a seguire la pista che segue le ragazze uccise con addosso il marchio diabolico, e la sua strada non potrà che incrociarsi con quella di Sante, così come con quella di un commissario di polizia.
 
Sante Moras è già un nome che la dice lunga. De Feudi aveva esordito con LEGAME un semi horror abbastanza interessante. Con la Coda del Diavolo ha accettato una mission action di quelle che sicuramente valgono una pregevole fattura ma a livello di sceneggiatura, colpi di scena e climax è tutto abbastanza scontato dove le cicatrici e la prova da fisic du role di Argentero non riesce ad essere molto credibile. Purtroppo la macchinazione del complotto ai danni di un'agente sembra quasi una scusa o una mossa politica nonchè presa di posizione nel cercare di dare un quadro diverso sugli intenti di una forza dell'ordine. Per essere un prodotto televisivo conferma come dicevo un packaging notevole ma alla fine tutti questi sforzi non riescono a mantenere un livello di interesse e credibilità e il ruolo di Fabiana di certo non aiuta a mettere in risalto gli obbiettivi dei personaggi

venerdì 28 febbraio 2025

Nosferatu (2024)


Titolo: Nosferatu (2024)
Regia: Robert Eggers
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

In Germania, a Wisborg, nel 1838, Thomas Hutter, novello sposo della bellissima Ellen, viene inviato dall'agenzia immobiliare per cui lavora, in una remota residenza dei Carpazi. Appena arrivato nella regione è tormentato da incubi e assiste a barbariche pratiche locali, inoltre a portarlo nel castello del conte Orlock arriva una carrozza misteriosamente senza cocchiere. Il conte pretende che lui firmi un contratto in una lingua antica e incomprensibile. Solo troppo tardi Hutter ne scopre la natura di non-morto ma, incapace di contrastarlo, si rifugia nella propria camera. Quando la creatura lascia il maniero per la città, per avvicinarsi a Ellen dalla quale è ossessionato già dall'adolescenza di lei, Hutter rischierà la vita pur di fuggire. Nel mentre Orlock ha scatenato una pestilenza a Wisborg, che gli permette di agire indisturbato. Darà a Ellen tre giorni di tempo per cedere alla sua mortale corte.
 
Eggers è uno dei miei registi contemporanei preferiti. Fa solo film in costume e sembra disdegnare il presente. Gli piacciono i film storici. Unica premessa, WITCH è il migliore poi c'è LITEHOUSE poi NORTHMAN e infine NOSFERATU. Parabola discendente, speriamo che nonostante tutto continui con questa potenza artistica. Ora questo Nosferatu ho dovuto vederlo un paio di volte al cinema per entrare bene nel cuore di cosa mi è tanto piaciuto e cosa mi anche leggermente annoiato. E' una via di mezzo tra Nosferatu di Murnau e il Dracula di Coppola. Dove il vampiro sembra per alcuni aspetti un mezzo zombie, dove la stessa caratterizzazione è ridotta ai minimi dialoghi e vediamo tutto quanto non ci si potrebbe mai aspettare da una descrizione estetica di un vampiro.
La parte che ho amato di più al di là del reparto tecnico che rasenta come sempre con Eggers la perfezione, è stata la caratterizzazione di Ellen, una "strega", una diversa, una posseduta, colei che parlava con la natura che sentiva cose che gli umani non sentivano ma a cui ha risposto Orlock diventando il suo amante e il suo negromante sotto certi aspetti.
Nosferatu è un altro tassello importante, forse il più rischioso richiamando i classici, nella filmografia di un regista che ormai si è già guadagnato l'olimpo di chi mescola il cinema di genere

Rumours


Titolo: Rumours
Regia: Evan Johnson, Galen Johnson, Guy Maddin
Anno: 2024
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

Sette primi ministri si incontrano in Germania per il G7. Sono chiamati a stilare insieme un testo importante per affrontare una crisi mondiale, ma finiranno coinvolti in una serie di vicende misteriose e impreviste che complicheranno in modo inesorabile l'andamento delle cose, fino a stravolgerle del tutto.
 
Rumours è una dark comedy con un'idea ambiziosa e brillante che poteva regalare originalità e spunti di una satira politica avvincente mentre invece sembra perdere colpi con il passare della narrazione. Perchè c'è mistero, segreti tra capi di stato con tanto di flirt e amori nascosti, amicizie e alleanze come tra il presidente americano e quello italiano, elementi grotteschi che in parte sfociano nel fantasy e nell'horror soprattutto verso il terzo atto. La crisi mondiale diventa così la crisi dei sette leader che da una cena al gazebo in riva al mare sentendo dei rumori e poi il silenzio assoluto cominciano a trovarsi resti di popolazioni antiche, cervelli giganti, sparizioni. Sembra Bertrand Mandico che incontra Agatha Christie con tanto di scontro finale e l'arrivo di una sorta di legione straniera di esseri che mineranno le certezze dei capi di stato

Order




Titolo: Order
Regia: Justin Kurzel
Anno: 2024
Paese: Canada
Giudizio: 4/5

Nordovest degli Usa, 1983. In seguito a una serie di violente rapine in banca, l'agente dell'FBI Terry Husk comincia a interessarsi al caso, seguendo una pista che conduce, anziché a criminali comuni, a un gruppo organizzato di suprematisti bianchi. Emerge la figura di un leader carismatico, Robert Matthews, che ha elaborato un ambizioso piano terroristico, mentre la scia di sangue prosegue, coinvolgendo lo speaker radiofonico ebreo Alan Berg, massacrato di fronte alla sua abitazione.
 
Tratto da eventi reali, parliamo di rapine e suprematismo bianco. Kurzel ha una filmografia che si avvale di alcune perle di rara bellezza con lavori da mestierante che gli hanno dato sicuramente soldi ma tolto parte del prestigio. La sua comunque è una scelta sempre curiosa di alcuni soggetti scomodi o clamorosamente anti commerciali. Anche questa vicenda adattata e in corsa in quelli anni '80 ritratti splendidamente è una storia molto drammatica dove ancora una volta l'happy ending viene messo da parte per scegliere un contesto duro dove nessuno viene risparmiato.
Dove la violenza si concentra e si annida dentro i suoi personaggi come succedeva per SNOWTOWN, TRUE HISTORY OF KELLY GANG e NITRAM. Law per fortuna dopo quel fisco clamoroso della mini serie Disney Star Wars SKELETON CREW ritorna con un ruolo solido e che non lascia dubbi sulle sue capacità attoriali. Lo stesso purtroppo non si può dire per Tye Sheridan, attore purtroppo detestabile e molto sopravvalutato, mentre Nicolas Hoult, freddo e spietato, conferma di essere un antagonista letale perfetto e di saper essere un leader neo nazista molto credibile.

Saturday Night


Titolo: Saturday Night
Regia: Jason Reitman
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

La sera dell'11 ottobre 1975, alle 23,30, va in onda per la prima volta sulla Nbc il Saturday Night Live che ha cambiato per sempre la storia della televisione e della società americana e lanciato alcuni dei più popolari comici e attori statunitensi come John Belushi, Dan Aykroyd, Chevy Chase, Gilda Radner, Jane Curtain, Andy Kaufman oltre a figure come l'artista, l'inventore e il fumettista Jim Henson. Nel corso del programma ci sono stati inoltre molti ospiti speciali come scrittori, musicisti, tecnici, costumisti, truccatori.
Ma quello stesso giorno, alle 22, è tutto in altro mare. Il creatore e produttore Lorne Michaels, un trentenne di origini canadesi, deve far fronte a numerose difficoltà. Cerca la collaborazione dello staff, a cominciare dalla moglie autrice, ma affrontare anche la diffidenza dei dirigenti della Nbc con a capo Dave Telbet, colui che scovava i talenti e si vantava di essere "l'unica persona in questa azienda senza una descrizione del lavoro". Fino a pochi minuti prima di andare in onda può saltare tutto. Poi, il miracolo...
 
John Belushi era un vero stronzo istrionico e con visibili segni di acclarata tossicodipendenza interpretato in maniera sontuosa da Matt Wood. Reitman figlio, dimostra di confrontarsi con la sua opera migliore dopo alcuni insuccessi e aver preso parte a degli obrobri mostruosi.
Saturday Night è inzuppato negli anni '70 con una messa in scena eccellente, attori tutti in parte, un ritmo esplosivo, sembra che tutti dal primo all'ultimo siano in botta con dei tempi da stand up comedy, costumi perfetti e poi tutti che fumano sempre in degli studi che sembrano delle camere a gas.
E' un film che sembra portare agli estremi il suo protagonista Lorne che si vede schiacciato dalla macchina hollywoodiana, con pressioni che arrivano da ogni dove, attori, produzione, politica, critici, dove sembra che stia sempre per succedere qualcosa che porrà fine al sogno americano ma invece Reitman cambia percorsi e intreccia personaggi con una naturalezza disarmante in grado di eleggere questo film come un testimonial importante della nascita del Saturday Night.

Black eyed Susan


Titolo: Black eyed Susan
Regia: Scooter McCrae
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Disperatamente alla ricerca di lavoro, Derek accetta di sostituire un suo amico recentemente scomparso presso una startup tecnologica. Continuare a sviluppare il progetto innovativo dell'azienda significa lavorare a stretto contatto con Susan, bambola del sesso BDSM all'avanguardia destinata a ricevere e apprezzare la punizione come parte integrante della sua intelligenza artificiale in evoluzione. Derek metterà presto alla prova i limiti dei suoi desideri ed esplorerà la natura di uomo e donna, di piacere e dolore, di vita e morte.
 
Uno scifi indie molto modesto e con parecchie ambizioni. Il prototipo di una bambola cyborg in chiave Bdsm da poter picchiare a volontà provocando sensazioni miste in Susan la quale implora il proprio padrone di picchiarla come d'altro canto sembra sentire e cominciare a provare dolore.
Un film quasi tutto racchiuso in una stanza dove l'inventore della bambola del sesso più che nutrire un vero interesse per Susan pensa già a come potrebbe essere in chiave pedo pornografica portare nel mercato oggetti innovativi a forma di bambini. Con risvolti etici e alcuni momenti molto violenti o sessualmente piccanti la prova attoriale dell'attrice di Susan è pienamente soddisfacente il che non si può dire per l'attore che interpreta Derek che sembra sempre troppo assorto tra il cosa vorrebbe davvero fare a Susan e cosa invece lo irretisce dal farlo

A real pain


Titolo: A real pain
Regia: Jesse Eisenberg
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

David e Benji, due cugini diversissimi tra loro, si ritrovano all'aeroporto. Il primo vive a Brooklyn, è sposato e ha un figlio. Il secondo è uno spirito più libero dal carattere imprevedibile. Nati a tre settimane di distanza, sono stati molto legati durante l'infanzia, poi la loro vita ha preso delle strade divergenti. Hanno così deciso di partire per la Polonia per onorare la loro amata nonna Dory scomparsa da poco e connettersi con la sua storia passata. Giunti sul posto, si uniscono a un gruppo per un tour turistico di cui fanno parte un gruppo di persone che hanno un legame o un trauma legati alla ebraicità: i nonni di Marcia sono fuggiti dall'Olocausto, Mark e Diane hanno origini ebraiche-polacche ed Eloge è sfuggito al genocidio in Ruanda e si è convertito al giudaismo in Canada. La loro guida James invece sta cercando di fare al meglio il suo lavoro. Nel corso del viaggio, tra imprevisti e situazioni tragicomiche, riemergono le tensioni del passato della loro storia familiare.

Jesse Eisenberg è ebreo e questo film sognava di farlo ormai da anni. Dopo una piece teatrale e un viaggio in Polonia si è così deciso a rendere una sorta di testimonianza al passato del suo popolo in un viaggio di formazione assieme ad un gruppo turistico costellato di traumi. E ad accompagnarlo per fortuna c'è Kieran Culkin che ormai ha dato prova di essere un attore molto poliedrico e multi sfaccettato passando da leader di un band metal a ruoli decisamente più drammatici.
La complicità tra i due cugini si avverte fin da subito e i personaggi possono liberarsi dalle loro catene e caratterizzare al meglio due distinte personalità che nella loro diversità finiscono per rispecchiarsi l'uno nell'altro. A real pain al di là del titolo è davvero un viaggio in parte doloroso ma Eisenberg prova a farcelo affrontare anche con ironia e con la sua faccia che come sempre è una maschera comica infallibile, un giovane Woody Allen dovessero mai fare un biopic

Iddu-L'ultimo padrino


Titolo: Iddu-L'ultimo padrino
Regia: Antonio Piazza, Fabio Grassadonia
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Nella Sicilia dei primi anni 2000, Catello, un politico condannato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, si vede offerta la libertà da parte dei servizi segreti in cambio del suo aiuto nel catturare Matteo Messina Denaro.
 
L'ultimo film di Piazza e Grassadonia su Matteo Messina Denaro in realtà parla per lo più dell'ex preside Catello interpretato da Servillo che dopo una detenzione ritorna a casa e vede tutto cambiato attorno a sè dal nucleo familiare agli affetti ma soprattutto al tenore di vita. Sono due storie parallele che solo nel finale decidono di incontrarsi. Germano cerca di dare solennità al burattinaio e il risultato sicuramente è buono come quasi tutte le prove degli attori. E' un film per alcuni aspetti indecifrabile perchè cerca troppe sotto trame e alcune come quella dell'agente Rita Mancuso, una delle poche che sembra ancora credere nella giustizia, sembra diventare la vittima sacrificale e il capro espiatorio della vicenda come poi accade anche per Palumbo. Un film solo in parte riuscito perchè manca nella scelta di una direzione e di un binario da scegliere quando invece è troppo didascalico in alcune parti e non mostra quasi mai il vero dramma che dovrebbe consumarsi in una vicenda come questa.

Rippy


Titolo: Rippy
Regia: Ryan Coonan
Anno: 2024
Paese: Australia
Giudizio: 2/5

Un canguro assassino si aggira nell’Outback australiano seminando morti. Toccherà ad una sceriffa e ad un gruppo di improbabili persone mettersi alla caccia di questo mostro.

Un canguro posseduto che per alcuni esperimenti e liquidi immessi nelle acque diventa una super furia mezza zombie (perchè la perla trash è che è pure mezzo zombie). Il perchè si sia trasformato solo lui nella fauna non è dato saperlo ma uccide prevalentemente di notte, forse perchè di giorno dorme, appare dal nulla e non lesina nemmeno i bambini che vanno a correre di notte nell'outback australiano (il perchè non sarà mai chiaro essendo una delle cose più pericolose al mondo).
C'è una protagonista che rasenta il vuoto assoluto con un flash back della morte del padre più che imbarazzante, una storia d'amore tra anziani e Michael Biehn che fa quel che può provando a dare un minimo di attorialità in un film che rasenta l'imbarazzo recitativo e poi un finale in un pub dove a colpi di ascia si combatterà il canguro killer.

Black Cab


Titolo: Black Cab
Regia: Bruce Goodison
Anno: 2024
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 2/5

Quando Anne e Patrick prendono un taxi nero dopo una serata fuori, il loro autista è loquace e persino allegro, ma i due non sono dell’umore per conversare. Infatti, la coppia è a malapena in buoni rapporti. Questo cambia quando si rendono conto che il conducente non ha intenzione di portarli a casa. Intrappolati nel taxi senza alcuna via di fuga, il tassista conduce la coppia su una strada deserta e presumibilmente infestata. Qual è il suo vero obiettivo? È folle o semplicemente malvagio? E perché ha scelto Anne e Patrick come sue prossime vittime?
 
Il problema di Black Cab fondamentalmente è quello di non essere mai incisivo e trovare i crismi di un ghost movie e di un patto da fare appunto con un fantasma per riavere indietro il proprio figlio e lo scambio andrà fatto proprio con il nascituro di Anne che però...
E' qui forse l'unico vero interessante climax finale e colpo di scena che restituisce qualche merito ad un film lungo, noioso, dove il personaggio di Patrick è detestabile e dove a parte l'atmosfera e le campagne inglesi sempre nebbiose e misteriose, siamo costretti a finire in una morsa di dialoghi anche abbastanza ridondanti sul perchè Anne sia stata scelta, sul perchè Frost abbia scelto proprio lei e sulla storia tragica e sfortunata proprio del taxista.

Uno Rosso


Titolo: Uno Rosso
Regia: Jake Kasdan
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Babbo Natale - nome in codice: Uno Rosso - viene rapito da un commando nel suo mondo nascosto sotto una cupola al Polo Nord. La sua guardia del corpo e capo della sicurezza, per liberarlo e per salvare il Natale ormai alle porte, si dovrà alleare con un super hacker che potrebbe conoscere l'identità di chi ha organizzato il rapimento e quindi del luogo in cui si trova Babbo Natale.
 
Uno rosso è quel film che sai cosa ti darà e come lo farà. Un divertissement superficiale ma divertente in grado di sputare cg a gogò, mostrare mostri, trasformazioni, mezzi usciti dai videogiochi, una visione plastica e ludica di un giocattolone roboante e insignificante che alla fine deve restituire al suo pubblico una sola frase...credere nel Natale. Da questo punto di vista potrebbe quasi sembrare la solita manfrina è lo è contando che ci hanno buttato tantissimi milioni e già dal cast sembra proprio un pacchetto pensato più nella sua forma che ovviamente nel contenuto.
Ci sono streghe, Krampus, pupazzi di neve, modellini di macchine che lievitano prendendo forma, nanetti e orsi polari, il Babbo e i suoi fedeli e un Chris Evans mai così propenso a tirarsela dall'inizio alla fine del film. Alla fine nonostante sia una vaccata a me sinceramente non è dispiaciuto. Certo avrei preferito vederlo con i miei nipoti ma alla fine resta un'operazione con il semplice scopo di intrattenere, mettere insieme tecnologia e modernità con tutto quello che sappiamo del Natale e del suo folklore, sbagliando ogni scelta ma risultando perlomeno guardabile

Werevolves (2024)


Titolo: Werevolves (2024)
Regia: Steven C.Miller
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Due scienziati cercano di fermare una mutazione che trasforma le persone in lupi mannari dopo essere state toccate da una superluna l'anno prima.
 
Speravo almeno di divertirmi ma il film oltre ad essere sorprendentemente trash e mal girato ha pure delle ambizioni mica da ridere. Cioè l'assunto non era nemmeno male e qualcuno deve aver usato della materia celebrale facendo muovere qualche neurone perchè l'idea della superluna che ha mandato a puttane il pianeta francamente è l'unico aspetto che poteva salvarsi o che potesse dare margini per scrivere qualcosa di decente. Invece il film è un book fotografico di Frank Grillo e del suo fisico pazzesco che sembra già così potersi confrontare con questi enormi lupi mannari fatti davvero male in un film confuso dove alla fine tutto è riconducibile a Frank che deve salvare la cognata e la bambina. Il governo in quelle sedi sempre molto americane e fatte con lo stampino tra tutte le menti all'interno non si rende conto che si stanno suicidando in un esperimento dove con questa sorta di siero si cerca di sconfiggere la licantropia. Un film disordinato dove anche le scene d'azione che potevano almeno divertire hanno l'effetto opposto rivelandosi caotiche e disordinate ma soprattutto scombinate seguendo delle logiche che probabilmente come gli effetti della superluna hanno minato quanto di buono Miller sperasse di fare

Cinedramma


Titolo: Cinedramma
Regia: Luca Rabotti
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Romeo, un giovane rampollo scapestrato, viene cacciato di casa dal padre dopo l'ennesima lite familiare. Va a Venezia per stare con Giulietta e il loro figlio, ma, oppresso dalle preoccupazioni, segue un amico in una rapina.
 
Cinedramma ha delle sinergie con PATAGONIA dove recita peraltro lo stesso fastidiosissimo attore. Un film fine a se stesso che non sembra voler dire molto se non mostrare due giovani che pensano solo al divertimento e all'amore dando alla luce un figlio e parlando di un ipotetico trasferimento a Parigi per far cosa non è chiaro...e poi la rapina, i genitori di Romeo pronti a inseguirli finendo nel modo più tragico in un film che purtroppo, ed è un peccato, al di là di qualche scena peraltro girata abbastanza bene con una buona fotografia è scarna e disarmante dal non mettere niente sul piatto, dove si gira sempre intorno ai sorrisi dei nostri due che pensano solo al divertimento e all'amore.
E' frustrante vedere buttare così alcune possibilità di ridare enfasi al nostro cinema indipendente. Film di questo tipo sembrano astenersi dal voler dare un contributo a qualche tipo di logica o portatrici di un genere.

Borderlands (2024)


Titolo: Borderlands (2024)
Regia: Eli Roth
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

L'intero universo sembra convergere su Pandora - corporazioni intergalattiche in competizione tra di loro, formazioni paramilitari, orde di cavatori, fuorilegge e criminali. Sono tutti lì per la Cripta, misterioso e leggendario luogo costruito dagli Eridiani, una razza aliena oramai estinta capace eoni fa di solcare il cosmo grazie alla loro tecnologia semidivina. Chi trova la Cripta ha accesso al potere degli Eridiani, così Pandora a causa dell'incessante ricerca è diventata una landa desolata sfregiata da deserti, radiazioni e mostri. È qui che un giorno arriva Lilith, cacciatrice di taglie suo malgrado al soldo di Atlas, despota dell'omonima corporation, deciso a ritrovare la figlia Tiny Tina scomparsa poco prima e diretta proprio su Pandora...
 
Borderlands è un vero bordello incasinato con tanti elementi sfruttati ahimè molto male. La sequenza migliore è forse la prima quella in cui Claire Blanchett descrive la società e il mondo post apocalittico semi steampunk in cui ci troviamo. Da lì in avanti sembra davvero il cugino storpio di FALLOUT dove almeno lì la violenza in un mondo allo sbando c'era e non era insabbiata.
Qui è tutto edulcorato, la squadra di anti eroi è detestabile e l'azione è da manuale con combattimenti corpo a corpo visti e sentiti in ogni forma e ogni dove senza provare minimamente a tirare fuori qualcosa di nuovo od originale.