Nel 2054, la mancanza di opportunità sulla Terra spinge le masse al pellegrinaggio interstellare, che inevitabilmente vuol dire sfruttamento da parte di potenti demagoghi al comando di queste spedizioni. Uno di loro è Kenneth Marshall, politico fallito in cerca di una nuova era per l'umanità su un pianeta inospitale abitato da strane creature. Per sfuggire a dei pericolosi usurai, Mickey Barnes accetta di imbarcarsi sull'astronave firmando un contratto da expendable, tuttofare destinati a morire ripetutamente grazie a una tecnologia che consente di "ristampare" un corpo all'infinito mantenendone la coscienza.
Boong Joon-Ho ha una lunga serie di film uno più bello dell'altro anche se possiamo dividere la sua filmografia in due stadi diversi, uno davvero notevole mentre l'altro interessante.
Mickey 17 fa parte del secondo stadio assieme a OKJA, mentre tutto il resto della sua filmografia PARASITE, SNOWPIERCER, HOST, MADRE, MEMORIES OF A MURDER e CANE CHE ABBAIA NON MORDE appartengono tutti alla prima. Forse la coproduzione americana in questo qualcosa ha aggiunto e già si intravedeva per SNOWPIERCER dove forse l'integrazione perfetta di tanti ruoli, etnie e spunti narrativi più che originali coincidevano alla perfezione ma si annusava il rischio che soprattutto sulla scifi e sul fantasy l'autore potesse perdersi qualcosa per strada.
La Terra fa schifo e tra tempeste di sabbia, omicidi e debiti si cerca di scappare dove si può anche a costo di abbracciare qualsiasi scherzo del destino. Mickey 17 mostra e racconta moltissimo, sceglie come sempre tanti sentieri e generi cinematografici che riesce a mischiarsi in un cocktail interessante ma mai squisito. Le morti di Mickey, il sentimento di solitudine e isolamento, la storia d'amore, tutto ciò che l'autore confeziona e crea nel primo tempo sull'astronave è sicuramente la parte più interessante drammaticamente ed eticamente con degli intenti distopici notevoli.
Poi da quando conosciamo questo strano pianeta immerso nei ghiacci, i suoi abitanti alieni che sembrano una via di mezzo tra creature dello studio Ghibli e mostri dell'orrore cosmico lovecraftiano con quei tentacoli il film prende una piega che sembra correre troppo veloce.
La corsa alle armi, il sacrificio del cucciolo e la battaglia finale gridano un eccesso di esagerazione per cui il film diventa un blockbusterone a tratti troppo infarcito di elementi perdendo quella grazia che è un marchio di fabbrica delle opere di Boong