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lunedì 30 gennaio 2017

Split


Titolo: Split
Regia: M.Night Shyamalan
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Anche se Kevin ha mostrato ben 23 personalità alla sua psichiatra di fiducia, la dottoressa Fletcher, ne rimane ancora una nascosta, in attesa di materializzarsi e dominare tutte le altre. Dopo aver rapito tre ragazze adolescenti guidate da Casey, ragazza molto attenta ed ostinata, nasce una guerra per la sopravvivenza, sia nella mente di Kevin – tra tutte le personalità che convivono in lui - che intorno a lui, mentre le barriere delle le sue varie personalità cominciano ad andare in frantumi.

Night Shyamalan è da diverso tempo che non gode più di alcuni privilegi a Hollywood.
A mano a mano ha visto diminuire i budget dei suoi film, le major hanno scommessso meno su di lui, nemmeno fosse un appestato, con il risultato che l'autore ha continuato a fare di testa sua.
In realtà questa strana conseguenza ha sancito una piccola nuova rinascita del regista che con pellicole deliziose come LADY IN THE WATER e THE VILLAGE (gli unici film davvero interessanti del regista) ha saputo conquistare il pubblico grazie ad una preciso modo di impiegare la suspance e l'atmosfera.
Ora Visit, il film precedente, ha più o meno delle caratteristiche anomale con questo Split. Prima di tutto l'idea alla base del film rimane la cosa migliore. L'autore purtroppo non riesce a mantenere le aspettative dovendo sempre e per forza aggiungere elementi a dispetto di una trama che se mantenuta su alcune traiettorie legate alle personalità sfaccettate, avrebbe già avuto molto da dire e su cui concentrarsi.
Gli omicidi e il climax finale con il raptus di violenza stonano proprio con tutto quello che c'è stato prima di buono rompendo nettamente ogni barriera e catapultando il film su elementi sovrannaturali (la Bestia) a dispetto della realisticità della narrazione nei primi due atti.
Questo elemento si rivela purtroppo una scelta radicale che trasforma gli intenti psicologici del film in un'orda e un accozzaglia di violenza e scene irreali che minano quel poco di credibilità che il film con fatica si era conquistato.
Ma veniamo alla destrutturazione finale. Si parla di 23 personalità e il film ne esamina 5.
Tutti sanno come agisce una psichiatra, la dott.ssa Fletcher (che simpatica citazione) non si mette ad indagare, non è la psichiatra che diventa detective.
La prima parte è il pezzo migliore. I dialoghi tra "Kevin" e la Fletcher, soprattutto all'inizio, sono ottimi oltre ad essere la riprova che il regista se non spinge troppo il pedale può farcela trovando un tema sempre interessante e poco abusato dalla cinematografia (almeno non con questi numeri).
Un'altro elemento che non aiuta, nei thriller psicologici, è proprio quello di non dover aggiungere altro quando si ha un disturbo di personalità. Gli elementi ci sono già tutti...e allora sentire l'orda e poi la bestia con questa "trasformazione" che diventa quasi ironica per quanto non sta in piedi.
La bestia che si arrampica sui muri, che riesce a gonfiare il corpo, i colpi di fucile che non gli fanno niente, nemmeno le lame riescono a trafiggerne il corpo.
Davvero un peccato perchè McAvoy, pur non facendo scintille è convincente. Ancora più di lei la talentuosa protagonista Anya Taylor-Joy.
Continuo a fare il tifo per Shyamalan e i suoi lavori low-budget sperando che si concentri meno sull'azione e rimanga più strutturato sulla storia e gli intenti del film.
Twist finale....l'uomo di vetro e il cameo finale di Willis a dir poco penoso....