Visualizzazione post con etichetta Freaks Out. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Freaks Out. Mostra tutti i post

domenica 21 novembre 2021

Freaks Out


Titolo: Freaks Out
Regia: Gabriele Mainetti
Anno: 2021
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Nella Roma del 1943, quattro amici lavorano in un circo gestito da Israel, che sparisce nel nulla. Senza il loro capo a guidarli, Matilde, Cencio, Fulvio e Mario si sentono abbandonati e cercano una via di fuga dalla città occupata dai nazisti.
 
Mainetti è il suo amore per i sotto generi. Freaks out partendo dalle metriche basse è un concentrato kolossal di paraculismo assoluto, con marchette sparse ovunque, i soliti nazisti, la vendetta e una storia tutto sommato clamorosamente banale.
Eppure è molto bello, molto fresco e parecchio americano. Portando al vertice, casting, budget e maestranze, l'opera di Mainetti riesce ad essere incredibilmente internazionale, inquadra quasi tutti i target pur avendo all'interno delle chicche che non mi aspettavo e regalando dei personaggi assolutamente deliziosi dove il freak number one è il Gobbo interpretato da Mazzotta.
Un film dove c'è tanto, a volte troppo ma senza stroppiare. Il circo, la strada, l'accampamento nazista, la fuga, i partigiani, i combattimenti e la mini guerra finale. Cita tantissimo cinema italiano dai CARI FOTTUTISSIMI AMICI di Monicelli a tanti omaggi a Fellini. Riesce con gli effetti e i colori a rendersi post contemporaneo cercando però di utilizzare quel romanaccio dove il lavoro meglio riuscito è la distorsione del dialetto tedesco di Franz, interpretato da un ottimo attore poco conosciuto per chi non è avvezzo al circuito indipendente tedesco.
Freaks out è un film emozionante ma che non rivedrei mai una seconda volta. Esibisce senza mezzi termini scene di sesso, cazzi super dotati di nani, scene di guerra truculente dove vengono recisi arti ed esperimenti tremendi ad opera dei soliti scienziati nazisti. Un film che mette tutti d'accordo secondo la solita diceria che questo come pochi altri – darà enfasi e sancirà forse la rinascita del cinema di genere italiano – come doveva esserlo Lo chiamavano Jeeg Robot. Forse così è stato o così sarà anche se in cuor mio mi aspettavo un pò di cattiveria in più e magari qualche colpo di scena che di fatto non avviene mai. Con un finale poi che strizza l'occhio agli X-Men dopo la morte del mentore ebreo scatenerà il potere sopito di Matilde, altra piccola promessa del nostro cinema e capace di tenere sulle spalle tutto il peso del film.