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mercoledì 22 gennaio 2020

Ad Astra


Titolo: Ad Astra
Regia: James Gray
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Futuro prossimo. Un astronauta parte alla volta di Nettuno alla ricerca del padre che non vede da tantissimi anni. Forse, sì, è ancora vivo…

Basterebbe già soltanto la prima scena, quella caduta dalla torretta aereo spaziale, a far subito intuire la portata e la grandiosità di alcuni momenti, del reparto tecnico, di come Gray traccia le sue coordinate nello spazio. Al suo settimo film, il regista americano decide di confrontarsi anche lui con la sci-fi, facendolo con un film minimale che abbraccia quei silenzi e quei monologhi interiori che in parte avevamo visto nel bellissimo MOON.
Con tanta passione nel gestire una storia tutt'altro che semplice, tra terra, luna, Nettuno e spazio, con un rapporto difficile tra padre e figlio e una minaccia che rischia di sterminare il genere umano.
Ancora una volta è una tragedia, un trauma infantile ad innescare il viaggio interstellare di Roy, tra avventura, paura, conoscenza e bisogno di risposte.
Un viaggio che richiede un coraggio incredibile nel voler salvare se stesso, il padre, l'umanità, da una catastrofe immediata in parte dovuta alle conseguenze dell'intero genere umano e delle strane richieste poste a Roy quando incontrerà suo padre. Il rapporto tra i due è molto intenso, sembra quasi una sorta di sogno con il dubbio che non sia solo immaginazione ma il film che non si ferma a questo porta tutto verso un climax finale di enorme impatto e potenza visiva.
Ancora civiltà perdute per Gray che possono trovarsi nei luoghi più disparati, andando incontro a distanze cosmiche e location di una bellezza irresistibile, con un duo di attori che legge molto bene la galleria di sentimenti ed emozioni vissute, di paure, responsabilità e fragilità.
Ad Astra mette insieme tante cose, forse troppe, rendendole minimali e lente, quanto profetiche di una paura di quel cosmo che sembra attirarci a se ma che allo stesso tempo ci spaventa più di ogni altra cosa. Muoversi da un pianeta all'altro in poco più di due ore è una scommessa che Gray ha vinto, a volte in maniera stucchevole, ma sempre rivolto ai personaggi, alla loro caratterizzazione, alla crescita e allo spessore nel mettersi in gioco in primo piano.
Il messaggio può anche essere che il bisogno di sapere, porta alla consapevolezza di mettersi in viaggio verso qualcosa che forse non si raggiungerà mai, ma che per forza di cose va percorso.
Il viaggio è al tempo stesso la metafora della vita di ognuno di noi.