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lunedì 24 marzo 2025

Emilia Perez


Titolo: Emilia Perez
Regia: Jacques Audiard
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Manitas del Monte, feroce barone di un potente cartello messicano, ha deciso di cambiare radicalmente vita. Cresciuto in un contesto machista, patriarcale e criminale, ha soffocato per anni il suo essere profondo. Ma non è mai troppo tardi per diventare donna. Per realizzare il suo più grande desiderio, fa rapire Rita Moro Castro, giovane avvocato brillante al servizio di un grosso studio legale, più interessato a fare assolvere criminali che a servire la giustizia. Manitas recruta Rita per gestire transizione e futuro: simulare la sua morte con moglie e figli e ricominciare altrove. Poi Manitas diventa Emilia ma il passato fatica a passare come i rimorsi. Rientrata in Messico, cinque anni dopo, decide di riprendersi la sua famiglia e di restituire al suo Paese i corpi dei suoi martiri. Ma una questione di cuore tuonerà tempesta.
 
Emilia Perez è stata davvero una sorpresa. Un film del camaleontico Audiard regista pazzesco che ha sempre saputo spaziare e diversificarsi nella settima arte grazie a film stupendi e indimenticabili.
FRATELLI SISTERS, SAPONE DI RUGGINE E OSSA, DHEEPAN, PROFETA. Anche in questo caso sceglie un soggetto particolare e lo costruisce con mezzi e risorse attente e mai banali riuscendo a coniugare diversi generi e registri narrativi arrivando addirittura a inscenare musical e siparietti suggestivi e funzionali. La storia drammatica e inquietante raggiunge picchi e livelli molto alti in grado di far ragionare, esprimere pareri e scelte etiche mai scontate, parlando di tematiche gender in maniera originale e riuscendo in tutto questo ad avere una galleria di personaggi e ruoli davvero ben caratterizzati. Zoe Saldana dimostra il suo strepitoso talento potendo avvalersi di un ruolo che riesce a darle un'importanza significativa così come la sorpresa Karla Sofia Gascon e tutti i comprimari che aderiscono appieno ad una storia nuova e contemporanea che riesce a racchiudere melodramma, pathos, violenza, amore e tanto altro ancora, il tutto gestito da un regista su cui non c'è più nulla da dire.

Nightbitch


Titolo: Nightbitch
Regia: Marielle Heller
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un'artista sulla quarantina decide di abbandonare il lavoro e fare la mamma a tempo pieno. Ma dopo due anni di accudimento non-stop del figlio non ne può più: delle notti insonni, delle giornate al parco, dei libri di favole, delle mamme felici che la circondano mentre lei si sente infelicissima, e del marito che, viaggiando molto per lavoro, si presenta solo il weekend, e si aspetta di essere accudito. Lei va in giro con abiti informi e Birkenstock in una spirale di abbrutimento domestico, portandosi ancora dietro l'aumento di peso dovuto alla gravidanza, rimpiange il suo lavoro alla galleria d'arte e i suoi pennelli, e si sente intrappolata in "una prigione costruita da me stessa", perché le norme sociali, le aspettative di genere e la stessa biologia l'hanno costretta a diventare una persona che non si riconosce più - e che nemmeno il marito riconosce, così perennemente arrabbiata e delusa.
 
Amy Adams deve averci creduto molto in questo film e si vede. Praticamente se lo carica sulle spalle con così tanti stati d'animo che si aggrovigliano nell'arco del primo atto da farla letteralmente trasformare in ciò che le è stato tolto. E' un film con ambizioni morali, etiche, sul controllo, sull'indipendenza, su una parte di femminismo che vuole liberarsi dalla costrizione del dovere di mamma con un figlio piccolo e molto altro ancora. E per un pezzo di film funziona anche molto bene. Poi da quando avviene la metamorfosi mentale grazie ad un libro molto particolare e poi la trasformazione fisica, i bubboni, la coda, e infine la trasformazione in un cane, il film nel suo bisogno di prendere una strada più onirica sembra voler esagerare diventando più animale e meno critica sociale di fatto cancellando quanto di buono visto prima. I litigi poi sono la parte che ho trovato più disfunzionale dal momento che il marito quando non sta via giorni interi per lavoro torna ed è molto premuroso e volenteroso venendo attaccato continuamente per episodi ridicoli

venerdì 28 febbraio 2025

Saturday Night


Titolo: Saturday Night
Regia: Jason Reitman
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

La sera dell'11 ottobre 1975, alle 23,30, va in onda per la prima volta sulla Nbc il Saturday Night Live che ha cambiato per sempre la storia della televisione e della società americana e lanciato alcuni dei più popolari comici e attori statunitensi come John Belushi, Dan Aykroyd, Chevy Chase, Gilda Radner, Jane Curtain, Andy Kaufman oltre a figure come l'artista, l'inventore e il fumettista Jim Henson. Nel corso del programma ci sono stati inoltre molti ospiti speciali come scrittori, musicisti, tecnici, costumisti, truccatori.
Ma quello stesso giorno, alle 22, è tutto in altro mare. Il creatore e produttore Lorne Michaels, un trentenne di origini canadesi, deve far fronte a numerose difficoltà. Cerca la collaborazione dello staff, a cominciare dalla moglie autrice, ma affrontare anche la diffidenza dei dirigenti della Nbc con a capo Dave Telbet, colui che scovava i talenti e si vantava di essere "l'unica persona in questa azienda senza una descrizione del lavoro". Fino a pochi minuti prima di andare in onda può saltare tutto. Poi, il miracolo...
 
John Belushi era un vero stronzo istrionico e con visibili segni di acclarata tossicodipendenza interpretato in maniera sontuosa da Matt Wood. Reitman figlio, dimostra di confrontarsi con la sua opera migliore dopo alcuni insuccessi e aver preso parte a degli obrobri mostruosi.
Saturday Night è inzuppato negli anni '70 con una messa in scena eccellente, attori tutti in parte, un ritmo esplosivo, sembra che tutti dal primo all'ultimo siano in botta con dei tempi da stand up comedy, costumi perfetti e poi tutti che fumano sempre in degli studi che sembrano delle camere a gas.
E' un film che sembra portare agli estremi il suo protagonista Lorne che si vede schiacciato dalla macchina hollywoodiana, con pressioni che arrivano da ogni dove, attori, produzione, politica, critici, dove sembra che stia sempre per succedere qualcosa che porrà fine al sogno americano ma invece Reitman cambia percorsi e intreccia personaggi con una naturalezza disarmante in grado di eleggere questo film come un testimonial importante della nascita del Saturday Night.

giovedì 30 gennaio 2025

Brother (2024)


Titolo: Brother (2024)
Regia: Max Barbakow
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La storia di un ex criminale il cui tentativo di rigare dritto entra in crisi quando è costretto a riunirsi con il fratello gemello, che metterà a dura prova la sua sanità mentale, in un viaggio on the road attraverso l’America allo scopo di compiere il grande colpo della loro vita. Tentando di schivare pallottole, eludere la legge e sfuggire a una madre ingombrante lungo il percorso, i due dovranno provare a ricucire il proprio legame familiare, prima di finire per uccidersi a vicenda.
 
Brother è una commedia action spassosissima tenuta in piedi da tante idee divertenti ma soprattutto da una bella complicità tra due attori che non hanno bisogno di presentazioni perchè sono tra i migliori in circolazione. I film sulle famiglie disfunzionali in America ormai potrebbero essere incasellate come un genere a parte ma in questo caso c'è davvero tanto ritmo e ironia drammatica condita da toni grotteschi. Cioè sì c'è anche il dramma ma non se ne parla troppo, non ci sono quei lunghi dialoghi paternalistici e morali dove bisogna fermare il tempo per dire "guarda siamo costretti a inserire questa parte perchè in Usa si fa così", qui no Barbakow sconvolge tutto e i tempi comici e l'intesa tra Brolin e Dinklage è puro godimento e anche loro sembrano divertirsi moltissimo

mercoledì 11 dicembre 2024

Blue Giant


Titolo: Blue Giant
Regia: Yuzuru Tachikawa
Anno: 2023
Paese: Giappone
Giudizio: 5/5

Un giorno, Dai Miyamoto ha preso in mano un sassofono e ha deciso di diventare uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. Lascia così la sua città natale per i vivaci locali notturni di Tokyo, ma il viaggio per diventare un musicista professionista non è facile. Dopo molte difficoltà, il suo entusiasmo conquista il pianista Yukinori e convince il suo amico Shunji a imparare a suonare la batteria. Insieme formano un trio jazz.
 
"Il jazz è passione e intesa, è un'esperienza intensa e tempestosa, la musica delle emozioni."
Blue Giant è un'opera formidabile che parla di musica, di jazz, di talento, di amicizia, di legami, perdite e molto altro ancora. Un piccolo capolavoro che restituisce i fasti dell'animazione nipponica in una lunga e lenta ascesa di un trio di ragazzi che hanno creduto in un sogno.
E' strano come ancora una volta un colosso di questo tipo non arrivi da noi se non attraverso lo streaming e il web senza poter nemmeno parlare di piattaforme. Dopo aver sfornato diverse opere del DETCTIVE CONAN Tachikawa forse insegue il suo progetto più personale e ambizioso con un film che riesce ad andare oltre diventando uno dei film sulla musica più importanti di sempre.
Commovente a tratti esaltante per quanto riesca ad esprimere la passione per la musica e lo sforzo dei suoi protagonisti che non sembrano avere altri intenti e ambizioni se non quelle di superarsi nelle performance

Greedy People


Titolo: Greedy People
Regia: Potsy Ponciroli
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il film segue gli abitanti di una piccola città isolana che devono affrontare un omicidio sensazionale e la scoperta di un milione di dollari, una serie di decisioni sempre più sbagliate sconvolgono la comunità un tempo pacifica.
 
Finalmente vedo Providence. Ma non con gli occhi del suo più famoso scrittore ma con quelli di un giallo poliziesco con sfumature grottesche, crime-movie, thriller, ironia e qualche scena di sangue.
Ponciroli è prima di tutto un produttore e qui sigla il suo secondo film dopo OLD HENRY.
Greedy People potrebbe avere alcuni riferimenti con i Coen per come prenda un contesto molto tranquillo e normale dove i poliziotti non fanno altro che bere caffè, avere relazioni extra coniugali ed annoiarsi a morte perchè nessuno prende nemmeno una multa e tutti si conoscono a vicenda.
Però basta un piccolo omicidio, un piccolo incidente scatenante per smussare ogni sicurezza facendo piombare tutti in un ragionevole dubbio. Il film segue proprio questo meccanismo, immettendo personaggi ambigui e stereotipati per farli giocare tutti nello stesso dramma divertendosi a tessere colpi di scena e climax.
Alla fine tocca puntare su chi rimarrà in vita e non è nemmeno così scontato

Radleys


Titolo: Radleys
Regia: Euros Lyn
Anno: 2024
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Una famiglia apparentemente normale nasconde in realtà un oscuro segreto: sono vampiri. Scelgono di non bere sangue nonostante il loro naturale desiderio, ma un giorno la loro verità viene inevitabilmente alla luce.
 
Ultimamente mancavano in tavola film sui vampiri. British poi facevano venire l'acquolina in bocca. Certamente ci sono dei meriti in quello che a tutti gli effetti è un dramma familiare ma più con toni e assortimento da commedia che non un horror a pieno titolo. Infatti i momenti creepy quasi non esistono e quando anche ci sono riflettono ben altre intenzioni e intenti che non quelli di impressionare. Si parla di come sia difficile trattenere gli impulsi. Se vogliamo tutto il film ruota intorno a questa domanda drammatica e dopo l'uccisione di un ragazzo che rischiava di stuprare la figlia dell'adorabile famigliola..tutto sembra costretto a scemare dovendo raccontare la verità ai propri figli circa chi sono e slatentizzare così tutte le pulsioni e passioni. L'ingresso dello zio che non sembra aver freni inibitori porterà tutto questo meccanismo al suo eccesso..

martedì 19 novembre 2024

Autosufficienza


Titolo: Autosufficienza
Regia: Jake Johnson
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

La vita di un uomo di mezza età diventa una lotta per la sopravvivenza quando potrebbe vincere un milione di dollari sfuggendo ad alcuni assassini per 30 giorni in un reality del dark web.
 
Autosufficienza segna l'esordio alla regia per Jake Johnson, regista, protagonista, produttore e quant'altro. Un comico che sta cercando il successo facendo molta difficoltà in un panorama mai così sovraffollato. Questo indie è davvero simpatico e apprezzabile. Una corsa contro il tempo anzi a non farsi prendere prima della fine della scommessa. Un protagonista Tommy che rappresenta perfettamente l'uomo medio americano con tutte le sue fisime mentali, le sue paranoie e i complottismi vari che lo caratterizzano. Un personaggio reale, vivo, insicuro e fragile che decide, non avendo nulla da perdere, di intraprendere questa gara che lo porterà a scoprire se stesso, l'amore e una galleria di personaggi assurdi quanto dolci e grotteschi. L'opera ha pochissime cadute di stile, fa ridere ma non per ciò che Tommy dice ma per quello che gli succede in maniera tragicomica senza arrivare ai fasti di Beau ma cercando comunque una sua formula più coerente con la realtà

Wolfs-Lupi solitari


Titolo: Wolfs-Lupi solitari
Regia: Jon Watts
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una donna di potere, figura nota della scena politica, si porta in camera un ragazzino in un hotel di lusso di New York City e, poco tempo dopo, il pavimento è costellato di vetri rotti e di sangue, e del corpo del giovane privo di sensi. Come uscire puliti da un affare tanto sporco? Chiamando l'unico uomo che può risolvere il problema. Un 'fixer' di cui non si sa e non si deve sapere né il nome né altro. Un professionista senza eguali, un lupo solitario. Peccato, però, che si presentino in due, con le medesime caratteristiche. Com'è possibile? Non c'è tempo per reclamare l'esclusiva, la notte è breve, il caso scotta, e ai due 'Wolf' non resta che collaborare.
 
Wolfs-Lupi solitari mette affianco due veterani dai tempi di Soderbergh. Due attori che cercavano sempre di rubarsi la scena in passato per dimostrare chi c'è l'avesse più lungo. A distanza di anni entrambi anche se invecchiati rimangono due sex-symbol, dimostrano di avere un certo affiatamento e una buona complicità per una commedia che pur non riuscendosi mai ad elevare dimostra di saper intrattenere a dovere con una storia derivativa verso il terzo atto (la scena del compleanno della figlia del boss è una macchietta a tutti gli effetti) ma che strappa qualche risata almeno nella scena del folle inseguimento o nel ritrovamento iniziale del "cadavere" nell'hotel.

venerdì 13 settembre 2024

Bear-Season 3


Titolo: Bear-Season 3
Regia: AA,VV
Anno: 2024
Paese: Usa
Stagione: 3
Episodi: 10
Giudizio: 4/5

La terza stagione di The Bear si apre con un episodio suggestivo e spiazzante: dopo la frenesia della puntata che chiudeva la stagione precedente, durante la quale Carmy rimaneva chiuso - proprio nel giorno più importante della sua vita - nel frigo, Tomorrow è un lungo, alienante e suggestivo flashback. Un episodio sul passato per lo più muto, composto dei frammenti della sua esperienza come apprendista chef nelle cucine dei ristoranti stellati di New York, Copenhagen, Yountville e Chicago (tornano in due camei gli chef interpretati da Joel McHale e Oliva Colman) collegati dall’incessante, mesmerizzante colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross. Per poi tornare, nei nove episodi rimanenti, ai consueti ritmi indiavolati del ristorante creato da Carmy e Syd.

Con un pilot stupendo e sorprendente si apre un'altra stagione della serie tra le migliori mai uscite finora nel panorama seriale. L'episodio filler o recap per alcuni superfluo mostra come tutto in questo episodio è perfettamente calcolato con assoluta perizia, struttura narrativa, fotografia, montaggio, l'utilizzo della musica praticamente senza dialoghi. Tre quarti delle inquadrature sono completamente inedite e raccontano alcuni lati ancora non mostrati del lutto di Carmy per il suicidio del fratello e il conseguente rifugio nella cucina, mondo che lui ama ma che usa per rifugiarsi in un luogo in cui può non autorizzarsi a stare male. E qui tocca aprire una parentesi su Claire.
A chiunque sarebbe piaciuto scoprire come poteva evolversi la situazione ma è ancora più interessante una serie che resta fedele a se stessa e alla sua narrazione della vita vera perchè a volte le cose le mettiamo in pausa senza concedercele. I camei sono fantastici a partire da tutti i personaggi che ritroviamo come alcuni componenti della famiglia Berzatto con l'episodio in cui Michael e Richard conoscono Tina nella tavola calda ( un episodio davvero commovente in cui scopriamo la forza di volontà e temerarietà di Tina che d'altronde non sorprende come nelle precedenti puntate) l'episodio del parto con una sempre in forma smagliante Jamie Lee Curtis e poi l'episodio clamoroso della dipartita di chef Terry, un'Olivia Colman al top, e tutta la galleria di personaggi e come si svolgono gli eventi. The Bear cambia, trova sempre sentieri diversi e spiazzanti, non è mai mono tono ma cerca di trovare nuovi linguaggi e sistemi di messa in scena. Per questo rimane il top.

Hit-Man-Killer per caso


Titolo: Hit-Man-Killer per caso
Regia: Richard Linklater
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Gary Johnson è il killer professionista più ricercato di New Orleans. Chi lo assolda per uccidere la moglie o un socio ingombrante, però, farebbe meglio a guardarsi le spalle. Johnson, infatti, dietro i tanti travestimenti che indossa, è un professore universitario e un collaboratore della polizia. Dotato di un talento naturale per l'interpretazione drammatica, incastra uno dopo l'altro i suoi malcapitati clienti e li consegna alla giustizia. Le cose si complicano, però, quando incontra e s'invaghisce della bella Madison, disposta a tutto pur di liberarsi di un marito violento.
 
Hit-Man è un piccolo gioiello di scrittura e messa in scena. Un film apparentemente semplice messo però negli intenti di Linklater che riesce a cogliere e far emergere sfumature notevoli e profonde ovunque metta mani e idee.
Una commedia romantica, un thriller, tutto incentrato sul palcoscenico della vita dove chiunque, se in grado, può mettersi in gioco e dare prova di essere un grande attore. Glen Powell protagonista e co-sceneggiatore deve essersi veramente divertito un mondo dando la possibilità al suo personaggio di mascherarsi e smascherarsi, interfacciarsi con varie realtà potendo creare e crearsi al meglio un personaggio che tra realtà e finzione cerca di trovare un equilibrio difficilissimo. Un film davvero esilarante, pieno di gag, con dei dialoghi sempre approfonditi e un ritmo pazzesco.
Un film che travestendosi da comedy riesce però ad essere temerario e drammatico quanto deve con alcune scene e soprattutto colpi di scena e rese dei conti quasi glaciali
Un film davvero frizzante, moderno, pieno di vita, in grado di ammaliare e di confondere, di renderci spettatori di una bellissima storia di amore e di giustizia

Finalmente l'alba


Titolo: Finalmente l'alba
Regia: Saverio Costanzo
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Roma, anni Cinquanta. La diciottenne Mimosa si reca a Cinecittà con la sorella per partecipare ai provini delle comparse di un kolossal americano girato all'epoca della Hollywood sul Tevere, e a sorpresa viene scelta per un ruolo minore. La star del film, Josephine Esperanto, prende a cuore l'innocenza della ragazza e la sua estraneità a quel mondo di finzione, e trascina Mimosa con sé in una notte brava attraverso i luoghi della "dolce vita" romana, fra attori hollywoodiani e faccendieri che ronzano attorno al microcosmo del cinema. La ragazza viene catapultata suo malgrado, ma non senza momenti di euforia, in un universo privo di regole (e di scrupoli) animato da narcisismi e rivalità, ma anche da una fame di vita che vede nella nuova arrivata una fonte di linfa vitale. Arriverà l'alba a concludere questa rocambolesca avventura notturna?
 
Finalmente l'alba è un commovente ritorno al passato per un film citazionista che nella sua desamina riesce a imbastire un percorso di formazione molto misurato della sua protagonista e allo stesso tempo restituire il fascino di un'epoca. Passando attraverso film, ricostruzioni, scene indimenticabili, provini, Cinecittà, l'ultimo film di Costanzo deve essere davvero costato molto visto anche il casting internazionale. Ma ne è valsa davvero la pena perchè nella sua importante durata riesce ad essere un fil rouge trattando una vasta mole di temi e inquadrando tanti personaggi così diversi e caratterizzati e interpretati magnificamente.
"Mi piace pensare che Finalmente l’alba sia un film sul riscatto dei semplici, degli ingenui, di chi è ancora capace di guardare il mondo con stupore." Saverio Costanzo
Finalmente l'alba inizia quasi come un sogno per poi trasformarsi in una storia d'amore che assumerà sembianze tremende fatte di accordi e interessi in quella parte nella villa per poi ritornare l'alba, di chi, appunto una ragazza semplice, è riuscita con le proprie forze a fuggire da un circolo perverso grazie alla sua ostinazione e consapevolezza. Alla fine il silenzio vale più di mille parole sembra dire il personaggio di Mimosa in una metafora finale che inquadra perfettamente la natura di chi è ancora capace di vedere il mondo con stupore.

Chiamavano Trinità


Titolo: Chiamavano Trinità
Regia: Enzo Barboni
Anno: 1970
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Trinità ritrova il fratello lestofante che, sceriffo, sta preparando un furto di cavalli ai danni di un ricco allevatore. Costui, a sua volta, sta tentando con i suoi sgherri di far sloggiare una comunità di mormoni da una zona su cui ha delle mire. Trinità, innamorato di una ragazza mormone, organizza la resistenza dei coloni che non portano armi per scelta religiosa.
 
Terence Hill, Trinità, al netto di tutto possiede una delle più grandi facce da schiaffi della storia del cinema. Quell'aria provocatoria che sembra sempre potersi permettere di prendere in giro tutto e tutti è da antologia. L'operazione muove di nuovo la nostra coppia temeraria in un film che sorprende per quanto poteva rischiare di essere un flop clamoroso contando che il western ormai stava diventando inflazionato e l'idea di avvicinarlo sul genere della commedia caricaturale poteva avere ben altri esiti. Invece vuoi le trovate, l'ironia, la freschezza, il ritmo, le scene epiche d'azione, la soundtrack, gli scontri nei saloon e molto altro ancora hanno dato solidità ad un film che di fatto ha saputo diventare un piccolo cult nella memoria di tanti cinefili.


Continuavano a chiamarlo Trinità


Titolo: Continuavano a chiamarlo Trinità
Regia: Enzo Barboni
Anno: 1971
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Nuova avventura di Trinità e Bambino, i due fratellastri maestri nei pugni, nell'uso della Colt e nell'imbroglio dei "desperados". Hanno promesso al padre moribondo di smettere di aiutare il prossimo e di fare d'ora in avanti i bravi banditi. Ma non c'è niente da fare: la loro indole è buona. Quando giungono a Tascosa e s'imbattono in un certo José, in apparenza gran gentiluomo, in realtà capo di una banda di contrabbandieri, non resistono alla tentazione di raddrizzare i suoi molti torti, guadagnandosi così la gratitudine dei cittadini e di una banda di attori ambulanti cui hanno più volte salvato la pelle

Così come il precedente, anche questo sequel, stessa formula non si cambia, riprende dopo il successo enorme del primo capitolo. I fatti continuano da dove gli avevamo lasciati è in questo caso contando come l'impianto dovesse rimanere tale, inserendo solo alcuni personaggi e aiutanti in più, il film sembra buttarla più sulla comicità del buddy movie piuttosto che su toni un pò più seriosi da western che il primo garantiva. E' vero che quando si parla di Bud Spencer e Terence Hill spesso il pubblico è diviso tra coloro che apprezzano maggiormente i lor film spaghetti-western e chi invece preferisce altri loro classici perchè di fatto la loro filmografia è una sorta di unicum nel nostro paese e devo dire che non sono di certo tra i suoi fan più sfegatati tant'è che ci ho messo un bel pò di tempo prima di concedermi questo duo di film che andava sicuramente visto per tanti motivi.

Instigators


Titolo: Instigators
Regia: Doug Liman
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

L'heist thriller vede protagonisti Matt Damon e Casey Affleck nel ruolo di due partner improbabili: Rory, un padre disperato, e Cobby, un ex detenuto, vengono reclutati per portare a segno una rapina dei guadagni illeciti di un politico corrotto. Quando il colpo va male, i due si ritrovano in un vortice di caos, inseguiti non solo dalla polizia, ma anche da burocrati arretrati e vendicativi boss del crimine. Completamente spaesati, convincono la terapeuta di Rory a unirsi a loro in una fuga avventurosa per le strade della città che li costringe a mettere da parte le loro differenze e lavorare insieme per sfuggire alla cattura o peggio.

L'ennesima porcheria con un budget stratosferico, una parata di star, una sceneggiatura scialba di quelle che prova a far ridere e riflettere sbagliando toni, modi e intuizioni. Un film che annoia e si fa fatica a guardare nonostante Affleck e Damon siano due ottimi attori ma mentre il primo almeno ci prova con qualche guizzo e qualche prova di voler emergere, il secondo proprio sembra ormai appassito completamente. Instigators ha così tanti sotto generi all'interno che si fa fatica a credere che siano stati sbagliati in maniera così sistematica tutti gli obbiettivi e i rituali di passaggio.
Le scene con la terapeuta e i dialoghi sono terribili, come sempre psicologia contro populismo spiccio, le sparatorie o le scene d'azione sono così irreali da sembrare pantomime (l'apice è quando viene mandato il killer con la fidanzata a giustiziare i nostri due protagonisti) personaggi come Ron Perlman e Toby Jones sono semplicemente macchiette per non parlare del tremendo ruolo affidato a Ving Rhames in questa sorta di agente completamente fuori posto. Instigators è così, una pallottola impazzita che cambia minuto dopo minuto lasciandoti solo dubbi, inconcretezza e perplessità su cosa stessero pensando gli sceneggiatori durante la scrittura. Doug Liman continua a girare come un shooter senza mai dare anima ai suoi film incapace di comprenderne intenti e obbiettivi.

venerdì 6 settembre 2024

Freak Orlando


Titolo: Freak Orlando
Regia: Ulrike Ottinger
Anno: 1981
Paese: Germania
Giudizio: 4/5

La storia del mondo delle origini divisa in cinque capitoli e rivisitata in chiave artistica

Tra i film più strani, ambiziosi, weird, cult, potenti e con una narrazione al di fuori di ogni schema logico per come molti spettatori potrebbero comprenderlo risiede in prima fila Freak Orlando.
Un film maturo, assurdo, pieno di contaminazioni, di generi che si amalgamano, di riflessioni socio-politiche e di metafore sui valori della società. Un'opera surreale e sperimentale, un'orgia di immagini kitsch e bellissime allo stesso tempo, in una dimensione atemporale giocata molto sull'eccesso grottesco e surreale dove nel finale abbiamo anche una sorta di gara intesa a sostenere le pari opportunità e il genere queer e molto altro ancora.
Ulrike Ottinger è una prolifica pittrice e regista tedesca la quale, ispirandosi al romanzo di Virginia Wolf “Orlando”, ha prodotto il proprio progetto più ambizioso, ovvero mettere in scena una sorta di storia del mondo dalle origini ai nostri giorni, senza però tralasciare gli aspetti più cupi dell’evoluzione, cioè gli errori, l’incompetenza, la sete di potere, la paura, la follia, la crudeltà del genere umano. La storia è divisa in cinque capitoli e il cast è quasi interamente popolato da freaks autentici, a volte manipolati anche con protesi e trucco. Nani, donne-albero, profeti con due teste, gemelli siamesi si muovono tra boschi di ispirazione favolistica e moderni centri commerciali, presentando una visione della nostra realtà rappresentata come se fosse la messa in scena di un gigantesco baraccone.


6 fratelli


Titolo: 6 fratelli
Regia: Simone Godano
Anno: 2024
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Guido, Marco, Leo, Gaelle e Mattia sono, in ordine di età, i cinque figli di Manfredi Alicante, padre egoista e narciso che si è appena tolto la vita. All'apertura del suo testamento i cinque figli scopriranno di avere anche una sorella, Luisa, della quale non erano a conoscenza. Del resto per Manfredi, che ha sempre fatto come gli pareva, compreso sposare tre donne diverse e avere (almeno) un'amante, è perfettamente in carattere non aver informato i fratelli dell'esistenza di Luisa. I sei litigano fra di loro, alcuni anche a causa di antiche ruggini, e trovare un'intesa su come gestire l'allevamento di ostriche che hanno collettivamente ereditato, e che il padre ha trasformato in una utopistica coltivazione di perle, non è facile. Ci saranno discussioni e rappacificazioni, intese e ostilità nella cornice di Bordeaux, ultima residenza del padre e della terza moglie francese.
 
Mi aspettavo un film per qualche motivo più ingenuo quando invece ancora una volta seppur con qualche licenza poetica nel finale (la scopata tra fratellastri e l'omosessualità latente che viene fuori del fratello francese) il film di Godano dopo MARILYN HA GLI OCCHI NERI riesce se non altro a farci seguire un pretesto di storia per dipingere i drammi di una generazione di fratelli e tutto ciò che sta dietro, le diverse madri, i diversi paesi in cui si è cresciuti. Tutto ambientato in Francia con famiglia mezza italiana e appunto mezza francese, disegna e caratterizza personaggi molto diversi e ognuno costipato di fragilità con un vaso di Pandora di non detti che aspetta solo di esplodere. Senza facili sensazionalismi o scene melense il film è ovviamente più improntato al dramma e anche in questo caso gli scambi tra gli attori funzionano bene sia per scelta che per resa. Diverso invece nonchè difficile è il riavvicinamento, cercare di esplorare quella difficoltà di cui ognuno a modo suo sembra sentirsi portatore e in colpa.

venerdì 9 agosto 2024

Drive away dolls


Titolo: Drive away dolls
Regia: Ethan Coen
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

A Philadelphia, nel 1999, un uomo in possesso di una valigia viene aggredito e ucciso in un vicolo. La valigia finirà nell'auto che, per un equivoco, la compagnia di noleggio affiderà a due giovani lesbiche: Jaime e Marian. Entrambe hanno bisogno di cambiare aria: Jaime perché è stata lasciata - e sfrattata - dalla sua ex, la vendicativa poliziotta Suki, mentre Mariam è così rigida e frustrata da rendersi conto di comportarsi in modo scontroso. Partiranno per Tallahassee, in Florida, e si ritroveranno alle calcagna due sicari: uno violento e l'altro loquace, decisi a recuperare la valigetta. Ma tra un locale lesbico e l'altro, le due si muovono in una sorta di mondo parallelo queer tutto al femminile, dove per due uomini non sarà facile seguirle...
 
Una valigetta può nascondere ogni cosa. Può essere celata, può brillare di una luce che lascia sperare in doni o in un ben di Dio oppure può contenere un assortimento di accessori davvero insoliti. Soprattutto quando questi dildi e falli di tutti i colori, forme e materiali servono come gingilli per un senatore. La commedia on the road femminista di Coen & wife non è per niente male anche se sembra più un omaggio a tanti film anni '80 con parecchie volgarità mai gratuite ma sapientemente dosate. Anche la coppia delle protagoniste dimostra un certo coraggio e affiatamento. Sono disinibite quanto basta ma allo stesso tempo sanno come farsi valere in alcuni momenti topici.
Ci sono tante scene deliziose, come quando si trovano con la squadra sportiva a limonarsi a vicenda tutte con tutte, poteva tranquillamente scapparci un'orgia ma forse Coen non ha voluto esagerare.
Poteva dare qualcosa in più la sceneggiatura senza dubbio portando a casa una commedia irriverente, sboccata, grottesca e divertente ma senza mai nessun guizzo a dargli quel qualcosa in più

Guerra del Tiburtino III


Titolo: Guerra del Tiburtino III
Regia: Luna Gualano
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Tiburtino III, periferia di Roma. Una sera un meteorite arriva nel quartiere dal cielo e viene raccolto da Leonardo de Sanctis che lo porta a casa. Di notte però avviene qualcosa di strano: un verme esce dal meteorite ed entra nella narice di Leonardo. L'uomo, poco considerato in famiglia dalla moglie che fa le unghie alle clienti a casa e dal figlio Mauro detto Pinna che è uno spacciatore del posto, inizia a comportarsi in modo strano. Diventa il leader di altri abitanti, anche loro invasati, e con loro decide di alzare le barricate e non far entrare più nessuno nel quartiere. La notizia attira l'attenzione della stampa. Nel frattempo al Tiburtino III riesce ad entrare, malgrado le restrizioni, Lavinia Conte, una fashion blogger di Roma Nord in crisi alla ricerca di un riscatto di visibilità, che si unisce a Pinna, Panettone e Chanel per fronteggiare gli alieni che si sono impossessati dei corpi degli abitanti e vogliono partire proprio dal quartiere per conquistare il mondo.
 
GO HOME era stata se non altro una piacevole sorpresa perchè univa un problema reale e una questione politica come l'immigrazione mischiandola con l'horror. Per essere un film di nuovo a basso budget la guerra del Tiburtino è simpatico nella sua operazione nostalgica quanto però attuale nel cercare di trovare nelle prossimità romane elementi di congiunzione con un'invasione aliena.
La Gualano non arriva mai all'horror con i suoi film anche se ci si avvicina. Adora il cinema di genere e a suo modo ha una certa riconoscibilità che speriamo maturi con i prossimi film. Alcuni personaggi, l'invasione, un quartiere che si auto gestisce, questi vermetti che assomigliano a quelli di FACULTY, lo spaccio di quartiere, le faide, dalla sua il film ha un buon ritmo, è ironico per quanto alcune battute si sforzino di far ridere e rimane un prodotto di fatto d'intrattenimento con il voler aggiungere una postilla su alcune scelte morali e su quanto spesso e volentieri non si notino cambiamenti tra individui lobotomizzati

Cobra Kai-Season 6 (1 parte)


Titolo: Cobra Kai-Season 6 (1 parte)
Regia: AA,VV
Anno: 2024
Paese: Usa
Stagione: 6
Episodi: 5
Giudizio: 3/5

I due dojo guidati da Johnny Lawrence e Daniel LaRusso cercano di risolvere i loro dissidi interni per unirsi tutti insieme in visto del Sekai Taikai. Dopo un apparente pace nella valley i vecchi malumori vengono a galla quando i due sensei devono scegliere i migliori da portare al grande torneo.

5 di 15 episodi. Tre parti per un'unica stagione. Quella finale. Cobra Kai è un'altra di quelle serie nostalgiche di cui non si sentiva bisogno. Ci hanno provato. Hanno scelto la strada più semplice possibile e di fatto sono rimasti basiti anche loro di questo inaspettato successone. Perchè sei stagioni vuol dire che il prodotto è andato bene per quanto concerne la scelta del cast, il teen movie, l'avventura, il pathos, l'azione, la morale che spesso non riesce bene ad essere identificata ed un continuo passare da una scuola all'altra come a dire che per un giovane è difficile in fondo saper scegliere da che parte stare.
Cinque episodi che servono in questo caso a farci riscoprire quanto i nostri protagonisti sono cresciuti, c'è un piccolo spazio per il passato di Miyagi che non sembrava poi così innocente, Mike Barnes che non sapendo più dove andare a sbattere la testa cerca di ritrovare se stesso in una grotta combattendo un serpente per vincere le sue paure e poter guidare un gruppo di giovani giapponesi davvero cazzuti. Ci sono poi altri personaggi secondari alcuni incredibilmente fuori misura come Chozen Toguchi, la zizzania messa dallo stesso Lawrence per smussare i buoni sentimenti dei suoi allievi e poi quello che di fatto è la semina per il gran torneo che sarà la terza parte finale di questa stagione