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martedì 25 aprile 2017

Taking of Tiger mountain

Titolo: Taking of Tiger mountain
Regia: Tsui Hark
Anno: 2015
Paese: Cina
Giudizio: 4/5

Manciuria, 1946. Il capitano 203 guida un manipolo di soldati dell'Esercito Popolare di Liberazione maoista, spossato dalla guerra civile, che arriva in un villaggio terrorizzato dall'egemonia dei banditi. Questi, guidati da Lord Hawk, hanno preso possesso di Tiger Mountain, un rifugio pieno di insidie, e di un arsenale appartenuto ai giapponesi. Inferiori numericamente e peggio armati, i soldati dovranno ricorrere a un'impresa eroica per sconfiggere i banditi e liberare il villaggio. Yang, inviato dal Quartier Generale del Partito, si offre volontario come infiltrato nella gang di Hawk per aiutare la missione.

Tsui Hark è uno dei registi più importanti della sua generazione. Credo sia uno dei pochissimi a non aver mai dato alla luce un brutto film e non ha quasi mai accettato marchette come il suo collega Zhang Yimou di cui peraltro ho grande stima.
Ci troviamo ancora una volta di fronte ad un'opera incredibile con una messa in scena che raggiunge livelli ancora una volta molto alti inserendo un lavoro di fotografia magnifico in grado di esaltare ogni singolo attimo di azione e di bellezza estetica presente nel film.
The Taking of Tiger mountain è un'opera di sorprendente naturalezza visiva che ci offre scenari e location incontaminate.
Tratto da un'opera patriottica e da un romanzo di Qu Bo pubblicato nel 1946, il racconto è diventato subito un grande successo di pubblico tra il popolo, in un periodo ricco di cambiamenti politici e sociali per la Cina. La pellicola, capace di incassare in patria una ragguardevole cifra (decimo incasso nazionale di tutti i tempi) equivalente ad oltre 150 milioni di dollari ha dato di nuovo il lasciapassare ad Hark, abituato a smarcarsi tra grandi produzioni e film a basso budget.
Il suo ultimo film è un'avventura in piena regola che a differenza di altre opere dell'autore cerca di essere meno politica puntando su un misuratissimo intrattenimento con alcuni colpi di scena e un climax spettacolare. L'epicità ancora una volta fa da protagonista diventando l'impianto narrativo e riuscendo a inserire una galleria di personaggi convincenti e memorabili oltre che essere caratterizzati molto bene. In più le solite sotto trame, alcune semplici altre meno e comunque sempre ricche di sfumature riescono a dare ancora più sostanza privilegiando l'entertainment più puro e incontaminato.

Un'altra prova per un artista che non ha bisogno di presentazioni sapendo destreggiarsi tranquillamente in ogni genere apportando sempre la sua firma e il suo stile ormai una garanzia di qualità, tecnica, complessità di scrittura e intenti.