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mercoledì 24 marzo 2021

Becky


Titolo: Becky
Regia: Jonathan Milott, Cary Murnion
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il weekend di un'adolescente in una casa sul lago con suo padre precipita quando un gruppo di detenuti provoca il caos nelle loro vite.

La mano è riconoscibile anche se BUSHWICK e COOTIES erano un gradino superiore al terzo film di una coppia di registi scoppiettanti a cui piace divertire e divertirsi.
Becky è un home invasion e revenge movie che chiama in ballo nazisti, fratellanza, una chiave misteriosa, la redenzione, la perdita (quella materna) e infine dover accettare per la giovane protagonista la nuova compagna del padre senza aver ancora elaborato il lutto della propria madre, il tutto in quella che apparentemente dovrebbe essere un tranquillo weekend di vacanza.
Peccato però che un gruppo di criminali cambieranno i piani.
Ma la sorpresa maggiore del film è quello di aver messo come protagonista una piccola adolescente sociopatica che farà di tutto per vendere cara la pelle e vendicare i propri famigliari.
Tra esecuzioni sommarie e altre piuttosto originali, la piccola Becky darà filo da torcere ai malcapitati dopo aver assistito alla morte del nucleo familiare. Anche se con evidenti forzature e alcuni momenti incredibilmente impossibili, il film ha quel marchio di qualità della coppia di registi sull'uso di un montaggio frenetico, tanta azione, dialoghi scoppiettanti e tanto, tanto sangue.

mercoledì 20 dicembre 2017

Revenge

Titolo: Revenge
Regia: Coralie Fargeat
Anno: 2017
Paese: Francia
Festival: 35°Torino Film Festival
Giudizio: 3/5

Jen, una lolita dei giorni nostri, viene invitata da Richard, il suo ricco amante, alla tradizionale battuta di caccia che l’uomo è solito organizzare con due amici. Lontana da tutto e immersa nello spettacolare scenario del Grand Canyon, la ragazza diventa presto preda del desiderio degli uomini e la gita prende una piega inaspettata…

«Si trattava davvero di simbolizzare la mutazione di un certo modo di rappresentare la donna al cinema, troppo sovente vista come semplice comprimario o come oggetto sessuale da svestire o sminuire. Inizialmente il film gioca con questo tipo di rappresentazione, spingendola però all’estremo fino a sfociare nella sua controparte brutale. A quel punto la protagonista diventa la vera figura forte del film, una supereroina donna e il motore dell’azione». Dopo la Ducournau ecco un'altra regista da tenere d'occhio.
Un Rape & Revenge frizzante e iperbolico di una bellezza visiva incredibile con una fotografia immensa che riesce a mettere in risalto anche le formiche che rosicchiano la ferita di Jen quando cade nel precipizio. Revenge semplicemente spinge l'accelleratore al massimo tra estetica patinata e gore spinto a manetta. A parte che l'opera prima di Fergeat sembra essere la risposta a quella parte dell’universo femminista che si limita a indignarsi o a protestare sui social media senza poi fare nulla di concreto. Qui la Lolita, una bellissima modella italiana poco conosciuta, si stacca il tronco dal corpo e cicatrizza tutto con la lamiera incandescente di un barattolo per citare RAMBO tra i più depredati all'interno delle ampie citazioni che la Farget non nasconde.
Revenge scorre davvero che è un piacere e deflagra in un duello finale tra il maschio Alfa e la rinata Femmina Alfa tecnicamente sopraffino ed esplicito oltre ogni misura dove uno dei traguardi più grossi riusciti alla regista è stato quello di riuscire a caratterizzare molto bene i protagonisti (4 per tutto il film) e a renderli, soprattutto gli uomini e soprattutto gli ultimi due arrivati a far così schifo e dare un quadro di quelli che sono ne più ne meno gli intenti borghesi e dove in tutto ciò finisce la donna. In questo la villa di Richard è perfetta per sintetizzare un sistema fasullo, superficiale, intriso di ipocrisia e alimentato da sopraffazione e violenza dove il trio, chiaramente, non poteva che essere fatto da cacciatori armati fino ai denti, nonché morbosi, corrotti e codardi.
Jen imbraccia il fucile e il deserto fa tutto il resto...