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venerdì 26 aprile 2024

Poor Things


Titolo: Poor Things
Regia: Yorgos Lanthimos
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 5/5

Oltre alle cicatrici che lo sfigurano e alle terribili menomazioni del suo fisico, Godwin Baxter deve a suo padre anche una sincera passione per il metodo scientifico e le pratiche chirurgiche. L'esperimento che più lo inorgoglisce è Bella, che tratta come una figlia. L'ha trovata cadavere, incinta di un feto ancora vivo, e le ha ridato il respiro e trapiantato il cervello del neonato. Ora Bella, già cresciuta e splendida nel corpo, cresce rapidamente anche nelle facoltà mentali, imparando a camminare, parlare e, soprattutto, desiderare. A nulla vale, a questo punto, il tentativo del suo creatore di fermarla: God(win) le ha dato la vita e, con essa, il libero arbitrio.
 
Le povere creature siamo noi umani troppo fragili e sempre eterni indecisi. Povere creature sono gli uomini ancora più fragili delle donne, i quali sembrano dividersi tra egocentrici, maniaci del controllo, cinici e timidi. L'ultima creazione di Lanthimos è un film incredibile in grado di elevarsi e allargarsi trattando una serie numerosa di tematiche e facendolo attraverso una galleria d'immagini artistiche ed estetiche semplicemente perfette nel loro elevarsi a diventare pittoresche e organiche. Frankenstein, Metropolis, pittori, quadri, letteratura, filosofia ma anche religione con quel bel riferimento a Costantinopoli quando il cinico mostra a Bella la crudeltà umana ricordando la scena del deserto della Bibbia in cui Satana cerca di persuadere il Cristo. Una donna che apprende velocemente il significato della vita con un processo di apprendimento graduale, partendo dalla scoperta del suo corpo, della sessualità, della libido in generale per approdare ad una coscienza di sé e della propria libertà sia come essere in quanto tale che come donna. Il piacere della scoperta che passa sotto ogni punto di vista, visivo, celebrale, estetico. Scenografie che rasentano la perfezione e recitazione al top danno quel motore in più che riesce a traghettare l'opera in un limbo estatico di emozioni.

venerdì 8 marzo 2024

Holdovers


Titolo: Holdovers
Regia: Alexander Payne
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Paul Hunham è professore di storia in un college del New England. Rigido ed esigente detesta gli studenti mediocri, figli dei ricchi benefattori che aspettano il diploma senza sforzo. Alla vigilia delle vacanze di Natale è incaricato di vegliare e di sorvegliare i ragazzi che non hanno nessun posto dove andare. Tra loro, in altezza e spirito, spicca Angus Tully, allievo brillante e problematico 'dimenticato' dalla madre. Ostinati e diversamente inadeguati al mondo, Paul e Angus sono costretti a socializzare sotto lo sguardo paziente di Mary Lamb, cuoca della scuola che ha perso il suo unico figlio in Vietnam. Ma l'isolamento e il Natale accorceranno le distanze e li costringeranno a 'rompere le righe' e a 'mettersi in riga'.
 
A ripensarci facendolo decantare, l'ultimo film di Payne fa davvero tenerezza ed emotivamente lascia decisamente qualcosa.
Un film di sentimenti, di emozioni, di formazione, di incontri, di fragilità e di come si ha bisogno quando si rimane soli, di avere attorno qualcuno e creare in un qualche modo un concetto di famiglia. Rimanere da soli in un collegio per svariati motivi da chi ha osato attaccare il sistema, da chi viene messo da parte dai propri genitori o ancora da chi ha perso un figlio in Vietnam.
Giammatti è strepitoso gli viene cucito un ruolo congeniale per le sue potenzialità e peculiarità.
Paul Hunham è una versione testarda, stronza e rancorosa di John Keating. Rigido con i suoi alunni e palesemente frustrato e alcolizzato ma ancora più veniale con i rettori e chi non rispetta le regole brandendo un suo personale codice morale pronto a tornargli contro senza mai fargli fare quello scatto che per anzianità e competenze dovrebbe avere. Payne è bravo a sbrodolare a profusione emozioni senza però mai renderle stucchevoli o sdolcinate ma alternando sempre quel leggero sadismo soprattutto tra Paul e Angus supervisionati e messi in riga dalla matrona Mary Lamb

Yannick


Titolo: Yannick
Regia: Quentin Dupieux
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Per le vie di Parigi, in un teatro senza troppe pretese, va in scena una commedia dal titolo "Il cornuto". Sul palcoscenico ci sono lui, lei e l'altro, tra battute e ammiccamenti. Sembra una serata come le altre, ma dal nulla uno spettatore si alza in piedi per protestare: lo spettacolo non è all'altezza delle sue aspettative. Gli attori sono spiazzati e provano a cacciarlo, ma l'uomo, armato di pistola, prende tutti in ostaggio e decide di scrivere una scena in prima persona da far interpretare alla troupe.
 
Quentin Dupieux aka Mr Oizo il dj ha una carriera davvero prolifica. Come il prezzemolo ovunque lo metti sta. Può parlare di poliziotti corrotti, di assassini con pellicce di daino, di ruote di scorta che nel loro percorso si trascinando dietro ogni cosa, interrogatori anomali in un commissariato, lifting facciale come nuova moda, mosche giganti, di power ranger francesi trainati da una sorta di Splinter amante delle belle donne e molto altro ancora. In tutto questo appaiono lampanti due elementi nella sua politica d'autore, il non-sense generale e l'eccesso del grottesco. Tutto ciò si concretizza anche in questa sua ultima opera ma senza sensazionalismi o accendendo fenomeni pirotecnici o soprannaturali. In Yannick c'è una critica semplicemente a ciò che non piace. In questo caso il teatro come ambiente e luogo dove l'arte viene seminata come in REALITE' dove però qui l'innesco è diverso e sembra nascere da un disagio interiore che si decide presto di condividere con la parte interessata. Seppur con qualche dialogo in più e alcune scene dove il ritmo fatica a ingranare, la commedia drammatica e allo stesso tempo ironica di Dupieux porta a fare vari ragionamenti mettendo in discussione tanto di ciò che si vede e il silenzio a cui spesso dobbiamo sottostare per una questione morale e artistica che preclude la critica e il dissenso.

lunedì 15 gennaio 2024

Family Plan


Titolo: Family Plan
Regia: Simon Cellan Jones
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Buffalo. Dan Morgan è un abile venditore di auto. Sposato da 18 anni con Jessica, è un marito devoto, anche fin troppo abitudinario, padre di tre figli: Nina, un'adolescente inquieta, aspirante giornalista ma totalmente succube del fidanzato; Kyle, un famoso gamer con il nome di Kyll Boi che gioca di nascosto da genitori che gliel'hanno proibito; il piccolo Max. È spesso socievole, evita i conflitti ma è avverso a tutti i social e non vuole mai farsi fotografare. E questo suo comportamento nasconde un motivo. Dan in passato è stato un killer per un'agenzia governativa che poi ha abbandonato e per questo motivo il suo ex-capo vuole farlo fuori. Per proteggere la sua famiglia deve così tornare in azione movimentando all'improvviso la vita della moglie e dei figli con un viaggio in direzione Las Vegas. E prima o poi dovrà raccontargli la verità sulla sua vera identità.

Family Plan è quella enorme cazzatona yankee che ancora una volta mostra questo padre dal passato oscuro che da killer professionista decide poi di diventare il padre modello ma il passato non vuole dimenticarsi di lui. C'è la moglie gnocchissima, il figlio nerd che ha un canale dove gioca ai videogiochi, una figlia che vuole fare la giornalista innamorata di un coglione e per finire un bambino piccolissimo. Il film si trasforma molto velocemente, il padre aspetta troppo tempo prima di dire la verità alla famiglia e quando avverrà come sempre sarà lui ad finire sotto bersaglio e la famiglia dovrà così tirare fuori le palle e liberarlo. Si lascia vedere, ha un buon ritmo e anche alcuni tempi comici sono divertenti. Dalla commedia matrimoniale si passa al viaggio on the road e si finisce in un action adrenalinico a Las Vegas.

martedì 12 dicembre 2023

C'è ancora domani


Titolo: C'è ancora domani
Regia: Paola Cortellesi
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Delia è "una brava donna di casa" nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però "ha il difetto che risponde", in un'epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua "mancanza". La figlia Marcella sta per fidanzarsi con il figlio del proprietario della pasticceria del quartiere, il che le darebbe la possibilità di migliorare il suo status e allontanarsi dalla condizione arretrata in cui vive la sua famiglia, nonché da quella madre sempre in grembiule e sempre soggetta alle angherie del marito. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato: un meccanico che le vuole bene, un'amica spiritosa che la incoraggia, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa.
 
Ma che bella sorpresa. Con molta pacatezza e spontaneità, la Cortellesi mette in scena questa commedia drammatica d'epoca che parla di dignità e emancipazione, che riesce a creare un buon colpo di scena nel climax finale e non prende la via del facile sensazionalismo come a dire che per rendere migliore la propria vita bisogna scappare verso isole più promettenti. Ci sono alcune trovate interessanti come le musiche moderne in un mondo in b/n, il ballo per coprire le violenze domestiche accettate dalla comunità, un funzionalissimo uso degli arredi degli spazi, della location e dei costumi e un'attenzione a ogni minimo particolare dando risalto alla casa, al cortile, al mercato e alle faccende domestiche. Ogni posto dove Delia si reca non viene mai sminuito ma assolve alla causa del film ovvero mostrare la determinazione e la forza di una donna che come molte altre conserva i propri valori e tiene incollato ogni pezzo della famiglia anche a costo di veder perdere la propria umiltà.

Migliore dei mondi


Titolo: Migliore dei mondi
Regia: Marcello Macchia
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Ennio Strano è un esperto informatico quasi cinquantenne che vive in funzione della tecnologia che lo circonda. Una sera, nella discoteca in cui suo fratello Alfredo distribuisce allegramente droghe ricreative, gli cade il cellulare ultimo modello: lo aiuta a recuperarlo Viola, una ragazza che "porta avanti uno stile slow" e tiene a distanza ogni device high-tech. Ma quando Viola si reca nel punto vendita di Ennio per farsi riparare un vecchio modem, l'uomo si ritrova in un mondo in cui la tecnologia si è fermata per decreto governativo al 1999, circondato da Nokia 3310, Pentium II, cabine telefoniche e negozi Blockbuster.
 
Possiamo definirlo il suo film più maturo ma non per questo il più bello che almeno per me rimane OMICIDIO ALL'ITALIANA. Con una storia già vista e in parte ingenua, Macchia parte bene strizzando l'occhio sui social, Tinder, relazioni fluide e la dipendenza dalla tecnologia casalinga. Immancabile che quando questo venga a mancare si finisce ridefinendosi cercando di lavorare sulla disintossicazione tecnologica ritrovando spirito e iniziativa. Con i migliori presupposti il film però non riesce mai a decollare diventando una macchietta perchè ad oggi la narrazione è macchinosa, Maccio non riesce a non distaccarsi dall'idea di scena come gag e slapstick che non sempre funziona. E poi la rivoluzione, questa sorta di casa hippie, il voler riprendersi in mano la vita facendo inutili discorsi ai giovani su come la tecnologia impronterà le loro vite è troppo moralistica e didascalica.

Viaggio leggendario


Titolo: Viaggio leggendario
Regia: Alessio Liguori
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Erick e Dominick fanno quello che sempre fanno: stanno insieme, giocano e si divertono. Una sera invitano un gruppo di amiche di Dominick, e con una pioggia torrenziale che batte sulle finestre, decidono di guardare un film dell'orrore. Si addormentano tutte, tranne Erick, troppo impaurito per poter anche solo chiudere gli occhi. Il panico si impossessa di lui quando sente qualcuno che suona alla porta, e subito svegliata Dominick, i due decidono di andare a vedere: si tratta di un misterioso fattorino che gli consegna una console con dentro un gioco sconosciuto, gioco che appena avviato li trasporta nel mondo de "Il Viaggio Leggendario". Erick e Dominick si ritrovano così all'interno dell'universo di Leggendaria, suddiviso in tre regni, Camelot, Atlantide e Diamante, i cui sovrani sono tutti scomparsi forse per i piani del misterioso Consigliere. I due non fanno in tempo ad ambientarsi che subito vengono divisi dal Dottor Timoti, in malvagia combutta con il Dottor Giniu, che rapisce Erick e dà avvio alla quest per risolvere il gioco.
 
Liguori era partito bene ma ultimamente sta scadendo davvero dal banale al trash più totale. SHORTCUT era un bell esordio, BOAT nulla di che ma girato bene ma questa ultima opera, aspettando BLACK BITS, è davvero qualcosa di osceno oltre ogni immaginazione.
L'unica nota positiva poteva essere lla trama ma sembra uno di quei film che non guarderò mai ME CONTRO TE o simil puttanate che infestano la cinematografia italiana non essendo altro che film stupidi che non fanno riflettere su nulla, condizione che il cinema dovrebbe sempre mantenere e assolvere. Qui le gag non funzionano, è trash ma nel senso del nulla, non di cosa rappresenti nella sua importanza il trash. Leggo che è il primo film che vede protagonisti i "DinsiemE" Erick Parisi e Dominick Alaimo, ma dopo questo strazio non vogliamo più vedere gente di questa caratura.
Mi spiace molto che un regista che era partito bene si sia rovinato il curriculum con una porcheria simile. Speriamo torni alla carica..

domenica 26 novembre 2023

Cigno


Titolo: Cigno
Regia: Wes Anderson
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un ragazzo, Peter Watson, viene molestato e sostanzialmente rapito da due bulli feroci, senza cuore e armati di pistola. Peter è intelligente ed è un appassionato studioso di fauna selvatica, in particolare di uccelli. Il suo tormento, dunque, aumenta ulteriormente quando i bulli puntano la loro pistola contro un bellissimo cigno.
 
Ancora Roald Dahl in un racconto di poco più di dieci pagine per una vicenda di formazione, un piccolo viaggio dell'eroe del protagonista che incappa in una vicenda di bulli. Una sorta di prequel per Meravigliosa storia di Henry Sugar se non altro per definire e contestualizzare sentimenti ed emozioni umane. Eppure dei quattro cortometraggi usciti quest'anno e quasi tutti relative ai racconti dello scrittore britannico, questo a mio avviso è il più puntiglioso e risente di un'impostazione troppo filosofeggiante con sfoggio di dialoghi e un'impostazione teatrale che non riesce a beneficiare la vicenda anzi snaturandone in parte l'interesse e la natura stessa del racconto. Seppur come sempre ci troviamo di fronte ad una scenografia pazzesca, il Cigno diventa per certi aspetti, tra gli altri, una sorta di esercizio di stile dell'autore, aspetto che spesso gli è stato rimproverato.


domenica 19 novembre 2023

All my friends hate me


Titolo: All my friends hate me
Regia: Andrew Gaynord
Anno: 2021
Paese: Gran Breatagna
Giudizio: 4/5

Pete non è molto entusiasta di riunirsi con la sua squadra del college per un weekend di compleanno. Uno dopo l'altro, i suoi amici si rivoltano contro di lui. Si tratta di una vera punizione o è paranoico? Fa parte di uno scherzo malato?

Il talento comico dei Totally Tom riesce a mantenere quell'atmosfera classica dei film grotteschi britannici girati con due lire e con alla base del materiale, delle situazioni tra l'eccessivo e l'imbarazzante (in senso buono nel far delirare gli eventi) e un ritmo fresco condito da recitazioni all'altezza. Sembra di assaggiare qualcosa che strizza l'occhio alla commedia nera senza però mai virare nell'horror sebbene alcune situazioni sembrino evocarlo.
Pete è il classico giovanetto che sembra aver avuto tutto, sicuro di se e anche abbastanza antipatico per certi aspetti. Harry è la sua nemesi. Una commedia di continui ribaltamenti, dove tutto ciò che può sembrare ovvio viene sovvertito, dove non è mai chiaro l'obbiettivo di alcuni personaggi e dove gli assurdi cominciano a succedersi in maniera irrefrenabile. Ci sono alcune scene davvero comiche con i giusti tempi senza forzare mai o rendere eccessiva la vicenda. Avviene tutti ai limiti del bizzarro, dove forse con il tempo non si accetta più lo scherzo e si diventa troppo rigidi con se stessi rischiando in un momento di follia di perdere tutto ciò che si è costruito

Doggy Style


Titolo: Doggy Style
Regia: Josh Greenbaum
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Reggie, minuscolo border terrier ingenuo e ottimista, è convinto di aver il miglior padrone del mondo, Doug, uno scansafatiche erotomane che in realtà lo odia perché all'origine della rottura con la fidanzata. Dopo innumerevoli e inutili tentativi di abbandonare Reggie portandolo il più lontano possibile da casa, Doug riesce infine a lasciare Reggie in una grande città e far perdere le sue tracce: per il cagnolino, ancora convinto di giocare con il suo padrone, è l'inizio della vita da randagio, ma anche del viaggio che lo riporterà al suo mondo, finalmente cambiato e deciso a vendicarsi. Con lui, a insegnargli una nuova vita all'insegna della libertà e del piacere, il folle Bug, un boston terrier logorroico e sboccato, e altri compagni di strada.

Doggy Style è una cazzatona col botto però mi ha molto divertito e non succedeva da tanto.
E' sboccato, trash, stupido, maleducato, volgare, bizzarro, esplicito e molto altro ancora ma d'altronde parla di cani e per questo può prendersi tutte le libertà che gli pare senza stare a seguire inutili dogmi del politicamente corretto. Parla di emarginati, di abbandono, ci sono tante riflessioni e i temi sociali vengono analizzati senza essere melensi ma buttandola spesso in risate e azzuffate.
Parlando di cani e di Reggie la cosa sicuramente riuscita meglio è il ribaltamento del punto di vista tra mondo animale e mondo umano, con tutti i pensieri che attanagliano un cane e che tendono sempre a giustificare il proprio padrone anche quando vengono abbandonati.

Pazza giornata di vacanza


Titolo: Pazza giornata di vacanza
Regia: John Hughes
Anno: 1986
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Proprio una pazza giornata di vacanza quella che architetta lo studente di un liceo americano, Ferris Bueller, bigiando la scuola. Raccontando scuse a tutti, a scuola e ai genitori, sottrae la rossa Ferrari al padre e con la sua ragazza e il suo miglior amico decide di fare una gita verso Chicago
 
Questo piccolo cult a detta di molti l'ho scoperto in ritardo, me lo sono gustato e goduto con tutta quella voglia di fare cinema che contraddistingueva alcune commedie degli anni '80.
Scanzonato, ironico, irriverente, provocatorio, buffone e Ferris Bueller sembra addossarsi ogni sorta di pregio e difetto diventando quell'adolescente sveglio e con una voglia matta di godersi la vita, il divertimento ma senza cedere a nessun compromesso. Al contempo con quella sua faccia da schiaffi Broderick rappresenta appieno l'opposto del maschio alpha arrivando ai suoi obbiettivi non per la forza fisica ma per il suo essere petulante e manipolatore.
Alcune scene come quella di come sottrae la Ferrari all'amico, la chiamata al preside, l'escamotage per farsi sembrare malato e così via danno motore e ritmo a qualcosa di fresco e maturo che non sembra mai perdere smalto.


Deratizzatore


Titolo: Deratizzatore
Regia: Wes Anderson
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

In un paesino americano il proprietario di una pompa di benzina vive sotto l'assedio dei topi. Chiama perciò un derattizzatore della zona, noto per essere un vero esperto nel suo campo. L'uomo si presenta spiegando come sia fondamentale nel suo mestiere conoscere da vicino le sue prede; il suo studio dei ratti nel corso degli anni è stato talmente assiduo e approfondito da renderlo oramai simile fisicamente a essi. Ma questa non è certo la cosa più strana di questo bizzarro personaggio e lo si scopre non appena egli si mette all'opera.

Un altro Wes Anderson in un corto di venti minuti dopo HOTEL CHEVALIER del 2007.
In un anno è uscito un lungo, un medio e ben tre cortometraggi. Ralph Fiennes è un attore così posato e versatile che oltre offrire nei corti successivi il ruolo di Roald Dahl, si presta perfettamente ai meccanismi dell'autore e dell'opera in questione regalando piccoli gesti e una mimica facciale perfetta per connotare un personaggio ambiguo e fuori dal comune.
Un pifferaio magico post moderno che viene chiamato per risolvere questioni che solo lui, pensando come i ratti, riesce a sorprendere risolvendo i problemi in maniera assolutamente atipica.

Veleno


Titolo: Veleno
Regia: Wes Anderson
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nell'India di epoca coloniale, l'inglese Harry Pope una sera viene scoperto nel suo bungalow, sdraiato assolutamente immobile sul suo letto, visibilmente stressato. A trovarlo è Timber Woods, al quale, con un sussurro urgente, Pope dice che un serpente si è addormentato a pancia in giù sotto le lenzuola e che non può muoversi per paura di svegliarlo e di essere morso. Il serpente, dice, è un krait, il cui veleno potrebbe uccidere un uomo in tre minuti netti a meno che non gli venga immediatamente somministrata una dose di antidoto. Harry ordina a Timber di convocare il dottor Ganderbai, che si precipita e inizia a formulare una missione di salvataggio. Il piano del dottor Ganderbai prevede di inzuppare le lenzuola di Harry con del cloroformio, sperando che metta fuori combattimento il serpente.
 
Ritorna Roald Dahl dopo uno dei capolavori del regista ovvero Fantastic Mr Fox.
Tornano i cortometraggi curati nello stesso anno con Deratizzatore e Cigno. Torna la solita forma qui con l'ausilio di una ciurma di attori che ha prestato enfasi, eleganza e grazia in tutti i lavori, cambiandosi i ruoli e i costumi ma mantenendo quella spensieratezza tipica di alcuni personaggi andersoniani.
Torna Roald Dahl scrittore venerato dal regista che decide di omaggiare in tre diverse formule lo stesso anno. Questo forse rimane il secondo migliore dopo Deratizzatore dove le vicissitudini infervorate e frementi non sembrano mai fermarsi o spegnersi quando invece trasportano il protagonista da una stanza e da un luogo ad un altro e con l'elemento di sottofondo, il serpente, ben costruito nel suo nascondersi senza essere quasi mai palesato. Una struttura e una prosa fitta che non concedono mai un respiro, entro cui poter dare sfogo ad un resoconto in prima persona in cui la scena si svolge ma soprattutto viene narrata, con chi racconta rivolto spesso a condividere lo sguardo dello spettatore.

mercoledì 18 ottobre 2023

Asteroid City


Titolo: Asteroid City
Regia: Wes Anderson
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un raduno astronomico nel deserto è l'occasione per ragazzi e famiglie di intrecciare le proprie esperienze

Anderson è l'autore delle geometrie, della coralità, del cast stellare, dei silenzi, dei movimenti sempre calibrati. In ogni suo film possiamo prendere un frame e farlo diventare un quadro.
Per questo la sua è una politica d'autore ben precisa e riconoscibilissima. Basta vedere un inquadratura e sai di chi stiamo parlando.
Asteroid city mi è piaciuto molto rivedendolo per la seconda volta. Parla di geni incompresi, di una grande solitudine che vorrebbe affacciarsi al balcone e scoprire qualcuno di diverso. E‘ un film minimale e molto interiore con la capacità con cui sonda alcune caratterizzazioni.
E'un‘opera pressochè perfetta, dove se spesso viene rimproverato a Wes di non avere una vera e propria storia nei suoi soggetti con obbiettivi e quant'altro, qui invece è ben strutturato, si prende i suoi tempi, lascia silenzi per comunicare molto più di quello che potrebbero fare i dialoghi con delle semplici espressioni o dei movimenti del corpo. L'arrivo dell'alieno è da storia del cinema.
Tutti riescono a dare il meglio di sè senza mai prevalere sull'altro. Abbiamo un deserto nutrito composto da bambine curiose, piccoli geni adolescenti, fotografi alle prese con un lutto, attrici depresse, cowboy sognatori, educatrici di campeggio, dottori, scienziati e addetti del motel.
Un piccolo gioiello composto da tanti assurdi, situazioni fuori luogo e discorsi solo all'apparenza inutili che ne fanno un'opera cinematografica elegante e meravigliosa.

Meravigliosa storia di Henry Sugar


Titolo: Meravigliosa storia di Henry Sugar
Regia: Wes Anderson
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Henry Sugar, un uomo ricco che non ha mai lavorato in vita sua, viene a conoscenza attraverso un quaderno dell'esistenza di un guru, Imdad Khan, che riesce a vedere senza usare gli occhi. I medici e gli specialisti sono inizialmente dubbiosi di questa sua capacità ma poi, dopo averlo messo alla prova, hanno scoperto che il suo talento era autentico. Decide così di imparare questa tecnica per poter imbrogliare al gioco d'azzardo.
 
Nello stesso anno Anderson ci ha dato ben tre opere. Anche se di un mediometraggio si parla Henry Sugar parte da un testo ritrovato in una biblioteca per fare una desamina su un personaggio che ha creato una sorta di evento improbabile e il nostro protagonista che vuole emularlo senza sapere poi come sfruttare la sua stessa abilità. Sicuramente meno ispirato, molto romanzato, con Ralph Fiennes che dopo il Deratizzatore, la terza opera sempre di quest'anno, ritorna alla corte di Anderson con il solito manipolo di attori stellari e la new entry Benedict Cumberbatch che con la sua elegenza british riesce subito a integrarsi nella sue cornici.
Perchè di cornici si tratta, di scene clamorosamente studiate alla perfezione con un reparto tecnico dove la scenografia e la fotografia sono sempre molto incisive spettacolarizzando ogni elemento. Per qualsiasi attore recitare con Anderson deve sicuramente essere un'esperienza esaltante dando la possibilità di esercitare il proprio estro su personaggi così tagliati con l'accetta che sembrano far parte di una compagnia teatrale recitando su un palcoscenico e dimostrando di conoscersi quasi a memoria. Ritorna Roald Dahl dopo uno dei capolavori del regista ovvero Fantastic Mr Fox

sabato 30 settembre 2023

Sol dell'avvenire


Titolo: Sol dell'avvenire
Regia: Nanni Moretti
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Giovanni, regista italiano in ambasce tra una moglie in analisi e un produttore sull'orlo del fallimento, ha smesso di credere nell'avvenire. A immagine del suo protagonista, figura di prua dell'Unità e della sezione comunista del Quarticciolo, vuole 'farla finita' col mondo che avanza in direzione ostinata e contraria: la consorte ha deciso di investire su un giovane regista de-genere, la figlia di sposare un uomo (molto) più vecchio di lei, la sua attrice principale di improvvisare l'amore in un racconto politico e poi c'è Netflix che produce cinema in scatola.
 
Forse alcuni autori dovrebbero gettare l'ancora e guardare l'avvenire di chi invece ha le idee molto chiare. Moretti aveva fatto abbastanza bene con l'ultimo TRE PIANI disegnando un dramma contemporaneo verosimile. Qui sbaglia proprio tutto. A partire dalla sua recitazione con un vocione macchinoso, una presenza che vuole rendersi altezzosa e fastidiosa oltre che petulante ma in fondo tenera e buona con il risultato finale gravemente insufficiente. Praticamente nessun attore e attrice nel ruolo, quasi nulla si salva, dalla descrizione e dal voler dare vita ad una fiction storico/politica così noiosa e preistorica al descrivere le nuove leve come se fossero solo e soltanto interessati alla violenza, ad una retorica continua in tutte le sue parti e forme che plasma il film senza mai farlo decollare ma invece distruggendo un'avvenire che Giovanni stesso sembra temere più di tutti gli altri.

domenica 3 settembre 2023

Bear-Season 2


Titolo: Bear-Season 2
Regia: AA,VV
Anno: 2023
Paese: Usa
Stagione: 2
Episodi: 10
Giudizio: 5/5

Dopo aver fatto i conti col suicidio del fratello maggiore e tentato di salvare l’incasinatissimo ristorante di famiglia, Carmy ha finalmente la possibilità di avviare un’attività nuova di zecca e, si spera, all’altezza del suo talento.
 
Bear riesce a fare ancora meglio della prima stagione e non era affatto semplice. I misteri per cui questa serie riesca a creare una così forte dipendenza restano in parte chiari e in altri celati grazie a meriti della produzione, della regia, degli scenografi, del cast, insomma delle maestranze che la compongono.
A differenza della prima si allarga e ci porta nel passato di Carmy conoscendo il fratello e gli altri componenti della famiglia allargata con un episodio che spiega meglio alcuni intrecci familiari davvero esplosivi per quanto possano diventare assurde alcune relazioni tra parenti serpenti.
Ci porta poi in Danimarca per farci conoscere la formazione di Marcus grazie all'aiuto di uno chef davvero insolito e bizzarro che ha perso tutto in passato scontrandosi contro Carmy.
Proprio su di lui sembrano puntare meno i riflettori scommettendo su una narrazione molto più corale ed equilibrata vincendo ogni scommessa e regalando pathos, vicende familiari, storie d'amore, perdite, lutti, competizioni, amicizie, tutto senza risultare mai posticcio e senza risultare melenso ma anzi esplodendo sempre da un momento all'altro come è solito nel meccanismo di questa serie. Ovvero nel suo ritmo spaventoso, in questi dialoghi quasi sempre urlati, con personaggi che sembra debbano avere un esaurimento nervoso da un momento all'altro e quella quiete che quando arriva dopo la tempesta porta lo spettatore a riprendere fiato, sorridere e commuoversi.

Signore e signori...buonanotte


Titolo: Signore e signori...buonanotte
Regia: AA,VV
Anno: 1976
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Un ordinario giorno di follia quotidiana in un emittente televisiva pubblica. Si alternano sullo schermo il telegiornale, condotto da Paolo T. Fiume, e una serie di programmi che riempiono il palinsesto della rete.
 
Un fiume che con la sua corrente trascina l'Italia nel baratro in cui sembra essere sprofondata.
La Cooperativa 15 Maggio è formata da vari autori, cinque registi e dieci sceneggiatori che disegnano l'Italia di allora, purtroppo anche di oggi, con una satira pungente sulla politica.
Un film fatto di episodi molto divertenti ma anche drammatici e diversi tra loro per intuizioni, generi, messe in scena, potendo godere di alcuni tra i migliori attori italiani di sempre.
Quando si hanno a disposizione Tognazzi, Manfredi, Mastroianni, Gassman, Celi e Villaggio è impossibile sbagliare. Le malefatte del nostro paese, la corruzione, la povertà, la sete di potere, l'alto tradimento, passando dalla politica alla religione, al razzismo e alla solitudine
DA MALATA A CONVALESCENTE in cui un gruppo di amministratori imparentati tra loro obesi e squallidi intervistati dallo stesso Fiume sull'amministrazione e la corruzione di Napoli guardando la cartina finiscono per mangiarsela e rubare l'orologio al giornalista.
SINITE PARVULUS in cui viene mostrato un bambino e la sua vita nei bassifondi di Napoli in una famiglia numerosa con madre malata e padre disoccupato in cui nel tentativo di ritirare la roba stesa in balcone cadrà giù
MANGIAMO I BAMBINI in cui Villaggio interpreta un sociologo tedesco che citando Swift parlerà della teoria di disfarsi dei bambini poveri mangiandoli e creando un campo apposito per loro.
GENERALE IN RITIRATA dove il generale Tognazzi comincerà a perdere dei pezzi della sua divisa in un cesso pieno di merda. Come sentenza per la sua condotta finirà per fare una brutta fine.
DISGRAZIOMETRO dove sempre Villaggio come presentatore televisivo ci porta a visionare tre disgraziati in cui vince quello messo peggio. Il concorrente vincente finirà per esplodere.
SANTO SOGLIO in cui nella lotta per incoronare il nuovo papa, tra sotterfugi dei cardinali Piazza-Colonna e Canareggio per essere eletti nel ‘500, entrambi chiedono quel voto mancante a Manfredi caduto in disgrazia e proprio quest'ultimo con scaltrezza finirà per essere eletto e far tagliare la testa ai due usurpatori
BOMBA è insolito e ahimè anche una metafora niente affatto distante dalla realtà dove dopo un falso allarme bomba in una centrale di polizia per aumentare l'audience delle forze dell'ordine contro attentati terroristici e anarchici sovversivi, viene messa dalle stesse forze dell'ordine un vero ordigno
VESTIVAMO ALLA METALMECCANICA dove all'interno di una fabbrica un giornalista scopre che in mezzo al lavoro minorile si nasconde un nano che non riuscendo a trovare lavoro perchè adulto viene scambiato per un bambino.
ISPETTORE TUTTUNPEZZO dove Gassman e Celi, ispettore e imprenditore corrotto conducono le danze in un episodio tutto in rima con la voce narrante dello stesso ispettore
POCO PER VIVERE, TROPPO PER MORIRE dove viene intervistato un pensionato interpretato da Tognazzi che porta il giornalista nella sua vita quotidiana tra stenti e difficoltà ma tutte con il sorriso in faccia. Uno degli episodi più toccanti e meglio studiati, un reportage autentico e commovente
CERIMONIA DELLE CARIATIDI dove vediamo istituzioni sempre più vecchie e decrepite chi con il girello, chi con la bombola d'ossigeno e soprattutto comizi impronunciabili in una sorta di Parlamento rielaborato


Barbie


Titolo: Barbie
Regia: Greta Gerwig
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Barbie Stereotipo vive a Barbieland, dove ogni cosa è color confetto (prevalentemente rosa) e ogni giorno è il più bello di tutti. Improvvisamente viene assalita da pensieri di morte, e i suoi piedini perennemente sulle punte sono diventati piedi piatti. L'unica a poterla consigliare sul da farsi è Barbie Stramba, quella su cui qualche bambina annoiata si è accanita, e che vive in parziale isolamento dando buoni consigli alle Barbie perfette (visto che a nessuna interessa il suo "cattivo esempio"). Barbie Stramba spedisce Barbie Stereotipo nel mondo degli umani, alla ricerca della bambina che, con i suoi pensieri tristi, sta rischiando di gettarla in una crisi esistenziale. Se riuscirà a trovare "la bambina che gioca con lei e interferisce con la sua bambolità", recupererà i piedini a punta e la testa sgombra di complicazioni tristi e melense. Al suo fianco, come un clandestino, spunta Ken, da sempre innamorato di lei: un compagno che Barbie dà per scontato e dunque tratta come uno zerbino. Riusciranno Barbie e Ken a ritornare vittoriosi dal mondo degli umani?
 
Barbie è quel film di cui si è parlato troppo e che come tante pellicole andrebbe visionata senza leggere niente e farsi una propria opinione. Certo un film così emblematico su di un giocattolo divenuto sistema simbolico organizzatore di senso e status symbol per tante ragazzine non era un'operazione facile.
Prima di tutto dal momento che non esiste una storia e una narrazione da cui partire ma c'era la più grande libertà costruendo ciò che si voleva potendogli dare intenzioni e scelte morali e sociali molto personali senza dover rimanere ancorati a qualche legge di mercato.
Il film di per sè è molto patinato, tutti recitano volutamente sopra le righe rispettando i vari crismi di chi è solo un oggetto e quindi esprime emozioni e sentimenti inclini a quello che rappresenta.
Quando proviamo a instillare la ragione e il dubbio in un oggetto allora può diventare interessante, anche se qui le scelte della Gerwig molte volte non lo sono, di rendere meno plastica la propria esistenza finendo per esaudire quel desiderio di cui si è fatta scuola grazie al romanzo di Collodi.

Grande giorno


Titolo: Grande giorno
Regia: Massimo Venier
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Caterina ed Elio, lei figlia di Giovanni, lui figlio di Giacomo, si conoscono fin da bambini, si frequentano da una vita e sono in procinto di sposarsi. Giovanni e Giacomo lavorano insieme da decenni in un'azienda che fabbrica divani ma non potrebbero essere più diversi: il primo è entusiasta, esagerato e generoso, il secondo è preciso, pignolo e un po' taccagno. E se Giovanni è disposto a spendere una fortuna per il matrimonio della figlia, Giacomo si preoccupa di come rientrare da quelle spese faraoniche che condivide. Valentina e Lietta, le rispettive mogli, sopportano con pazienza gli eccessi dei mariti, e a Valentina tocca anche sobbarcarsi la nostalgia che Giovanni prova per l'ex consorte Margherita, fuggita anni prima in Norvegia dove ha vissuto da single indipendente. Quando al lago dove si stanno per celebrare le nozze di Elio e Caterina Margherita arriva con il suo nuovo compagno, Aldo, un uomo del sud carismatico e pasticcione, la tre giorni di festeggiamenti prende pieghe impreviste e talvolta tragicomiche.
 
Finalmente dopo alcune cadute di stile imbarazzanti, il trio comico che mi ha sempre fatto morir dal ridere a teatro riesce a funzionare nella settima arte. Senza stare a citare i precedenti film che sono stati, soprattutto gli ultimi, dei veri e grandi fallimenti a parte ODIO L'ESTATE. Questa storia seppur già vista innumerevoli volte, ha qualcosa di spontaneo, di piacevole, di comico, di tenero e romantico.
E' film per certi aspetti corale con tantissimi attori e attrici, con i soliti luoghi comuni legati al terrone e ai lombardi borghesi che fanno a gara per sfoggiare denaro senza lesinare però le tirchierie. E' un film che parla di amicizia, quasi un testamento del terzetto dove succedono disastri uno dopo l'altro in questa sontuosa magione nei giorni che precedono un matrimonio che fino all'ultimo viene messo in discussione dagli stessi sposi.