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sabato 14 settembre 2013

Stoker

Titolo: Stoker
Regia: Park Chan-wook
Anno: 2013
Paese: Usa/Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

Dopo la morte del padre, una giovane ragazza rimane sola con la madre instabile di mente. A casa sua si trasferisce allora un misterioso ed eccentrico zio, mai incontrato prima. Mentre la giovane si sente intrigata dal personaggio, inizia anche a chiedersi se le concomitanti sparizioni avvenute nella loro cittadina abbiano qualcosa a che fare con lui.

Ci sono alcuni registi che fondamentalmente sono sempre una garanzia di buon cinema.
Park Chan-wook è uno di questi. Ed è proprio per questo motivo che non ho fatto tante smorfie quando ho saputo che gli americani se lo sono baccagliato a dovere per questo film e purtroppo negli ultimi tempi si sono presi i diretti per fare un remake dell'ottimo OLD BOY.
La storia è semplice ma complessa come lo spirito e l'anima che traina le pellicole del regista coreano amante di Hitchcochk. Questo film d'altronde a diverse analogie con il giallo e il thriller strutturato però con uno stile pacato, una caratterizzazione dei personaggi perfetta e una messa in scena elegante e sopraffina. Sottolinea anche il concetto che da grandi mani, in questo caso quelle del regista, qualsiasi attore riesce a tirare fuori il meglio di sè.
Perverso e a tratti allucinato, questo morso del desiderio e questa fuga eversiva dall'infanzia diventano i capisaldi di un film che per certi versi si ricollega negli intenti al precedente THIRST a riprova che anche se metti i vampiri in mano al genio anch'essi aquisiscono nuova linfa vitale.
Anche qui come nel precedente film la deflagrazione non sembra interessare il regista se non nel bel finale ma invece descrive e raccoglie concentrandosi sul planting and pay off come la tradizione del buon impianto narrativo insegna.
Sembra di assistere ad un giallo piu chè perfetto carico di efficaci echi hitchcockiani e nabokoviani che dà luogo ai momenti più espressionisti e riusciti del film in cui niente e lasciato al caso e le soluzioni visive sono straordinarie così come la musica quasi solamente accennata e i colori...tutti che finiscono per accendersi in maniera quasi naturale e rivelarsi per quello che sono: il rosso del sangue