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venerdì 13 settembre 2013

Benvenuto presidente

Titolo: Benvenuto presidente
Regia: Riccardo Milani
Anno: 2013
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Peppino è un bibliotecario col vizio delle storie e della pesca alla trota. Onesto e genuino, vive in un piccolo paese di montagna sognando un futuro migliore per il suo unico figlio, venditore rampante di un articolo sportivo. A Roma intanto destra, sinistra e centro discutono le sorti del paese e l'identità del nuovo presidente della Repubblica. A sorpresa e per provocazione viene eletto Giuseppe Garibaldi. Generale, patriota e condottiero italiano naturalmente defunto il cui nome e cognome è stato però ereditato da almeno cinque italiani. Peppino si fregia di quel nome e dell'età giusta per ricoprire la carica di presidente. Eletto suo malgrado, viene prelevato dalle sponde del fiume e condotto a Roma. Pescatore di trote e di sogni, viene risolutamente invitato a rinunciare al mandato. Ma al momento di pronunciare il discorso alla Camera, Peppino Garibaldi avverte l'opportunità di fare qualcosa e di cambiare finalmente il suo Paese. Rifiutate le dimissioni e con l'aiuto di un'avvenente vice segretario ricomincerà dagli italiani.

L'impressione è quella di provare con il cinema a cercare di ribaltare il quadro della situazione in un paese mai così in crisi e con una politica assogettata al volere di un paio di caimani.
Scherzando come spesso capita nel nostro cinema e non prendendosi mai molto sul serio, ci prova Milani a cercare di dare una metafora su quello che potrebbe accadere, portando un cittadino qualsiasi, al ruolo che oggi detiene una mummia come Napolitano.
Scegliere Bisio, di per sè, è già un monito su quelli che sono gli intenti del film.
Milani invece è un regista che ha sempre scelto la commedia, mediandola da un passato più divertente LA GUERRA DEGLI ANTO' e AUGURI PROFESSORE per passare a IL SEQUESTRO SOFFIANTINI e PIANO SOLO.
Il punto di questa sua ultima commedia è uno strano senso di presa in giro misto a molta insoddisfazione. Sorridendo sulle scelte che Peppino fa non si può non drammatizzare la sconcertante realtà che ci circonda.
Ridere dunque come sempre a riprova che in fondo tutto andrà bene, è solo una falsa speranza su cui il nostro cinema, ora più che mai, non dovrebbe scommettere.
Però si sa..Bisio+la commedia all'italiana+buonismo e false speranze portano ad un risultato che il pubblico, partecipe del prodotto, accetta e preferisce.
Siamo lontani dalla rieducazione civile, o forse è così stucchevole e di facciata , che diventa quasi il soggetto di un film di fantascienza. Meglio e con una critica più severa e realista i film di Sorrentino o Bellocchio che fanno luce ulla reltà del paese senza gironzolarci troppo intorno a ritmo di metafore e gesti socialmente utili ma che poco hanno a che fare con la realtà come far dormire dei barboni a Montecitorio.