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mercoledì 2 ottobre 2019

Waterworld

Titolo: Waterworld
Regia: Kevin Reynolds
Anno: 1995
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Dopo lo scioglimento dei ghiacciai, il mondo è ricoperto dalle acque e la società sprofonda nella barbarie. Un eroe solitario, tormentato dalla propria diversità legata a mutazioni genetiche che privilegiano l'adattamento alla nuova situazione ambientale) difende una giovane donna e la figlia di questa dalla tribù degli Smokers: sulla schiena della bambina è infatti tracciata la mappa per raggiungere la terra promessa di Dryland.

Il MAD MAX degli oceani. Waterworld aveva sicuramente dei pregi evidenti trattando una materia per certi versi atipica e originale, un Medioevo nel XXI secolo frutto di un cataclisma che ha causato l’innalzamento delle temperature e lo scioglimento delle calotte polari, portando all'inghiottimento di tutti i continenti e di buona parte della popolazione.
Waterworld è un film distopico costato 175 milioni. Il più grande flop commerciale del cinema degli anni Novanta, un film fantastico-avventuroso spettacolare e fumettistico con una trama di un'ingenuità rara, ma in fondo solo un pretesto per raccontare l'ennesimo viaggio dell'eroe di un meta-umano con le branchie, solo contro tutti, che si lancerà alla ricerca della terra perduta con la bambina che ha tatuato sulla schiena la mappa della terra promessa.
C'è il popolo d'Israele, i sacrifici, le prove, i nemici "Smokers"rubati alla meno peggio dai film di Miller, l'insopportabile Kostner e per fortuna, anche se dosate con il contagocce, alcune creature marine decisamente affascinanti. Per fortuna il film non ha quel contorno e quella natura romantica che con un eroe solitario come Kostner ci si poteva aspettare.
Non macina e trasuda sangue come i film di Miller, ma dal canto suo prova a mettersi in gioco con alcune scene e momenti decisamente gradevoli, ad esempio legato ai freaks che tramite legami di sangue nascono mezzi deformi.
Un film distopico che a distanza di anni riesce comunque ad essere molto gradevole, dal taglio e dalle intenzioni forse troppo epiche e un finale prevedibilissimo come alcuni ostacoli che Mariner dovrà affrontare. Presenta comunque delle sequenze e delle scene d’azione sull’acqua che hanno fatto scuola dal punto di vista tecnico e che restano insuperate da un lato e punti di riferimento insostituibili per realizzarne di nuove dall’altro.