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martedì 10 febbraio 2015

Foxcatcher

Titolo: Foxcatcher
Regia: Bennet Miller
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Medaglie d'oro olimpiche nel 1984, Mark e Dave Schultz si preparano a difendere il titolo ai prossimi Giochi di Seoul. Tuttavia, Mark viene escluso dal gruppo degli atleti selezionati, proprio come suo fratello maggiore, e si sforza di allenarsi da solo. Mark ritrova la speranza quando il filantropo e miliardario John du Pont, intenzionato a mettere insieme la migliore squadra di wrestling in tutto il mondogli gli chiede di aderire al marchio wrestling di un nuovo club. Ma le illusioni paranoiche di Du Pont e la sua irrazionale volontà di garantire la vittoria degli Stati Uniti all'estero avranno la precedenza sulla sua generosità e gentilezza. Il film è tratto da una storia vera: nel 1996 John du Pont, affetto da schizofrenia paranoide, uccise l'amico David Schultz, campione olimpico di wrestling.

Ci avevo preso quando dietro quel mascherone continuavo a dire che si trattava di Steve Carrell.
Foxcatcher è uno di quei film che escono in sordina sapendo che faranno parlare di sé, se non altro per alcune scelte atipiche e una messa in scena non proprio convenzionale, anche se per alcuni aspetti didattica e in alcune singole parti ridondante.
Miller però non è uno sprovveduto e la sua precedente filmografia punta su una squadra di baseball e il suo allenatore e l’ossessione di Capote.
E’un film sullo sport, sulla disciplina, sulle conseguenze arrecate dalla guerra e le sue vittime, la psicologia in un rapporto ossessivo-compulsivo e infine una storia vera, come sembra interessare il talentuoso regista newyorchese. E’un film atipico per scelte, intenti, silenzi che pervadono
i personaggi nell’impossibilità di dargli voce e soprattutto un film in cui il cast funziona perfettamente dando veridicità e sofferenza alla storia. Il personaggio di Du Pont che vive anch’esso un rapporto di dipendenza in cui è succube della madre, rappresenta quel bisogno di andare a scegliere chi è portatore di sofferenza e traumi irrisolti, Mark Shultz.

Era da anni comunque che non si vedeva una tale attenzione e delicatezza nel mostrare degli allenamenti di wrestling. Un film davvero coraggioso che riesce e punta tutto sull’innovatività delle circostanze che descrive.