Richard e Jules si trasferiscono nella campagna inglese nella speranza che l'ambiente faccia bene al figlioletto Owen. La zona però è oggetto di inquietanti leggende...
Starve Acre aveva diversi motivi per rimanere ancorato tra i folk horror più interessanti visti negli ultimi anni eppure spreca in più di un'occasione questa possibilità con dei buchi di sceneggiatura che mi hanno sinceramente lasciato perplesso. La scienza contro il soprannaturale, l'isteria collettiva di una coppia che cerca di dare un senso ad un dolore che ormai ha prevaricato e che non sembra placarsi. Ognuno sceglie la propria strada. Il professore di storia antica rifacendosi a miti e leggende, scoprendo come ridare vita ad un coniglio ma senza per questo rimanerne stupito o dando una possibilità all'irrazzionalità. Dall'altro una moglie che cerca di darsi risposte con l'aiuto di una chiromante, sondando il dolore e provando a mettersi in contatto con il figlio defunto. Mi è piaciuta in parte la lentezza, questo evolversi e dipanarsi piano dei fatti resi in maniera inquietante come quella del coniglio ma senza mai eccedere usando poca c.g e lasciando mischiare anche se in maniera limitata horror e folklore.