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lunedì 22 settembre 2014

Locke

Titolo: Locke
Regia: Steven Knight
Anno: 2013
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

Ivan Locke guida nella notte verso Londra. È un costruttore di edifici, ma questa notte si consuma la demolizione della sua vita. All'alba avrebbe dovuto presiedere alla più ingente colata di cemento di cui si sia mai dovuto occupare. Gli americani e i suoi capi hanno incaricato lui, perché per nove anni è stato un lavoratore impeccabile, il migliore: solido come il cemento, appunto. Ma la telefonata di una donna di nome Bethan riscrive l'esistenza di Locke. Prima di quella telefonata, e del viaggio che ha deciso di intraprendere di conseguenza, aveva un lavoro, una moglie, una casa. Ora, nulla sarà più come prima.

"È stato bello recitare in un ruolo in cui l'azione più attiva è il contenimento"
Lockè è girato tutto in un interno di un auto, con un attore che riesce a regalare sofferenza e gioia allo stesso tempo, senza bisogno di esagerare neppure per un minuto.
Mantenere un buon ritmo per '90 praticamente legati in diverse conversazioni che non sembrano finire mai e allo stesso tempo vedere il protagonista intrappolato in una matassa da sbrogliare molto complessa sono già elementi che si propongono una buona sfida di questi tempi. Se poi ci mettiamo che il regista usciva da un film con Jason Stahman allora la sfida era ancora più difficile.
Il fisic du role di Hardy vince la sfida, puntando su una misuratissima lucidità e calma, rivelando così la buona verve che lo contraddistingue.
Knight dimostra di non essere solo talentuso nello scrivere sceneggiature, ma anzi provoca e soprattutto cerca di apportare nuova linfa e nuovi elementi interessanti al genere.
L'esame di coscienza finale di Locke è straordinario, lapidario e si spera che possa muovere qualcosa nele coscienze di chi lo sta così attentamente osservando.