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sabato 22 novembre 2025

One battle after another


Titolo: One battle after another
Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Bob Ferguson, rivoluzionario in pensione, ha esploso tutti i suoi colpi nella giovinezza, sognando un mondo migliore al confine tra Messico e USA. Appeso al chiodo l'artiglieria e il nome di battaglia, Ghetto Pat, fa il padre a tempo pieno di Willa, adolescente esperta di arti marziali. Tra una canna e un rimorso prova a proteggerla dal suo passato che puntualmente bussa alla porta e chiede il conto. Dall'ombra riemerge un vecchio nemico, il colonnello Lockjaw, che più di ogni altra cosa vuole integrare un movimento suprematista devoto a San Nicola. Ma Bob e Willa sono un ostacolo alla sua ambizione. Lockjaw rapisce Willa e Bob riprende il fucile.
 
Quasi tutti quelli che sento dicono che Paul Thomas Anderson è il miglior regista in circolazione. Posso dire che è un regista che non ha mai sbagliato un film questo sì ma dal canto mio non è il mio regista preferito. I suoi film sono tutti straordinari ma nessuno mi è mai davvero entrato dentro.
Questione del tutto personale. Questa sua ultima opera ci è andata come per molte altre davvero vicino ma alla fine qualcosa è uscito dalla strada prendendo una deviazione che non è arrivata alla meta. Un'opera oserei dire colossale e ambiziosa, che sposta luoghi, ragionamenti, politica perchè è un finto film politico, anarchico, sperimentale, ambizioso ma anche auto ironico e infine una mazzata ai poteri forti se così possiamo chiamarli raffigurati come un piccolo manipolo di uomini bianchi ormai sul viale del tramonto che non sanno più bene nemmeno cosa dirsi.
Questa battaglia dopo l'altra è un film assurdo che narra le gesta di personaggi assurdi che fanno cose per dare un senso a qualcosa che proprio per loro un senso non l'ha mai avuto. L'ideale politico qui viene mistificato e beffeggiato con la scena della chiamata e del nome in codice che è la chiave di volta del film come a dire che ancora c'è gente che insegue un costrutto di idee o un sistema simbolico organizzatore di senso quando non esiste più o forse non è mai esistito.
A questo punto l'unico sano di mente sembra essere Benicio Del Toro e la sua filosofia del sensei Sergio.

Honey don't


Titolo: Honey don't
Regia: Ethan Coen
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

L'incidente mortale (e affatto accidentale) di una coppia di Bakersfield (California), attira l'attenzione della detective Honey O'Donahue, che finisce per indagare su una setta devota a padre Dean, pastore carismatico e criminale, col vizio del sesso e della manipolazione. Nella vita di Honey, intanto, irrompono un vecchio padre, a cui non perdona un'infanzia di abusi, e una poliziotta, con cui comincia una torrida relazione. Tra ufficio, casa e chiesa, Honey avrà la meglio sui cattivi di turno senza alzare un dito, o quasi.
 
E'difficile dopo questo film non fare un paragone con il recente DRIVE-AWAY DOLLS.
Sono veramente molto simili come sembianze, costumi, volgarità, protagoniste, libertà sessuale e tante scene di sesso, scene action, licenze poetiche e quant'altro. Potrebbero sembrare due capitoli di un trittico per una commedia queer a tratti pulp che cerca di ridisegnare i contorni americani e le sue parti più in ombra. Una protagonista come per il film precedente iper-sessualizzata e di nuovo quel dovere di impegnarsi nei confronti di un possibile pubblico femminile e femminista che potrebbe altrimenti giudicarlo duramente. Il risultato è divertente quanto sterile per un'indagine che finisce nel peggiore dei modi quando il limite difficile da superare è stato proprio confrontarsi con una sceneggiatura decente.
Tra ninfomania e ostentazione, faticose autoreferenze e prestazioni cartoonesche, che fanno sbagliare anche la prima della classe, Ethan Coen non riesce a produrre un'immagine accurata delle donne. Solo lesbiche di grande appetito che risolvono misteri, ripudiano gli uomini, si lanciano in acrobazie sessuali e hanno sempre la battuta pronta come in una sitcom di fine anni Novanta

Mirtillo Numerus IX


Titolo: Mirtillo Numerus IX
Regia: Desiderio Sanzi
Anno: 2025
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Nel cuore di un'Europa devastata dalla peste nera, Andruccio, un giovane fuggitivo, lascia alle spalle il suo villaggio di Coccorone e intraprende un viaggio disperato verso Triora, il leggendario 'villaggio delle streghe', alla ricerca di una cura. Ma lungo il cammino, un misterioso compagno lo guida attraverso un mondo che oscilla tra realtà e incubo, dove il confine tra vita e morte si fa sempre più sfocato. In questo paesaggio desolato e inquietante, Andruccio si confronta con le proprie paure più intime e con le leggende che segnano il suo destino. Il suo viaggio diventa una battaglia spirituale, una ricerca di salvezza che non è solo fisica, ma soprattutto esistenziale. In un crescendo di tensione emotiva e visiva, Andruccio scoprirà che la vera redenzione non risiede nell'elusione della morte, ma nell'arte di accettarla. Un dramma potente e viscerale, che esplora la lotta per la sopravvivenza, la speranza e il coraggio di affrontare l'inevitabile.
 
Mirtillo Numerus IX è un viaggio nel panorama indie horror italico, un viaggio di formazione, un fantasy medievale, un film denso di simbolismo e suggestioni pittoriche, tra paure collettive e trasformazione che si sforza di tecniche e sforzi attoriali senza però riuscire a convincere vista la mole di aspetti non performati e diversi momenti in cui sembra proprio mancare ritmo e motivazione.
Ora non conosco l'autore ma si vede e si sente che è un film molto personale che incrocia performance teatrale. Un viaggio iniziatico che sembra strizzare l'occhio A FIELD IN ENGLAND per la sperimentazione visionaria e scenica e gli sforzi ci sono, rimangono evidenti e si apprezzano ma poi si arriva a dei dialoghi e a questo Andruccio che a parte quel bel monologo non riesce mai a convincere per un film peraltro abbastanza noioso perchè sembra sempre che debba succedere quel qualcosa che alla fine non avviene mai.

Jardinier


Titolo: Jardinier
Regia: David Charon
Anno: 2025
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Serge detiene un segreto di stato. Lui, la sua famiglia e il giardiniere Leo compaiono nella lista dei morti del governo. Tentano di escogitare un piano per rimanere in vita.
 
Possiamo dire che apprezzo il tentativo di un cineasta di prendere una star internazionale di arti marziali ormai sul viale del tramonto e smontare il suo ego per renderlo un combattente ironico che non si prende mai sul serio? Perchè altrimenti Jardinier sarebbe stato come tutta la miriade di film action di arti marziali dimenticabili dove la star deve difendere una famiglia dalla minaccia di alcuni contractors. Invece qui alcune trovate mi hanno divertito facendomi quasi sorridere e Jean Claude quando vuole fare il pirla dimostra di avere un certo talento. Un film demenziale che non funziona sempre, cerca da bravo film francese di avere quel guizzo in più ma Charon è quello che è..un mestierante senza un vero talento altrimenti non si sarebbe trovato a girare un b movie con una star di sessant'anni suonati che peraltro sta invecchiando molto male.

domenica 26 ottobre 2025

Caught Stealing


Titolo: Caught Stealing
Regia: Darren Aronosfky
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

New York, 1998. Mancata promessa del baseball e alcolista, Hank ha imparato ad accontentarsi di poco e fuggire dalle responsabilità, nonostante la fidanzata Yvonne lo sproni a cambiare. Quando l'amico punk londinese Russ gli affida il gatto Bud, l'ultima cosa che si aspetta è di trovarsi coinvolto in un giro losco di narcotraffico: a fargli visita sono gangster russi che lo riempiono di botte per ottenere delle informazioni. È l'inizio di una reazione a catena che spingerà Hank al limite, inseguito da malavitosi psicopatici per tutta New York.
 
Simpatica commedia nera, in parte crime-movie, in parte on the road e con capatine di gruppi criminali in questo caso cosacchi ed ebrei. Hank è la vittima sacrificale, il capro espiatorio che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato e prende mazzate per quasi tutto il film oltre a veder morire amici e la sua fidanzata. Alla fine proprio sull'orlo del baratro deciderà di dire basta e tirar fuori i denti. In parte ironico, in parte grottesco, quasi mai inaspettato a parte un paio di colpi di scena che non mi aspettavo. Il film di Aronofsky è semplice ma non per questo indigesto anzi si lascia vedere molto piacevolmente ed ha delle prove attoriali in parte anche molto divertenti basti pensare a Shmully e Lipa.

Bug Diner


Titolo: Bug Diner
Regia: Phoebe Jane Hart
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

In un diner nel deserto, una talpa con un bel lato B e una mosca cameriera servono insetti e animali con problemi sentimentali, tra cui matrimoni infelici, cotte segrete e fantasie sul lavoro. Durante il servizio del pranzo, verranno a galla i segreti e i desideri di tutti.
 
In sette minuti Phoebe Jane Hart riesce a costruire un micro cosmo tutto ambientato in un diner in mezzo al nulla costruendo con pochissimi dialoghi una commedia nera e insolita in stop-motion che esplora temi di desiderio, frustrazione e relazioni attraverso personaggi animali antropomorfi.
Il tutto come una pentola a pressione che sta letteralmente per esplodere. L'opera racconta le storie intrecciate di clienti come una coppia infelice, una cotta segreta e fantasie sul posto di lavoro. Metafora di relazioni sentimentali moderne, frustrazioni e pulsioni non represse grazie a una satira travolgente, un'ironia potente e intelligente e una magia surreale che non può che farti sorridere dall’inizio alla fine.Hart ha realizzato personalmente i pupazzi utilizzando armature in filo metallico, pelliccia sintetica e occhi dipinti a mano. Le bocche intercambiabili, fissate con magneti, permettono espressioni emotive dinamiche. La scenografia è stata costruita in scala ridotta, circa quella di una Barbie, per adattarsi all’animazione in stop-motion.

Follemente


Titolo: Follemente
Regia: Paolo Genovese
Anno: 2025
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Romeo è tenero e romantico, Valium folle e paranoico, Eros arrapato e sensuale, il Professore razionale e giudicante. No, non sono esseri umani, ma personalità che abitano la mente di Piero, insegnante di Storia e Filosofia recentemente divorziato e con una figlia piccola, intenzionato a rimettersi in gioco con le donne ma ancora scottato dalle delusioni del passato. Giulietta è romantica e sognatrice, Trilli istintiva e sexy, Alfa ideologica e disciplinata e Scheggia irrazionale e istintiva. E anche loro non sono persone reali, ma parti della personalità di Lara, la giovane donna single reduce dalla relazione infelice con un uomo sposato che vorrebbe un partner affidabile che l'aspetti sotto casa, e invece tende a cadere nella trappola di amori senza futuro.
 
Genovese continua con la sua idea di cinema semplice ed efficace. Ultimamente non sta sbagliando un colpo contando che può sempre appoggiarsi sulla solita galleria di attori arcinota e cercando di mischiare le carte tra realtà e immaginazione. Qui prende lo spunto da INSIDE OUT con la differenza che lì erano emozioni e qui tratti comportamentali (come se ci fosse tutta questa differenza). Il film è piacevole e simpatico, genera qualche sorriso e a volte qualche risata, l'idea è divertente e lo sviluppo è attento ad incorporare le nuove (iper)sensibilità maschili e femminili in tema di rapporti sentimentali, nonché a preservare la componente romantica di quella che vorrebbe diventare una storia d'amore, nonostante tutto.

sabato 27 settembre 2025

Screamboat


Titolo: Screamboat
Regia: Steven LaMorte
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La trama segue un gruppo di newyorkesi terrorizzati da un mostruoso topo di nome Steamboat Willie.
 
Allora penso che il nome del regista sia memorabile e valga il crognale d'oro giusto per citare quei simpaticoni. Questo è un b-movie ignorante e divertentissimo come dovrebbero d'altronde essere. Altro che quella pseudo merda del multi universo dell'horror, Twisted Childhood Universe o Poohniverse. Qui ci si diverte, fa ridere anche se troppo stupido, il topo è memorabile e vorrei averne la marionetta in casa. Poi è cattivissimo perchè in fondo è basato e una rivisitazione del cortometraggio d'animazione del 1928 di Walt Disney e Ub Iwerks, Steamboat Willie dove alla fine il topo venne abbandonato dal suo padre e maestro e questo decise così di vendicarsi. La trama è la più ignorante di sempre ma le trovate a bordo di questa imbarcazione sono fantastiche. Perchè prive di ogni logica, gli screen test sono da denuncia, i dialoghi rasentano ogni tipo di bassezza e vediamo cazzi evirati durante pompini e donne prendere a pugni un pupazzetto di un topo disgustoso e realizzato anche peggio

U.S Palmese


Titolo: U.S Palmese
Regia: Manetti
Anno: 2025
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Milano. Etienne Morville è un calciatore francese tra i più forti al mondo ma ha un pessimo carattere. In campo si nota più per le risse che le giocate con i suoi numeri 'alla Houdini', fuori dal campo invece si mette spesso nei guai. Dopo essere diventato bersaglio social dopo aver offeso una tiktoker e accusato di 'body shaming', viene messo fuori squadra. La sua popolarità è ai minimi termini e il suo agente non sa più che fare. Da Palmi, un comune in provincia di Reggio Calabria, arriva intanto una folle proposta. Don Vincenzo, un geniale agricoltore in pensione, organizza una raccolta fondi per ingaggiarlo e risollevare così le sorti della squadra locale, l'U.S. Palmese, cercando di coinvolgere i 18.000 abitanti. Morville così arriva sul posto per rilanciare la sua immagine e fa i conti con una realtà completamente diversa rispetto a quella a cui è abituato. All'inizio è come smarrito e gioca male. Poi inizia gradualmente ad ambientarsi e la sua presenza diventa determinante per il rilancio della squadra.
 
Forse due ore erano troppe ma per me il cinema dei Manetti è sinonimo di freschezza e speranza e poi diciamocelo anche low budget. Questo è certamente un film minore, mi manca ancora la trilogia di DIABOLIK ma per il resto a parte qualche piccola sbandata sono quasi sempre rimasto soddisfatto da una filmografia perlomeno coraggiosa. Anche come produttori continuano a fare il loro investendo sui giovani e nelle speranze di poter ridar vita al cinema di genere italiano.
E' vero che di film sul calcio non c'è ne sono molti e forse per fortuna vista la messa in scena, ma per molti versi ho apprezzato di più CAMPIONE del 2019 dove in meno tempo veniva narrato e mostrato molto di più. Qui a parte Max Mazzotta e qualche movimento di Papaleo il film è veramente poca cosa a partire dal protagonista che non riesce ad essere empatico e un ritmo che fatica a ingranare.

Hey Joe


Titolo: Hey Joe
Regia: Claudio Giovannesi
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Dean Barry, un veterano americano che ha avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la seconda guerra mondiale, ritorna in Italia, a Napoli, all'inizio degli anni 70, per conoscere suo figlio. Dean vorrebbe recuperare venticinque anni.
 
Hey Joe è un film con tantissimi errori alcuni palesemente grossolani per cultura e intenzioni. Sembra in alcuni momenti di vedere EQUALIZER 3 quando si parla di un certo sud. Qui però il regista è italiano è il film è un dramma sociale sul ritrovare le proprie origini, il proprio passato, un figlio dopo numerosi anni. Un giovane marinaio americano sotto le sembianze di un James Franco che cerca di rialzarsi dopo anni in cui è stato messo in ombra per quello che ha combinato e per quell'ardire che per un attimo lo faceva sentire uno dei fuoriclasse di Hollywood.
Hey Joe è un film nostalgico, che ogni tanto fa sorridere quando prova questi strani incontri generazionali tra i grandi e i guappi, quando Franco prova a parlare in italiano, a cercare di comprendere una cultura troppo distante dalla sua in quel mondo a parte che è Napoli e soprattutto mettersi a trattare e cercare di fare il diplomatico vendendo la dignità prima dell'anima

Capi di stato in fuga


Titolo: Capi di stato in fuga
Regia: Ilya Naishuller
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Il Primo Ministro inglese Sam Clarke e il Presidente USA Will Derringer hanno un rapporto non proprio amichevole, ma anzi una vera e propria rivalità sotto gli occhi di tutti che rischia di mettere a repentaglio la "relazione speciale" tra i loro Paesi. Ma quando diventano l'obiettivo di un potente e spietato avversario straniero - che si dimostra più che all'altezza delle forze di sicurezza dei due leader - saranno costretti a fare affidamento sulle uniche due persone di cui possono fidarsi davvero: loro stessi. Aiutati dalla brillante agente dell'MI6 Noel Bisset, dovranno darsi alla fuga e riuscire a lavorare insieme abbastanza a lungo da sventare una cospirazione globale che minaccia l'intero mondo libero.
 
C'è una sotto categoria della commedia action americana a cui devo provare a dare un titolo perchè comincia a darmi sui nervi visto il successo inaspettato e non dovuto che stanno ottenendo.
Sono quei film che non si prendono sul serio nella fase iniziale ma che poi lo fanno mostrando tutti i punti deboli dello spirito reazionario americano, dell'importanza della famiglia, del sacrificio, della lacrima facile e tanta altra roba fastidiosa. Così a memoria me ne vengono in mente alcuni titoli usciti questo o lo scorso anno. Ad esempio INSTIGATORS, FAMILY PLAN, GHOSTED, RED NOTICE tutti tremendi e dichiaratamente parodie di se stessi.
Con Trump al governo non è nemmeno facile capire gli intenti di questo disastro. Una metafora su un presidente tronfio uscito dal Wrestling che non ne azzecca una oppure semplicemente un film ridicolo che non si prende sul serio e con una metafora banale cerca solo di regalare intrattenimento per evitare di dover pensare alle prossime mosse di Donald

venerdì 4 luglio 2025

Anora


Titolo: Anora
Regia: Sean Baker
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Anora detta Ani è una ballerina erotica americana di origine russa esperta in lap dance che porta i clienti nei privé offrendo loro servizi extra a pagamento Un giorno nel locale dove lavora arriva Ivan, un ragazzo russo che pare entusiasta di lei e dei suoi molti talenti. Il giorno dopo Ivan invita a casa sua, e Ani scopre che il ragazzo vive in una megavilla ed è figlio unico di un oligarca multimiliardario. Le cose fra i due ragazzi vanno così bene che Ivan porta Ani a Las Vegas e là le chiede di sposarlo. Ma i genitori di lui non sono affatto d'accordo, e mandano una piccola "squadra di intervento" a recuperare il figlio dissennato. Quella che seguirà è una rocambolesca avventura ricca di sorprese , che tuttavia non dimentica di avere un cuore e un occhio alla realtà anche all'interno dell'esagerazione comica.

Anora è un piccolo gioiellino di un regista che andrò a recuperare. Un regista, sceneggiatore, produttore, fotografo, montatore e che spesso si occupa lui stesso di fare il casting.
Un autore a tutto tondo che qui riesce a regalare una commedia vivace, fresca, originale, brillante piena di humor, di dramma e di pathos con dei personaggi scritti e caratterizzati benissimo e una notevole grazia nel portare avanti una trama niente affatto scontata con dei bei colpi di scena.
Tutta la fiaba iniziale con la nascita di questa storia d'amore capitalizzata si domanda ben presto cosa accade quando il proprio lavoro si confonde con la propria vita privata, quando la condizione sociale definisce chi si è come in questo caso Vanya che appena viene scoperto torna ad essere l'ingenuo adolescente che non sembra volersi prendere le proprie responsabilità. Quando Toros comincia a smontare tutte le sue certezze si raggiunge il massimo della critica e allo stesso tempo del divertimento contando cosa sta succedendo nella casa di Vanya e della testardaggine di Ani.

Deuxieme Acte


Titolo: Deuxieme Acte
Regia: Quentin Dupieux
Anno: 2024
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Florence è determinata a presentare l’uomo dei suoi sogni, David, a suo padre Guillaume. Tuttavia David non condivide i sentimenti di Florence ed escogita un piano per dissuaderla dal suo affetto spingendola verso Willy, un amico comune. I destini di questi quattro individui si incrociano in un ristorante isolato in mezzo al nulla.

Quentin Dupieux aka Mr Oizo da dj è passato a regista all'inizio quasi per scherzo con il primo film che vidi al TFF ovvero WRONG COPS poi ci ha preso gusto e soprattutto a capito come destreggiare al meglio nel non sense con spensieratezza e stravaganza.
Un regista eccentrico capace di mettere in scena una vicenda di stampo orrorifico e metafora ambientale come DAIM o la ruota che uccide di RUBBER, liftin facciale come nuova moda del momento tra giovani studenti accademici STEAK, super eroi che a colpi di tabacco combattono kaiju capitanati da un topo che secerne liquido vedastro e che va a letto con tutte le super eroine di FUMER FAIT TOUSSER.
In più abbiamo interrogatori assurdi tutti in un'unica location come AU POSTE ma anche il delirante YANNICK, mosche enormi in MANDIBULES, galleria di assurdità in REALITE' e le nevrosi incessanti di WRONG.
In questo gioco di stratificazione Dupieux inserisce lunghi dialoghi in cui si discute di tutte le ipocrisie di un mondo, quello del cinema, fattosi sempre più residuale ma allo stesso tempo dominato da un falso perbenismo in fin dei conti reazionario, mai eversivo, che ha ucciso progressivamente qualsiasi impronta di verità, di onirismo, il regista del film nel film sia un’intelligenza artificiale, con cui non si può discutere, che pretende anche di gestire orari notturni degli attori, decurtando i loro stipendi per qualsiasi impresa personale non prevista dal copione, o dal contratto. Va benissimo perché quello che Dupieux vuole sottolineare non è tanto l’invasione delle cosiddette AI, ma quanto queste a conti fatti già siano state accettate come elemento giusto da produzioni che hanno tagliato da tempo i rami fertili dell’invenzione, del surrealismo, del grottesco, preferendo una patina sempre identica, che livella qualsivoglia differenza possibile, uniformando un prodotto che da arte si è fatto intrinsecamente mercato, senza possibilità di trovare più condotti d’aria salvifici.

mercoledì 25 giugno 2025

Mr. Morfina


Titolo: Mr. Morfina
Regia: Dan Berk, Robert Olsen
Anno: 2025
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nate è un uomo comune, ha un lavoro in banca, ma convive con una patologia genetica unica: non sente dolore per via di una sindrome congenita realmente esistente. Quando la ragazza dei suoi sogni viene rapita, questa peculiarità diventa la sua arma più potente tanto da trasformarlo in un supereroe che farà di tutto per salvarla.
 
Un film insulso. Comincio a detestare Jack Quaid fatta eccezione per la serie BOYS in cui per fortuna ha un ruolo importante ma non decisivo. Ora dalla trama il film sembrava quella commedia atipica votata a tanti sotto ingredienti e componenti come l'azione, la tortura, l'ironia, una storia d'amore e la rivelazione di un segreto di fatto abbastanza originale.
Invece anche qui per problemi di scrittura e alcuni attori decisamente troppo caricaturali, il film dal secondo atto in avanti diventa mortalmente noioso, senza senso con un finale lasciato di mano per delle scelte contestabili. L'idea della sindrome congenita su una faccia da schiaffi come quella di Quaid avrebbe potuto funzionare se non fosse che proprio la parte legata alla black comedy e all'action rovina quando di modesto era stato narrato all'inizio della vicenda

domenica 20 aprile 2025

Parthenope


Titolo: Parthenope
Regia: Paolo Sorrentino
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Parthenope è una incantevole giovane donna nata dalle acque che seduce ogni uomo che incontra, persino il fratello Raimondo, suo primo e indimenticabile amore. Parthenope è anche la sirena al centro del mito fondante della città di Napoli che, come scriveva Matilde Serao nelle Leggende napoletane, "vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni, e corre ancora sui poggi, erra sulla spiaggia, si affaccia al vulcano, si smarrisce nelle vallate". E la protagonista di Parthenope di Paolo Sorrentino fa esattamente questo, perdendosi continuamente e attirando a sé scrittori omosessuali, docenti universitari, prelati addetti ai miracoli e boss della camorra. Ma il più devoto resta Sandrino (col diminutivo che Sorrentino affida ai suoi alter ego), amico fin dalla perfetta estate in cui lui e la sua sirena, e Raimondo con loro, "sono stati bellissimi e infelici".
 
I film di Sorrentino mi sembrano sempre più delle riflessioni filosofiche. Dei film eleganti, sobri, scevri, di fatto un esibizione di garbo e gusto dove viene concesso tanto anche troppo.
E' un'opera seducente dove Celeste Dalla Porta assurge e si identifica perfettamente con il ruolo della sirena, infallibile e affascinante quando ondivaga e curiosa. Peregrina attraverso le mille facce di Napoli, destando scrittori ubriachi, professori universitari che defenestrano gli studenti in cerca di qualcosa che non sembra appartenere loro. Con quella seduzione naturale che porta scompiglio e confusione, malattia e risanamento, Parthenope diventa al contempo una metafora di se stessa, Eros e Thanatos.

lunedì 24 marzo 2025

Emilia Perez


Titolo: Emilia Perez
Regia: Jacques Audiard
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Manitas del Monte, feroce barone di un potente cartello messicano, ha deciso di cambiare radicalmente vita. Cresciuto in un contesto machista, patriarcale e criminale, ha soffocato per anni il suo essere profondo. Ma non è mai troppo tardi per diventare donna. Per realizzare il suo più grande desiderio, fa rapire Rita Moro Castro, giovane avvocato brillante al servizio di un grosso studio legale, più interessato a fare assolvere criminali che a servire la giustizia. Manitas recruta Rita per gestire transizione e futuro: simulare la sua morte con moglie e figli e ricominciare altrove. Poi Manitas diventa Emilia ma il passato fatica a passare come i rimorsi. Rientrata in Messico, cinque anni dopo, decide di riprendersi la sua famiglia e di restituire al suo Paese i corpi dei suoi martiri. Ma una questione di cuore tuonerà tempesta.
 
Emilia Perez è stata davvero una sorpresa. Un film del camaleontico Audiard regista pazzesco che ha sempre saputo spaziare e diversificarsi nella settima arte grazie a film stupendi e indimenticabili.
FRATELLI SISTERS, SAPONE DI RUGGINE E OSSA, DHEEPAN, PROFETA. Anche in questo caso sceglie un soggetto particolare e lo costruisce con mezzi e risorse attente e mai banali riuscendo a coniugare diversi generi e registri narrativi arrivando addirittura a inscenare musical e siparietti suggestivi e funzionali. La storia drammatica e inquietante raggiunge picchi e livelli molto alti in grado di far ragionare, esprimere pareri e scelte etiche mai scontate, parlando di tematiche gender in maniera originale e riuscendo in tutto questo ad avere una galleria di personaggi e ruoli davvero ben caratterizzati. Zoe Saldana dimostra il suo strepitoso talento potendo avvalersi di un ruolo che riesce a darle un'importanza significativa così come la sorpresa Karla Sofia Gascon e tutti i comprimari che aderiscono appieno ad una storia nuova e contemporanea che riesce a racchiudere melodramma, pathos, violenza, amore e tanto altro ancora, il tutto gestito da un regista su cui non c'è più nulla da dire.

Nightbitch


Titolo: Nightbitch
Regia: Marielle Heller
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un'artista sulla quarantina decide di abbandonare il lavoro e fare la mamma a tempo pieno. Ma dopo due anni di accudimento non-stop del figlio non ne può più: delle notti insonni, delle giornate al parco, dei libri di favole, delle mamme felici che la circondano mentre lei si sente infelicissima, e del marito che, viaggiando molto per lavoro, si presenta solo il weekend, e si aspetta di essere accudito. Lei va in giro con abiti informi e Birkenstock in una spirale di abbrutimento domestico, portandosi ancora dietro l'aumento di peso dovuto alla gravidanza, rimpiange il suo lavoro alla galleria d'arte e i suoi pennelli, e si sente intrappolata in "una prigione costruita da me stessa", perché le norme sociali, le aspettative di genere e la stessa biologia l'hanno costretta a diventare una persona che non si riconosce più - e che nemmeno il marito riconosce, così perennemente arrabbiata e delusa.
 
Amy Adams deve averci creduto molto in questo film e si vede. Praticamente se lo carica sulle spalle con così tanti stati d'animo che si aggrovigliano nell'arco del primo atto da farla letteralmente trasformare in ciò che le è stato tolto. E' un film con ambizioni morali, etiche, sul controllo, sull'indipendenza, su una parte di femminismo che vuole liberarsi dalla costrizione del dovere di mamma con un figlio piccolo e molto altro ancora. E per un pezzo di film funziona anche molto bene. Poi da quando avviene la metamorfosi mentale grazie ad un libro molto particolare e poi la trasformazione fisica, i bubboni, la coda, e infine la trasformazione in un cane, il film nel suo bisogno di prendere una strada più onirica sembra voler esagerare diventando più animale e meno critica sociale di fatto cancellando quanto di buono visto prima. I litigi poi sono la parte che ho trovato più disfunzionale dal momento che il marito quando non sta via giorni interi per lavoro torna ed è molto premuroso e volenteroso venendo attaccato continuamente per episodi ridicoli

venerdì 28 febbraio 2025

Saturday Night


Titolo: Saturday Night
Regia: Jason Reitman
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

La sera dell'11 ottobre 1975, alle 23,30, va in onda per la prima volta sulla Nbc il Saturday Night Live che ha cambiato per sempre la storia della televisione e della società americana e lanciato alcuni dei più popolari comici e attori statunitensi come John Belushi, Dan Aykroyd, Chevy Chase, Gilda Radner, Jane Curtain, Andy Kaufman oltre a figure come l'artista, l'inventore e il fumettista Jim Henson. Nel corso del programma ci sono stati inoltre molti ospiti speciali come scrittori, musicisti, tecnici, costumisti, truccatori.
Ma quello stesso giorno, alle 22, è tutto in altro mare. Il creatore e produttore Lorne Michaels, un trentenne di origini canadesi, deve far fronte a numerose difficoltà. Cerca la collaborazione dello staff, a cominciare dalla moglie autrice, ma affrontare anche la diffidenza dei dirigenti della Nbc con a capo Dave Telbet, colui che scovava i talenti e si vantava di essere "l'unica persona in questa azienda senza una descrizione del lavoro". Fino a pochi minuti prima di andare in onda può saltare tutto. Poi, il miracolo...
 
John Belushi era un vero stronzo istrionico e con visibili segni di acclarata tossicodipendenza interpretato in maniera sontuosa da Matt Wood. Reitman figlio, dimostra di confrontarsi con la sua opera migliore dopo alcuni insuccessi e aver preso parte a degli obrobri mostruosi.
Saturday Night è inzuppato negli anni '70 con una messa in scena eccellente, attori tutti in parte, un ritmo esplosivo, sembra che tutti dal primo all'ultimo siano in botta con dei tempi da stand up comedy, costumi perfetti e poi tutti che fumano sempre in degli studi che sembrano delle camere a gas.
E' un film che sembra portare agli estremi il suo protagonista Lorne che si vede schiacciato dalla macchina hollywoodiana, con pressioni che arrivano da ogni dove, attori, produzione, politica, critici, dove sembra che stia sempre per succedere qualcosa che porrà fine al sogno americano ma invece Reitman cambia percorsi e intreccia personaggi con una naturalezza disarmante in grado di eleggere questo film come un testimonial importante della nascita del Saturday Night.

giovedì 30 gennaio 2025

Brother (2024)


Titolo: Brother (2024)
Regia: Max Barbakow
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La storia di un ex criminale il cui tentativo di rigare dritto entra in crisi quando è costretto a riunirsi con il fratello gemello, che metterà a dura prova la sua sanità mentale, in un viaggio on the road attraverso l’America allo scopo di compiere il grande colpo della loro vita. Tentando di schivare pallottole, eludere la legge e sfuggire a una madre ingombrante lungo il percorso, i due dovranno provare a ricucire il proprio legame familiare, prima di finire per uccidersi a vicenda.
 
Brother è una commedia action spassosissima tenuta in piedi da tante idee divertenti ma soprattutto da una bella complicità tra due attori che non hanno bisogno di presentazioni perchè sono tra i migliori in circolazione. I film sulle famiglie disfunzionali in America ormai potrebbero essere incasellate come un genere a parte ma in questo caso c'è davvero tanto ritmo e ironia drammatica condita da toni grotteschi. Cioè sì c'è anche il dramma ma non se ne parla troppo, non ci sono quei lunghi dialoghi paternalistici e morali dove bisogna fermare il tempo per dire "guarda siamo costretti a inserire questa parte perchè in Usa si fa così", qui no Barbakow sconvolge tutto e i tempi comici e l'intesa tra Brolin e Dinklage è puro godimento e anche loro sembrano divertirsi moltissimo

mercoledì 11 dicembre 2024

Blue Giant


Titolo: Blue Giant
Regia: Yuzuru Tachikawa
Anno: 2023
Paese: Giappone
Giudizio: 5/5

Un giorno, Dai Miyamoto ha preso in mano un sassofono e ha deciso di diventare uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. Lascia così la sua città natale per i vivaci locali notturni di Tokyo, ma il viaggio per diventare un musicista professionista non è facile. Dopo molte difficoltà, il suo entusiasmo conquista il pianista Yukinori e convince il suo amico Shunji a imparare a suonare la batteria. Insieme formano un trio jazz.
 
"Il jazz è passione e intesa, è un'esperienza intensa e tempestosa, la musica delle emozioni."
Blue Giant è un'opera formidabile che parla di musica, di jazz, di talento, di amicizia, di legami, perdite e molto altro ancora. Un piccolo capolavoro che restituisce i fasti dell'animazione nipponica in una lunga e lenta ascesa di un trio di ragazzi che hanno creduto in un sogno.
E' strano come ancora una volta un colosso di questo tipo non arrivi da noi se non attraverso lo streaming e il web senza poter nemmeno parlare di piattaforme. Dopo aver sfornato diverse opere del DETCTIVE CONAN Tachikawa forse insegue il suo progetto più personale e ambizioso con un film che riesce ad andare oltre diventando uno dei film sulla musica più importanti di sempre.
Commovente a tratti esaltante per quanto riesca ad esprimere la passione per la musica e lo sforzo dei suoi protagonisti che non sembrano avere altri intenti e ambizioni se non quelle di superarsi nelle performance