Titolo: Segnali dal futuro
Regia: Alex Proyas
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Il professore di astrofisica John
Koestler non crede nel destino ma le sue convinzioni vengono scosse
quando il figlio entra in possesso di un documento scritto 50 anni
prima da una bambina della sua stessa scuola. Sul foglio sono
indicati solo numeri uno dopo l'altro, numeri che l'occhio allenato
dello scienziato comincia a decifrare per caso scoprendo che indicano
giorno e numero di vittime dei principali disastri dell'ultimo mezzo
secolo e di alcuni che devono ancora verificarsi.
La morte celebrale definitiva di un
regista.
Segnali dal futuro sembra la genesi e
l'ultimo stadio di un regista purtroppo sfortunatissimo che ho sempre
stimato per il suo apporto cinico alla sci fi.
DARK CITY rimane ancora adesso il suo
film più bistrattato se non altro per l'arrivo l'anno successivo di
MATRIX e per aver cercato di ridare enfasi ad un genere senza
sfoggiare unicamente gli effetti speciali. Il colpo finale al regista
è stato sicuramente questa porcheria con alcune regole
incontrovertibili (Nicolas Cage) e una scrittura alla base che non è
riuscita a dare spazio a tutte le intuizioni narrative. Un film che
se vogliamo possiamo definirlo il vaso di Pandora dell'artista dove
tutte le sue teorie sembrano essersi dati appuntamento in un film
multiforme che purtroppo per evidenti limiti non è riuscito a dare
spazio a tutte le scelte e i temi trattati.
Un film disorganico che non riesce
sempre, in particolare dal secondo atto in avanti, a gestire con
precisione i vari aspetti contenutistici, rimanendo macchinoso, dove
la complessa dialettica tra predestinazione, caos, scienza e fede
(che già era un intento trattato nei suoi precedenti film) qui cede
il passo ad una scelta di cause ed effetti che non hanno niente a che
vedere e soprattutto vengono vanificati tutti gli sforzi di renderli
materia seria su cui parlare.
Alle volte sembra più un omaggio alla
mitologia ed alle suggestioni de AI CONFINI DELLA REALTA'
La storia narrata poi è incentrata a
una supposta profezia ricevuta in dono (se così si può dire) da
Lucinda, una giovane alunna della fine degli anni ’50, e rinchiusa
in una capsula del tempo insieme ai disegni di altri bambini. Quando,
mezzo secolo dopo, la scatola viene aperta, l’indecifrabile serie
di numeri che la piccola aveva scritto sul foglio in dotazione
finisce nelle mani di Caleb che subito lo sottopone all’attenzione
del padre, John, noto luminare astrofisico. Dopo un po’ di studio,
il professore capisce che quei numeri sono indicazioni riguardo alle
grandi catastrofi e incidenti degli ultimi anni: le ultime righe
indicano date future, per le quali c’è ancora la speranza di poter
intervenire. Anche se l’ultima riga potrebbe indicare addirittura
la fine del mondo.
Praticamente un cocktail in salsa
ebraica, maya, Hubbardiana, etc