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sabato 4 agosto 2012

Dragon Eyes


Titolo: Dragon Eyes
Regia: John Hyams
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 1/5

Nel quartiere di St. Jude Square si vive nella paura e nella disperazione. Le bande dei boss Dash e Antuan terrorizzano le strade e i cittadini vivono senza alcuna speranza fino a quando l'arrivo dello straniero Ryan Hong porta uno spiraglio di cambiamento. Sfidando i componenti delle due gang con le sue ineguagliabili abilità nelle arti marziali e tenendo a mente gli insegnamenti del mentore Tiano (Jean Claude Van Damme), Hong ottiene quasi il controllo del quartiere quando trova inaspettatamente l'ostilità di Mr V, lo spietato e corrotto capo della polizia.

Che Van Damme sia oramai il fantasma di se stesso, era un fatto risaputo dopo il documentario JCVD.
Oramai dimenticato anche da Putin, il lottatore belga fa i conti con la vecchiaia e dunque il ruolo in secondo piano di allenatore sembra quello più appropriato.
Dragon Eyes è un pretesto per lanciare l’artista marziale vietnamita classe 1972 Chung Lee visto in ruoli secondari in vari film americani e asiatici.
Se forse l’unica menzione per cui vale la pena vedere il film è quella di Peter Weller, bisogna anche dire che ormai molti ex divi o “presunti” divi, come nel caso di Van Damme, vengano scelti solo in produzioni low-budget e film quasi sempre di serie b.
Con 3 milioni di dollari Dragon Eyes potrebbe vincere il mongolino d’oro per una delle storie più indecenti mai viste. In più i combattimenti non sono neanche così interessanti e alcune coreografie lasciano a desiderare.
Probabilmente ci troviamo ad assistere agli ultimi barlumi di un prodotto di mercato, Van Damme, che è sempre e solo stato un manichino nelle mani delle produzioni americane.
John Hyams d’altronde altro non è che il regista di quella cagata fumante che è UNIVERSAL SOLDIER:REGENERATION, titolo quanto mai improbabile visto che il film riesumava solo delle mummie.