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mercoledì 5 dicembre 2018

Cosa fai a Capodanno?



Titolo: Cosa fai a Capodanno
Regia: Filippo Bologna
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Un gruppetto di scambisti decide di trascorrere la notte di Capodanno in una baita di montagna. Ecco in arrivo due sposini in cerca di emozioni forti, un ex politico confinato su una sedia a rotelle accompagnato da una giovane dark, e una matura signora alto borghese insieme ad un ragazzo che, per età, potrebbe essere suo figlio. È anche in arrivo (o forse no) un carico di aragoste e champagne per consentire al gruppetto di festeggiare l'occasione nel tripudio dei sensi. Ma nulla andrà come pianificato, anche perché ad aspettarli nella baita non c'è la coppia di viziosi pronti ad ospitare un'orgia casalinga, ma due ladruncoli intenzionati a svaligiare la casa.

Che peccato. L'idea alla base non era neppure così male. Mi aspettavo di vedere un cugino lontano dell'Ultimo Capodanno o qualcosa che potesse convergere con la vena grottesca di Ammaniti e invece questa commediola in salsa natalizia che vorrebbe essere graffiante è di una noia e di una stupidità colossale. Mettendo per un attimo da parte il cast vergognoso dove solo un paio di attori riescono a salvarsi, il film fa acqua fin da subito mostrando già all'inizio tutti i suoi limiti (il cameo di Scamarcio è imbarazzante con l'unico pretesto di far accorrere più spettatori a vedere il film).
Bologna non so dove si trovasse durante le riprese, ma sprecare un budget di questo tipo e uno script che se modificato poteva trasformarsi in qualcosa di buono fa davvero arrabbiare contando quante idee valide ci sono nel nostro territorio.
Manca l'ironia, manca il sesso (e il film ci corre attorno per tutta la durata su una trasgressione sessuale che dovrebbe esplodere da un momento all'altro senza invece accendersi mai), manca la violenza, mancano gli aspetti grotteschi e manca tutto a parte la goliardia di Haber e qualche sorriso della Ferrari. Il regista conosciuto per aver scritto il soggetto di Perfetti Sconosciuti qui sembra aver fatto tutto di fretta con una pistola puntata alla schiena e il risultato è quello di aver dato vita a delle invenzioni narrative e non a ruoli e personaggi da caratterizzare.