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venerdì 26 aprile 2024

Vesper


Titolo: Vesper
Regia: Kristina Buozyte, Bruno Samper
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Dopo il crollo dell'ecosistema terrestre, Vesper, una ragazza di 13 anni che lotta per sopravvivere con il padre paralizzato, incontra una donna con un segreto che la costringerà a usare il suo ingegno, i suoi punti di forza e le sue capacità di bio-hacking per lottare per la possibilità di avere un futuro.
 
Fantasy distopico, uno scifi post apocalittico che sembra strizzare l'occhio al signore delle mosche, a Oliver Twist, Prometeo e ad alcune fiabe e scelte orrorifiche come i vermiformi e queste piante carnivore che si cibano della carne umana. Ci sono trafficanti di organi umani che giocano ad essere Dio creando bambini in provetta assoldandoli in un mini esercito. C'è la classe d'elite delle Cittadelle che vivono da tutt'altra parte lasciando Vesper e gli altri e condannandoli alla misera sopravvivenza come emarginati. Ci sono robot umanoidi e intelligenza artificiale
Pur non godendo di un budget faraonico e con scelte molto indie, il lavoro della coppia di registi è minimale nella ricerca e nella cura di ogni minimo dettaglio. Visivamente è stupendo rasentando la perfezione come nella scelta della fotografia, nel non cercare mai nessun accomodamento per lo spettatore ma raccontando una storia nera e drammatica dove il climax finale fa presupporre a ciò che potrebbe succedere ma senza darci la conferma.
Vesper è un adulta a tutti gli effetti che donerà le armi del riscatto all’umanità schiacciata dai nuovi Dei, i padroni del capitalismo, spargendo linfa vitale da una struttura innalzata dai Pellegrini con materiale di scarto simile alla torre di Babele questa volta però costruita non per dividere bensì per unire gli uomini in una palingenesi globale.

mercoledì 18 ottobre 2023

Creator


Titolo: Creator
Regia: Gareth Edwards
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Nel 2070 il mondo è diviso in due blocchi, quello Occidentale guidato dagli americani che rifiutano le AI, e quello asiatico che invece le accoglie. Joshua è sposato a Maya, ma in realtà la sua è una operazione di infiltrazione nel territorio delle Repubbliche asiatiche, dove cerca di individuare quello che le AI considerano "il Creatore". Gli americani però attaccano con la loro piattaforma orbitante prima che lui ottenga l'informazione, uccidendo nel bombardamento sua moglie Maya. Cinque anni dopo l'esercito gli dice che Maya è invece sopravvissuta: Joshua ha una nuova possibilità di salvarla, a patto che distrugga l'arma che le AI hanno costruito. Ma l'arma in questione si rivela essere una bambina robot...

Gareth Edwars è riuscito in un'impresa difficile facendo un suo film molto personale con un budget modesto e un'insieme di elementi e temi presenti nel film da lasciare davvero senza parole.
L'autore di cui non c'è bisogno di presentare il curriculum parla di temi sul sociale, famiglia, genitorialità, amicizie, affetti, scifi, distopia, post-apocalittico, guerra, supremazia, totalitarismi, discriminazione razziale (ai danni delle AI). Con qualche tenera similitudine con BLADE RUNNER Edwards riesce a regalare innanzitutto un'esperienza visiva d'impatto, con location stupende, le stesse AI delineate e caratterizzate molto bene. Gli antagonisti e quindi i mercenari americani cazzuti e cattivi al punto giusto e in tutto questo il tema della fuga, di come partendo con una precisa idea in mente ci si ritrovi a scoprire come è tutto diverso. Infine una battaglia che in giorni come questi su paesi economicamente e militarmente più deboli lascia una bella traccia.
Ci sono influenze legate alla guerra in Vietnam, campagne governative reazionarie, una bambina che non abusa mai del suo potere e una piattaforma orbitante che fa davvero paura con quella capacità di colpire come un castigo dal cielo diventando pertanto divina, disumana nel suo scansionare il territorio sottostante come fosse un codice a barre.

Eradication


Titolo: Eradication
Regia: Daniel Byers
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Quando una malattia sconosciuta spazza via la maggior parte della popolazione mondiale, un uomo con un sangue unico viene isolato per essere studiato. Temendo per l’incolumità della moglie, rompe la quarantena e si ritrova in un mondo invaso da mostruosi Infetti e da un’oscura agenzia che dà loro la caccia.
 
Film pandemico, survival-movie, scifi, indie, horror. Tanti ingredienti in questa piccola produzione che fin da subito ci mostra un uomo in una sorta di bunker. Non è chiaro cosa ci sia fuori o quale sia l'entità del pericolo anche perchè le poche informazioni arrivano tramite web cam al nostro protagonista da una donna che gli dice cosa fare e come muoversi. Di certo da una scena vedremo come al di fuori del bunker a causa di un virus ci sono degli infetti ma poi il film si muove di fatto su due elementi che sono i droni (i quali controllano e pattugliano) e il sangue (si cerca un non infetto perchè possa diventare l'ancora di salvezza e salvare il resto dell'umanità). Contando che gli effetti speciali quasi non sussistono, il cast è azzerato, al protagonista non viene permesso di uscire al buio, vediamo con la telecamera che qualcuno lo osserva nel suo nascondiglio da fuori aspettando il momento. Il finale è la parte sicuramente più drammatica dove scopriamo i colpi di scena legati alla moglie e al rapporto con l'agenzia. Un film minimale, lento, ma non per questo poco interessante, anzi. Un film dove regna l'atmosfera e la caratterizzazione dei personaggi ma di certo un film dove l'azione non viene quasi mai mostrata.

lunedì 10 luglio 2023

Black Mirror-Season 6


Titolo: Black Mirror-Season 6
Regia: AA,VV
Anno: 2023
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 6
Episodi: 5
Giudizio: 3/5

A scanso di equivoci quando tutti sembrano avercela a morte sostenendo che non ci siano più quelle idee distopiche frastornanti a cui eravamo abituati posso dire che quando una serie giunge ormai alla sesta stagione con traguardi importanti possa permettersi un cambio di rotta.
Qui sembra che le scelte abbiano portato ad un'esplorazione più horror/weird che scifi.
Una serie antologica con uno standard così alto com'è stato pensato da Charlie Brooker può permettersi di farlo come vuole.


Allora come per la saga di VHS passiamo da frammenti di storie macabre che speravo sfociassero nel folklore quando invece abbracciano una simil idea di snuff movie di LOCH HENRY.


Oppure in MAZEY DAY arroganti fotografi disposti a tutto che finiranno nella tana del "lupo". 


JOAN IS TERRIBLE è quanto di più simpatico e grottesco ci si potesse aspettare certo con un finale sbilanciato ed esagerato ma l'idea alla base è semplicemente originale e attuale più che mai per tutti i fruitori dipendenti da serie tv di ogni tipo. 


BEYOND THE SEA invece l'episodio proprio più scifi e distopico l'ho trovato tra i più deboli con un'idea interessante anche se non originale ma sfruttata male nei tempi e nel ritmo. 


DEMON 79 invece è a tutti gli effetti il più folle e assurdo, qualcosa di atipico anche per i canoni della serie e su questo sono molto contento perchè significa coraggio e voglia di mettersi in gioco con un risultato altalenante ma con un finale in cui si gode e non poco. Nel finale una serie che non ha da far rimpiangere nulla e probabilmente in futuro proverà a contaminarsi di nuovo alzando le antenne per cogliere idee da ogni direzione e genere cinematografico che possa interessargli.

martedì 6 giugno 2023

Last of Us-Season 1


Titolo: Last of Us-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2023
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 9
Giudizio: 3/5

Joel è un reduce dell'operazione "Tempesta nel deserto", ed è il padre di Sarah e il fratello di Tommy. Lavora troppo, ma è molto legato ai propri affetti. Quando un misterioso morbo trasforma le persone infette in feroci aggressori, Joel fa il possibile per portare la famiglia in salvo, ma finisce per perdere la figlia. Anni dopo, in una zona di quarantena nei pressi di Boston, opera in traffici illegali insieme a una donna, Tess, conosciuta nei giorni più bui, quando aveva da poco perso Sarah e il morbo aveva gettato il mondo nel caos. Dai ribelli al regime militare che domina le zone di quarantena, riceve il compito di portare una ragazza, Ellie, a un punto d'incontro a Ovest, nel bel mezzo di quel che resta di Boston, dove gli infetti sono sempre in agguato.

Ci sono due modi per aprociarsi all'Apocalisse. Cercando di fermarla o sopravvivendo. Last of Us le mette insieme tutte e due. Tratto da un videogioco di successo, la mini serie tratta ancora una volta il post apocalittico, un virus ( se non altro l'idea forse più originale) e la paternità.
Grazie ad un cast degno, l'opera in sè per tutti coloro che hanno letto di tutto e di più su questo tipo di atmosfera e hanno visto ormai quasi tutto, non ha grandi motivi per gridare al miracolo.
Gli infetti si vedono con il contagocce lasciando molto più spazio all'incredulità delle location immerse nella natura e della paura dietro l'angolo. L'umanità come sempre e come Barker insegna è peggiore di qualsiasi mostro e la speranza sembra ormai un fanalino di coda preferendo ammazzare il proprio figlio per poi togliersi la vita come accade in un episodio. C'è un episodio il terzo dove si racconta un amore omosessuale concentrando la loro storia di vent'anni. Credo che in quel caso la serie raggiunga l'apice grazie ad una scrittura che riesce a rendere quella materia preziosa e rara per come vengono disegnati i personaggi e sviluppate le loro azioni.

martedì 18 aprile 2023

Bussano alla porta


Titolo: Bussano alla porta
Regia: M. Night Shyamalan
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Eric e Andrew sono una coppia che insieme alla figlia adottiva Wen passano una vacanza in un cottage sperduto e immerso in un bosco. La loro tranquillità viene travolta dall’arrivo di due uomini e due donne che invadono la loro casa e li legano. Arrivati a seguito di visioni che annunciano delle profezie di catastrofi, chiedono che credano alla loro storia e che sacrifichino volontariamente uno di loro per impedire l’Apocalisse e la distruzione dell’umanità.
 
Shyamalan è uno di quegli autori che fa sempre discutere. Da un lato bisogna apprezzare la sua voglia di mettersi sempre in gioco con temi e film di una certa caratura senza scomporsi mai troppo rimanendo sulla cresta dell'onda tra l'horror, il thriller, lo scifi e il fantasy oltre che il dramma.
Dall'altra sembra quasi che da un'idea suggestiva la resa non sia mai quella giusta come se mancassero sempre degli elementi o la sceneggiatura commettesse degli errori grossolani.
Da questo punto di vista Bussano alla porta si apre in maniera molto politically correct dove
il regista ancora una volta mette sempre in scena una qualche forma di famiglia con al centro dei bambini o degli adolescenti che si confrontano con il mondo degli adulti attraverso esperienze traumatiche, trascendentali o soprannaturali, traghettandoli verso una consapevolezza sulla durezza della vita adulta. Qui l'aspetto queer è molto presente come una scelta doverosa del regista dove però al di là di una quasi unica location e di una messa in scena straripante, il nostro si auto infligge un tradimento che compie nel mostrare a tutti i costi che il sacrificio reale di un componente del nucleo familiare porti alla salvezza in un mezzo happy end. Questa scelta depotenzia del tutto la forza del racconto che appare fin da subito chiaro e lineare, in cui il climax non raggiunge mai la tensione e non abbiamo nessun twist rivelatore come nei suoi grandi finali precedenti.
Quando vediamo il sacrificio e gli intenti della "setta" diventa subito chiaro e dove una volta avrebbe invece giocato invertendo le aspettative (come in the VISIT ad esempio). Qui l'Apocalisse sembra investire lo stesso reparto narrativo che rimane vittima di uno stesso potenziale che andava sfruttato meglio.

Involution


Titolo: Involution
Regia: Pavel Khvaleev
Anno: 2018
Paese: Russia
Giudizio: 2/5

In un futuro vicino, Hamming è un giovane psichiatra a distanza, che segue i propri pazienti con disinteresse per affidarsi piuttosto al potere dei farmaci che somministra. L’umore cupo del ragazzo è segnato dal vuoto lasciato da Liv, la sua amata, che lo abbandona per tornare da sua madre. Ma un paziente di Hamming è stufo di essere trattato con approssimazione, così interrompe la cura farmacologica e si convince di trovare lo psichiatra per ucciderlo. Intanto una piaga colpisce l’intera razza umana, che sembra ormai destinata all’involuzione biologica della specie.
 
L'involuzione è in corso e la massa cerebrale dell’uomo si restringe sempre di più, eliminandone la parte razionale. Gli istinti primordiali si fanno sempre più forti e l’aggressività aumenta. Ma la vera involuzione sembra forse solo quella di Khvaleev ed è un peccato perchè in parte non ho nemmeno disprezzato come quasi tutti questo scifi che in mano russa cerca come sempre di rendersi più complesso, pretenzioso e stratificato del solito. Il che di per sè non guasterebbe nemmeno se non fosse per una messa in scena incerta e alcuni dialoghi soporiferi. Personaggi stereotipati e quando non si sà come rendere interessante una dinamica la si riempie di significati superflui e gratuiti come nel caso della madre di Liv e del suo giovane compagno con cui compiono ogni sorta di gioco erotico per sfuggire alla routine in una villa high tech borghese. Una coppia di nemici alla rincorsa di Hamming semplicemente ridicoli dove non ci capisce come mai sappiano sempre dove trovare il loro obbiettivo per non parlare delle scene oniriche che seguono il viaggio in una realtà parallela ma sfuggevole di Hamming.

martedì 1 novembre 2022

Giant god warrior appears in Tokyo


Titolo: Giant god warrior appears in Tokyo
Regia: Shinji Higuchi
Anno: 2012
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Sembra una giornata normale nella frenetica Tokyo, una giornata come tante altre: il traffico fluisce caoticamente lungo la rete stradale, la popolazione vaga per le vie armeggiando con tablet e cellulari, del tutto ignara del pericolo che incombe imminente sulle loro teste. Nell’indifferenza generale fra i monumentali grattacieli edochiani inizia a delinearsi la figura di un gigantesco meccanoide intenzionato, una volta sceso a terra, a cambiare per sempre il volto della metropoli.
 
Prodotto dallo studio Ghibli, questo corto di 10 minuti molto scifi e live action sembra portare ormai all'imminente catastrofe e fine del mondo da parte dei guerrieri invincibili, coloro che come per il tempo della creazione, in quella stessa settimana distruggeranno pianeti e poi chissà..
Con la voce narrante di una ragazza che racconta come sia stata una profezia annunciata dal fratello, dell'arrivo dei giganti, questo omaggio ai mostri kaiju non poteva che avere le sigle e le influenze del creatore di NEO GENESIS EVANGELION, GAMERA e gli stessi guerrieri di NAUSICAA NELLA VALLE DEL VENTO. Dimenticate qualsiasi tipo di redenzione, missione salvifica, qualche eroe che subentra a combattere la minaccia. Niente di tutto questo. Arrivano e purgano il genere umano con raggi potentissimi e nel giro di poco il mondo è ko.

martedì 23 agosto 2022

Bubble (2022)


Titolo: Bubble (2022)
Regia: Tetsurō Araki
Anno: 2022
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

In una Tokyo isolata dal resto del mondo, a causa di bolle e anomalie gravitazionali, il destino fa incontrare un ragazzo con un talento particolare e una ragazza misteriosa.
 
Bubble è un ottimo esempio di come l'animazione nipponica riesca ad essere spesso un passo avanti rispetto ai coetanei che bazzicano il genere. Azione, avventura, dramma, scifi, tensione e quant'altro sembrano i soliti ingredienti con cui Tetsurō Araki, regista che non ha bisogno di presentazioni, cerca di immergere il suo pubblico in questo caso sfruttando una componente post apocalittica molto interessante. Bolle, sfide in una Tokyo devastata e isolata che combatte per rimanere a galla e dove tutto sembra riportare ad una guerra tra bande per conservare l'istinto di sopravvivenza.
Se a sconquassare tutto ci mettiamo la solita incognita di una nuova vita che come Lilu o chiunque altro arrivi da un'altra dimensione, può diventare l'ancora di salvezza della civiltà, seppur materia consolidata dal cinema, se trasformata a dovere può sempre rimanere un'ottima scelta narrativa.
Dal punto di vista estetico e dei fondali apportati per descrivere l'ambientazione il film è ineccepibile. Tutto è consolidato da una mano esperta, forse la durata poteva essere leggermente minore dove spesso si ricorre ad alcune slapstick in stile orientale che non riescono proprio a far ridere ma tutto ciò viene evidenziato per bilanciare le scene drammatiche.

sabato 18 giugno 2022

Love, death and robots-Season 3


Titolo: Love, death and robots-Season 3
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Usa
Stagione: 3
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

1-Tre robot: anche qui si riparte con il trio di robot, in un episodio divertente ma anche cinico e soprattutto post-apocalittico. L'uomo non fa che promuovere armamenti nucleari e guerra allora chi è veramente il prescelto a finire su Marte e forse iniziare una nuova era? Non di certo l'uomo.
2-Un brutto viaggio: straordinario. Solitario. Survival mood. Melville, Poe, e molti altri sono i contagiati prescelti per questo episodio tutto a mare su una nave dove una creatura farà strage dei marinai cercando una vittima sacrificale per il suo piano..crudo, violento, sovrannaturale..la bestia che riesce a comunicare con il sopravvissuto usando uno dei corpi delle vittime è uno dei momenti più alti del corto.
3-La pulsazione della macchina: forse siamo di fronte ad uno degli episodi più onirici, visionari e scifi di tutto il progetto con deviazioni cyberpunk. Per salvare la specie si varcano i satelliti naturali di Giove, dove avviene l'incidente e si perde la speranza sopraggiungendo i farmaci, le droghe, per provare a dare ancora un senso alla ricerca di qualcosa che non è facile spiegare..allucinato come il viaggio della protagonista e gli incubi dove comincia a vedere la realtà attorno a sè astratta e bidimesionale e dove il confine tra realtà e follia diventa sempre più labile.
4-La notte dei minimorti: a seguito di un incidente clamorosamente ironico, i non morti prendono il sopravvento e fanno manbassa degli umani in tutte le zone del mondo. Impossibile contrastarli. Con uno stile ipertrofico e un ritmo incredibile..
5-Morte allo squadrone della morte: totale. Scott, Cameroun, tutta l'azione di uno squadrone che sembra uscito da Alien(s) in lotta contro un orso mutante quasi impossibile da abbattere. Splatter, distruzione, esplosioni, di tutto e di più senza far mancare quella violenza devastante in uno dei corti meglio confezionati dove seppur gli intenti e il senso di fondo sono assai banali, il potere dell'intrattenimento e del ritmo trova un impatto deflagrante
6-Sciame: tanta scifi anche qui alle prese con una frontiera spaziale con due scienziati cyborg alle prese con una razza aliena insettoide dovendo appurare se la razza in sè è in grado di pensare e dotata di capacità intellettive. Una riflessione con sfumature filosofiche sull'altro alieno dove la paura e la curiosità si fondono per entrare in uno scenario visivamente molto imponente e ricco capace di lasciare diverse riflessioni.
7-Mason e i ratti: dall'Irlanda un vecchio che vuole sterminare famiglie intere di ratti mercenari armate che non vogliono proprio lasciare la fattoria in cui vivono. Il vecchio che fa parte della vecchia scuola non riuscendo a stanarli chiederà l'ausilio delle armi hi-tech. Il risultato è un abominio più letale degli stessi topi che il vecchio non potrà sopportare a lungo..a tratti commovente, violento e truculento dove ancora una volta viene demonizzata la tecnologia..
8-Sepolti in sale a volta: un'altra chicca con uno stile visivo eccellente, sembra quasi di vedere un film vero e proprio portando al top l'animazione videoludica in un progetto d'animazione. Quasi lovecraftiano per certi aspetti dove le montagne della follia sono il crepuscolo dove una squadra dei corpi speciali arriva nelle grotte dell'Afganistan per recuperare un'ostaggio prigioniero dei terroristi ma quello che troveranno mano a mano che scendono nelle profondità della terra sembra essere puro male. Una metafora sulla guerra, sull'invasione e su molto altro ancora.
9-Jibaro: folklore e mitologia, relazioni tossiche, in questo splendido affresco con uno stile minimale, un'animazione esemplare seppur non esente da difetti per l'incredibile complessità con la quale è stata realizzata. Un amore così violento e impossibile che lascerà basiti lasciando da parte i dialoghi e comunicando solo di sguardi e movimenti del corpo. Cruenta, feroce, senza lieti fini, ma lirismo puro. Una vera perla per uno dei corti top dell'intero progetto.

venerdì 4 febbraio 2022

Mondocane


Titolo: Mondocane
Regia: Alessandro Celli
Anno: 2021
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

In un futuro prossimo, la città di Taranto è stata tagliata fuori dal resto del paese ed evacuata a causa dei danni provocati dall'acciaieria. All'interno delle recinzioni, gang criminali si danno battaglia per il controllo del territorio. Tra di esse le Formiche, un esercito di ragazzini capeggiato dal temibile Testacalda. Mentre dall'esterno la polizia cerca di mantenere l'ordine come può, i due adolescenti Pietro e Christian vengono in contatto con le Formiche e attirano l'attenzione di Testacalda, che dovrà capire quale dei due ragazzi prendere sotto la sua ala.
 
Ormai non c'è nemmeno bisogno di chiedere per sapere quando Matteo Rovere sceglie di produrre o girare un'opera. Quasi tutti gli ultimi film di genere italiani hanno in un qualche modo a che fare con lui direttamente tramite la sua direzione, la Groenlandia, oppure i giovani talenti a cui concede una possibilità. L'idea è notevole, il post-apocalittico che mischia l'eco vengeance in una Taranto spettrale, una metafora, una denuncia, forse molto di più sperando che non accada.
Mischiando tanto cinema, altrettanta letteratura e fagocitando tutto, Celli e Leotti si lasciando prendere la mano scrivendo una storia drammatica e coraggiosa, lapidaria quanto violenta rifuggendo agli happy ending e a tanti moralismi. Un altro esempio di cinema di genere che riesce a tenere alta la testa dando prova di una valanga di elementi a disposizione tra gli attori conosciuti e non (soprattutto i non in questo caso), luoghi che come per Terra dei figli portano a desolazione, spopolamento, povertà e distruzione. La parabola di Celli è contemporanea in alcune scelte funzionali e allarmanti, nel continuare a voler credere che i bambini possono essere crudeli e spietati come si è spesso chiesto il cinema e di come il branco possa diventare una bomba a orologeria dove gli adulti fanno fatica ad avvicinarsi per disinnescarla.

venerdì 24 dicembre 2021

Rambler


Titolo: Rambler
Regia: Calvin Reeder
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Dopo essere uscito di prigione, un uomo solitario conosciuto come "The Rambler" intraprende un viaggio pieno di insidie attraverso piccole città e strade desertiche in un America pericolosa e corrotta. Lo scopo è il suo ricongiungimento con il fratello che non vede da lungo tempo.
 
Rambler è un film bifolco, sporco e disturbato. Un mondo ormai allo sbando, gente che sta letteralmente impazzendo, un western metropolitano dove incontriamo spesso lande desolate e campagne abbandonate. Un protagonista che parla poco e vede il mondo andare a pezzi con gente che esplode letteralmente. In questo viaggio dell'eroe, Rambler uscendo di prigione dovrebbe incontrare il fratello in un ranch e lavorare con lui mettendosi al riparo da tutte le vicende, quasi sempre schizzate o violente, che sembrano attirarlo come una calamita.
Ovviamente anche quando ci riuscirà si renderà conto che ha bisogno di altro, del degrado.
Di affetti verso una ragazza che sembra morire in ogni dove Rambler la segue o la insegue, in uno scienziato pazzo che caricandoselo in macchina, come in un circo freak prova a registrare i sogni delle persone con un macchinario che le fa esplodere. Rambler è indipendente, una scheggia folle e impazzita di un certo tipo di cinema che non si vede spesso, anzi molto di rado. Un film che nel suo non sense riesce a trovare una direzione e crea molto più di quello che dice e quando ingrana la marcia diventa una macchina da guerra.

Toxic Man


Titolo: Toxic Man
Regia: Cadmus Rimbeaux
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Afflitto da una malattia debilitante, l’Uomo Tossico si propone di fermare la cabala di scienziati e burocrati responsabili della sua metamorfosi putrescente con un tentativo di vendetta intensamente surreale e contorto.
 
Toxic Man è stato girato con due lire come il finale in cui per mancanza di budget il ragazzo tossico dovrebbe colpire i leader di una multinazionale e viene tutto ricondotto allo stile del fumetto.
Per il resto in un quarto d'ora ascoltiamo le digressioni del protagonista che racconta la sua lenta metamorfosi, vediamo il corpo trasformato cascare a pezzi e infine la sua lunga marcia per la vendetta. Un revenge movie post apocalittico e vagamente distopico dove ormai per povertà e altri bisogni, pur di sopravvivere si diventa cavie a tutti gli effetti dando la possibilità alle aziende di usare i corpi dei malcapitati per i loro esperimenti e testare così new drugs da laboratorio.

sabato 18 dicembre 2021

Prisoners of the Ghostland


Titolo: Prisoners of the Ghostland
Regia: Sion Sono
Anno: 2020
Paese: Giappone
Giudizio: 2/5

Un famigerato criminale deve rompere una maledizione malvagia per salvare una ragazza che è misteriosamente scomparsa.
 
Lungi da me l'idea di poter dare un'insufficienza ad un autore che amo e venero nel pantheon nipponico come Sion Sono assieme naturalmente a MIIKE TAKASHI, SHINYA TSUKAMOTO, TAKASHI SHIMIZU, RYUHEI KITAMURA e tutti gli altri.
Sono è uno di quei registi come Miike prolifici e ciò nonostante sempre garanti di una qualità formidabile e un cambio di registri narrativi e di genere come pochi sanno fare.
Questa pellicola, questo connubio con Nicolas Cage e un cast americano in parte sinceramente non mi aveva stupito negativamente, sapendo bene che quando il regista c'è, il risultato arriva subito dopo. Il problema in questo caso pur avendo una messa in scena e una scenografia strabordante in termini positivi di precisione minimale e di confezione del prodotto con delle maschere bellissime e inquietanti rimane la storia. Purtroppo questo prigioniero si trova a dover varcare un confine in un viaggio dell'eroe simile ad altri film ma dove il limbo in cui si muove sembra non trovare mai una collocazione esatta e dove il protagonista fa cose senza avere un obbiettivo preciso se non quello rubato dai soliti cult di genere di riportare la figlia scomparsa al ricco possidente di turno.
La confezione come dicevo è la parte migliore. Sono mischia strani mondi, da quello post-apocalittico ma pure un po’ steampunk, a quello in cui si mescolano tratti del western americano, del chanbara orientale e del B-movie europeo tanto caro al post-modernismo anni ’90 .
L'elemento che più mi ha danneggiato è stata una noia imbarazzante che prende le redini del film e di un personaggio che poteva essere caratterizzato di più magari avvalendosi di qualche sceneggiatore fenomenale come in Giappone c'è ne sono tanti.
Prisoners è una corsa senza senso di un’ora e tre quarti che inanella una dopo l’altra sequenze sempre più folli e visivamente frastornanti ma tutte in parte slegate come alcuni personaggi lasciati troppo alla deriva o cambi drastici nella caratterizzazione senza averne motivato il significato.
Scena cult, il coglione che esplode nella tuta di Nicolas Cage.

martedì 2 novembre 2021

Terra dei figli


Titolo: Terra dei figli
Regia: Claudio Cuppellini
Anno: 2021
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Un padre e un figlio abitano una palafitta sul lago, dopo che una catastrofe non meglio specificata ha cambiato il corso degli eventi e condannato i pochi sopravvissuti ad arrangiarsi come possibile, senza curarsi troppo del prossimo. Il collasso della società ha portato violenza e solitudine, oltre a rendere superfluo il leggere e scrivere per chi in questo mondo ci è nato. Quando il figlio vuole scoprire cosa il padre ha scritto nel suo diario, deve imbarcarsi in un viaggio disperato alla ricerca di qualcuno che possa aiutarlo.
 
La Terra dei figli è un film rivelazione. Forse una delle opere più interessanti del cinema di genere italiano degli ultimi anni ( e forse anche perchè non se ne fanno). Un film potente, misurato, drammatico e poetico. Un film sporco e con pochi dialoghi, pochi personaggi, una natura insidiosa e i rapporti umani ai minimi storici.
Pandemia, clima post apocalittico, distopico, cattivo. I figli vengono uccisi dai padri perchè portatori di un male virale. Da qui la scelta di un padre di non uccidere il proprio figlio educandolo alla maniera siberiana, senza emozioni e sentimenti.
Gipi pensa e scrive. Cuppellini dirige. Poche location, barche, paludi, una catapecchia, una baracca e infine un enorme industria. Pochi reparti. Figlio (il protagonista) va in giro cercando un'identità che non ha mai avuto, come Pinocchio al contrario (Figlio è violenza pura) il quale troverà durante il suo cammino il Gatto e la Volpe (due bifolchi scampati alle radiazioni con tanto di bubboni), una ragazza da salvare e infine dei mercenari assoldati da un leader e dal suo inquietante braccio destro. Il mondo non è come lo ricordiamo ma crudele, terribile e violento. Le donne sono presenze rarissime, e sempre relegate in ruoli di bestie o di emarginate. Si lotta per la sopravvivenza barattando tutto ciò che non si ha. E quando non si può avere si uccide. Il titolo rimanda alla rete, un posto violento e desolato, governato da falsi dei e superstizioni, che giustificano un antropofagismo culturale ed effettivo. In poche parole, la distopia di Gipi è esattamente quella in cui ci troviamo.

mercoledì 2 giugno 2021

Dans la brume


Titolo: Dans la brume
Regia: Daniel Roby
Anno: 2018
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Un giorno una strana foschia mortale scende su Parigi. I sopravvissuti trovano rifugio nei piani superiori degli edifici e sui tetti della capitale. Senza informazioni, senza elettricità, senza acqua o cibo, una piccola famiglia cerca di sopravvivere a questo disastro. Ma le ore passano e una cosa è chiara: l'aiuto non arriverà e sarà necessario provare ad avere fortuna nella nebbia
 
Dans la brume è un disaster movie o eco vengeance con tanto dramma, pathos e azione al punto giusto. Un film per niente scontato dove ancora una volta la metafora su come la natura voglia vendicarsi dell'uomo senza una spiegazione dettagliata su cosa abbia creato questa nebbia (sembra che si sia generata a seguito di un terremoto). Di fatto diventa un survival movie dove il nostro protagonista, un lanciatissimo Romain Duris, deve cercare di salvare la moglie ma soprattutto la figlia Sarah che per una strana malattia è costretta a vivere in una camera stagna e dove apparentemente lei come altri costretti a vivere in quella situazione a causa della malattia rimangono per lungo tempo protetti dalla nebbia. Ma colpirà davvero tutti o come una punizione divina sembra attaccare e uccidere solo gli adulti? Con un finale variabile e molto aperto, il film non manca di portare a casa alcuni colpi di scena, l'happy ending non è mai scontato e le riprese come la nebbia e Parigi sono fotografate ad hoc. Dans la brume evita di esagerare ma sceglie di concentrarsi sul concetto di salvezza e sopravvivenza dove alla fine si è disposti davvero a tutto pur di salvare i propri cari..

martedì 11 maggio 2021

Raya e l’ultimo drago


Titolo: Raya e l’ultimo drago
Regia: Don Hall
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

500 anni fa la nazione di Kumandra univa popoli differenti sotto il pacifico presidio dei Draghi. Finché i Druun, entità malvagie, non si sono diffusi tra gli uomini, agevolati dalla loro cupidigia e discordia, finendo per trasformare ogni forma vivente in pietra. Solo il sacrificio dei Draghi permise all'umanità di salvarsi: il segreto del loro potere è rimasto racchiuso in una gemma magica, unica arma di difesa contro i Druun. Oggi Kumandra non esiste più, divisa tra nazioni belligeranti, che corrispondono ad altrettante "parti" del drago: Zanna, Artiglio, Cuore, Dorso e Coda. Raya, principessa di Cuore, prova a tendere la mano verso Namaari, giovane figlia della regina di Zanna, ma la fiducia in quest'ultima porterà a una terribile disgrazia e al ritorno dei Druun.

La Disney dopo le parentesi dei sequel usciti a profusione sull'onda di classici di successo e i due film remake in live action sceglie finalmente un film che sembra allargare ancora di più gli orizzonti, i generi e gli spazi aperti con OCEANIA. Raya esplora innumerevoli mondi, è a suo modo un post-apocalittico, con l'umanità divisa in gruppi e pronta a vendere cara la pelle nonostante il male (una massa demoniaca gassosa che trasforma in pietra) sia sempre in agguato allargandosi e confinando sempre di più le comunità grazie all'acqua a cui queste entità non possono avvicinarsi.
Una leggenda, i draghi, la profezia, Raya e il desiderio di salvare suo padre, liberare i draghi, sconfiggere i Druun e mettere pace tra le popolazioni.
L'ultimo film Disney dal punto di vista tecnico è un arcobaleno di colori, ha una galleria di creature e intuizioni funzionali anche se purtroppo non esente da un grossissimo difetto legato e non notato anche dalla velocità del ritmo e dal montaggio. In Raya gli ostacoli vengono superati, scavalcati, con una perizia certosina, senza avere grossi grattacapi ma arrivando velocemente all'epilogo finale.
Forse una scrittura e una narrazione leggermente più impegnativa avrebbe giovato maggiormente per un film multiculturale in tutti i sensi.

giovedì 17 dicembre 2020

Kadaver


Titolo: Kadaver
Regia: Jarand Herdal
Anno: 2020
Paese: Norvegia
Giudizio: 2/5

Leo e Jacob vivono in una Oslo post-apocalittica, insieme alla figlia Alice. Scopo delle loro vite è quello di sopravvivere in un mondo dove regna una condizione bellica da stato pre-sociale. Un giorno, la famiglia è invitata nella villa del facoltoso Mathias in cui l’atmosfera è quella di una serata di gala con succulenti piatti, servito in un contesto opulento, proprio mentre fuori imperversano fame e morte. I tre, insieme ad altri altri ospiti, si trovano coinvolti in un’inquietante pièce teatrale che confonde la realtà con l’apparenza e rivelando, lentamente, il drammatico segreto su cui poggia il perverso piano di Mathias.

Gli horror norvegesi essendo dosati col contagocce hanno negli ultimi anni intrapreso le strade più variopinte con esperimenti interessanti e slasher superficiali. Kadaver parte con delle ambizioni davvero interessanti, il che purtroppo rende subito la sceneggiatura e lo script una vera scommessa, nel riuscire a portare a termine il suo compito. E purtroppo fallisce, ma non miseramente come ci si poteva aspettare da un prodotto Netflix. L'elemento post-apocalittico è reso ai minimi termini dando l'assaggio di quelle che sono le macerie della civiltà. Dall'altro ci fa entrare in una villa borghese che sembra rimasta inalterata nonostante la distruzione di massa che incombe. Subito una divisione tra ricchi e poveri, una critica sulle diseguaglianze e come mantenere quel poco che resta della massa come burattini che accorrono appena si parla di cibo gratuito.
Di fatto l'elemento per cui i protagonisti e gli altri come loro non si pongano la più semplice delle domande crea secondo me il primo grande buco di sceneggiatura. Se tutti sono con le pezze al culo perchè una certa elite dovrebbe decidere di sfamare la popolazione, perlopiù intrattenendo con uno spettacolo, il tutto gratuitamente senza nulla in cambio..
Al di là di alcune fughe interessanti nei corridoi della villa, passaggi segreti che portano nel cuore pulsante della villa e di cosa renda quella carne così sfiziosa, i pericoli in cui il film incappa sono ben altri e fanno parte di un continuum che dalla fuga della bambina in avanti prosegue senza sosta. A parte qualche elemento tutto il resto è già visto con la vendetta finale, la figlia dei protagonisti che come dicevo chissà come mai si perde subito e tante altre sciocchezzuole che meritavano di essere gestite meglio.
Per finire poi una doverosa riflessione su qualche scopiazzatura di troppo al capolavoro di Kubrick.

martedì 17 novembre 2020

Love and monster


Titolo: Love and monster
Regia: Michael Mattews
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

In un mondo post apocalittico, il giovane Joel Dawson deve combattere contro i mostri con lo scopo di riunirsi con Aimee, il suo amore dei tempi del liceo. Lungo il cammino, dovrà affrontare pericolosi animali mutanti trovando amici e nemici inaspettati.

Se Love and monster fosse stato un horror avrebbe fatto scaturire la vera essenza dei mostri chiamati a entrare in scena e combattere con un manipolo di umani sopravvissuti al grande massacro. Post apocalisse in questo caso come effetto di missili lanciati contro un meteorite per fare in mondo che non andasse tutto in vacca. Peccato che gli effetti dei missili lanciati hanno creato unaa metamorfosi e un'evoluzione di insetti e animali in generale, dei mostri enormi e assetati di carne umana che hanno decimato l'intero pianeta. Possiamo partire dicendo che ci sono tante cose che funzionano nel film come altrettante che non funzionano. Buono è il ritmo, l'ironia, alcuni dialoghi ma soprattutto i mostri anche se non fanno mai paura e scopiazzano da vari altri film come nel caso della cresta di gallina rubata ai vermoni che tutti conosciamo. Quello che non funziona è il sotto genere che lo confina come commedia romantica connotandone l'obbiettivo del protagonista e la ricerca di questa fantomatica Aimee a cui riuscì a dare un bacio prima dell'attacco dei mostri. Oppure il terzo atto davvero noioso e fuori luogo con questi antagonisti che cercano di scappare con la nave tenendo a guinzaglio un granchio gigante in una comunità hippie infestata da ottuagenari.
Un viaggio dell'eroe dove conosceremo alcuni personaggi simpatici, l'evoluzione di Joel nel sapersi difendere e tanti altri elementi interessanti o ripetitivi per un film che strizza l'occhio a tutti i target d'età, senza fare mai paura ma puntando almeno su un buon ritmo e una decorosa messa in scena stando sempre lì con l'asticella di chi sta esagerando con la c.g ma senza troppe forzature.

Mad Max-Fury Road(1981)


Titolo: Mad Max-Fury Road(1981)
Regia: George Miller
Anno: 1981
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Mad Max, l’intrepido guerriero di “Interceptor” è di nuovo sulla strada. Nell’aspro deserto, reso ancora più inospitale dalla natura contaminata dal disastro atomico, si gioca la partita mortale della vita e della morte. L’unica moneta corrente è il petrolio, oramai agli sgoccioli: Mad Max scova un deposito del prezioso liquido assediato dalla tribù dei feroci Umungus, e ingaggia con questi una durissima battaglia…

“In futuro, le città diventeranno deserti, le strade diventeranno campi di battaglia e la speranza del genere umano sarà nelle mani di un misterioso straniero.”
Nei due capitoli successivi, questo e Oltre la sfera del tuono, il plot narrativo si concentra più sulla storia, sulla coralità dello schema, per mostrare proprio quell'idea di società, in un'era che riporta quasi ad un medioevo barbaro e che impone che sia l'intelligenza più che la forza bruta a farla da padrone (ancora meglio un'unione delle parti).
Da questo punto di vista il percorso e la redenzione di Max, lo portano a scontrarsi prima di tutto con se stesso e infine a cercare di capire dove schierarsi, contando che per quanto cerchi di rendersi individualista, non può mettere a tacere la propria sensibilità di fronte ai soprusi e soprattutto a ribadire che l'essere umano è soprattutto un'animale sociale.
L'anima nera di Max, ossia quel lato contraddittorio che aveva spinto il protagonista a compiere la carneficina del primo film, nel secondo si mostra più come una totale indifferenza nei confronti dei concetti di bene e male, giusto e sbagliato, dato che il personaggio aiuta effettivamente i buoni, ma solo per trarne profitto.
Allo stesso tempo l'atmosfera e i dialoghi del film mostrano un'apertura, assolutamente impossibile nel primo capitolo, ad un certo tipo di umorismo e anche la violenza assume più una connotazione stravagante e molto incentrata sulla spettacolarità (la storia degli stunt-man e tutti gli incidenti successi meriterebbe due o tre righe...)
Il sangue nero della terra, così Carpenter definiva il petrolio, è l'obbiettivo di quasi tutti i personaggi del film, obbiettivo che dunque sposta l'azione su frenetici e spettacolari inseguimenti che di fatto lo pongono come pietra miliare ancora in grado di influenzare tutti gli inseguimenti automobilistici nel giro di trent'anni e un mastodontico scontro tra due diversi tipi di civiltà e una contro-corrente guerra tra poveri e disperati.
Ancora una volta Miller disegna uno scenario apocalittico in cui i deboli muoiono o diventano schiavi, ritornando in un nuovo medioevo in cui predomina la legge dei più forti.
Ancora una volta i personaggi sono stati pensati, dipinti, partoriti da un estro e da qualche mente folle che ne hanno curato ancora di più gli eccessi e le caricature.
Senza di nuovo stare a dire quanto la fantascienza sia in debito con questo film e quanto anche il genere western sviluppi delle analogie quasi a cavallo con scenari e ambientazioni, rimane l'elemento più interessante che Miller scorgeva nella saga, ovvero che ci vorrebbe davvero poco perchè la stessa umanità possa fare la fine dei protagonisti di questo film.