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giovedì 4 agosto 2016

Colonia

Titolo: Colonia
Regia: Florian Gallenberger
Anno: 2015
Paese: Germania
Giudizio: 3/5

Lena e Daniel sono una coppia di giovani tedeschi innamorati. Lei è una hostess della Lufthansa, lui un grafico e un fotografo, che si è messo a servizio delle speranze rivoluzionarie del Cile di Salvador Allende. Daniel ha appena deciso di tornare in Europa con lei, quando rimane bloccato dal colpo di stato del 1973. Segnalato come collaboratore dei comunisti, viene rapito dalla polizia segreta di Pinochet, torturato orrendamente, e segregato nella cosiddetta Colonia Dignidad, nel sud del paese: una missione guidata dal carismatico Pius, alias Paul Schafer, dalla quale nessuno è mai riuscito a fuggire. Abbandonata dai compagni di Daniel, che hanno preso la via della clandestinità, Lena decide di entrare sola e volontaria a far parte della setta, per ritrovare il suo fidanzato e cercare di portarlo in salvo.

Non è mai facile attraversare alcuni momenti bui della storia.
Il cinema ci prova spesso con risultati contraddittori a seconda di quanto vengano premiati gli intenti e la storicità del fenomeno storico.
In questo caso Colonia Dignidad con il suo leader a dir poco carismatico ma autoritario Schafer è un'altra di quelle storie malate e inquietanti che il cinema si è preso la briga di raccontare e mostrare attraverso le immagini.
Quando però si punta troppo sull'azione esasperando un dramma e spettacolarizzandolo, si rischia di finire su un terreno poco fertile e irto di spine. Per fortuna il film tedesco riesce nonostante alcuni momenti traballanti, quasi tutti nella seconda parte, ha scampare da questo problema ma purtroppo senza focalizzarsi mai troppo bene sul dramma, preferendo una improbabile storia d'amore assai stereotipata e con alcuni eccessi davvero poco convincenti.

Se poi all'espressività enigmatica di Bruhl poniamo accanto la tipica mono espressione della Watson, davvero poco credibile come scelta e come recitazione, allora alcuni sforzi sembrano vani.