Visualizzazione post con etichetta When animals dream. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta When animals dream. Mostra tutti i post

venerdì 20 febbraio 2015

When Animals Dream

Titolo: When animals dream
Regia: Jonas Alexander Amby
Anno: 2014
Paese: Danimarca
Giudizio: 3/5

Marie, single, giovane e bella, vive con i suoi genitori in un remoto villaggio di pescatori sulla costa occidentale della Danimarca. Sua madre è costretta su una sedia a rotelle e al silenzio a causa di una malattia sconosciuta, un mistero familiare, questo, che il padre si rifiuta di spiegare alla figlia. Ma presto la giovane sviluppa sintomi strani e mentre si sta pure innamorando, scopre di aver forse ereditato dalla madre la “malattia” che la sta portando ad una trasformazione spaventosa generatrice di paura e odio negli abitanti del villaggio

Peccato. Un’occasione sprecata quando le basi per fare un bel film c’erano tutte.
Il problema dell’opera prima del regista presentato a Cannes, è quello, pur con una storia interessante, in cui la licantropia è una sorta di conseguenza legata a disturbi del sangue o di malattie sconosciute, di procedere con una narrazione lineare troppo stereotipata, in cui davvero quello che manca più di tutti sono proprio i colpi di scena.
Se da un lato il cast, le location, la fotografia e l’atmosfera, rendono il film davvero apprezzabile, lo stesso non si può dire per lo script, debole e troppo prevedibile. 
La metafora e la critica che forse stavano più a cuore per Amby, ovvero una società colta nelle reazioni alla paura dell’altro e in una fantomatica caccia alle streghe (prima la madre e poi la figlia), non riescono mai ad essere così incisive come ci si sarebbe aspettati, rendendo ancora più convenzionali alcune scelte narrative.
E’un film cupo e violento, elegante e che prende in prestito l’horror per raccontare in fondo un dramma sociale, ma alla fine pur con una minimalità che ho trovato esteticamente toccante, il film è davvero troppo prevedibile.