In seguito alla tragica morte del fratello, Li Fong deve lasciare la scuola di kung fu a Pechino, dove è una giovane promessa, per trasferirsi a New York con la madre che ha trovato lavoro come dottoressa in un ospedale. Una sera entra dentro il locale "Victory Pizza" gestito da Victor, un tempo ottimo pugile e ora è perseguitato dal suo strozzino, dove conosce sua figlia Mia. La ragazza frequenta la sua stessa scuola ed è l'unica persona con cui stringe amicizia. Mentre si trova con lei in metropolitana, viene colpito a tradimento da Conor, il suo ex, campione di karate in match spesso clandestini. La madre gli ha esplicitamente vietato di tornare a combattere e lo ha messo nelle mani di un tutor coetaneo, Alan, per farlo studiare.
Eravamo rimasti a quattro film con l'ultimo del 2010 KARATE KID-LA LEGGENDA CONTINUA dove compariva anche lì Jackie Chan e sei stagioni di COBRA KAY. Ora qui torna anche Ralph Macchio e il discorso è quello di mischiare kung fu e karate come ultima boa a cui aggrapparsi per un film che a livello di sceneggiatura e idee rasenta i bassifondi. E questo spesso si intuisce dal bisogno di allargare un discorso che moriva già dopo il primo capitolo o comunque la trilogia degli anni '80. Qui si sta creando di formare un world building assemblando tutto come sembra ribadirlo il cameo finale di Johnny Lawrence a rimettere la possibilità che questa nuova generazione del film possa intersecarsi con i personaggi della serie tv.
Ad ogni modo Li Fong studia kung fu da Jackie ma la madre lo porta a New York sottolineando come parli bene l'americano e volendo dimenticare Pechino dove il figlio maggiore e fratello di Li è morto accoltellato per strada sotto gli occhi del protagonista che non è riuscito a far nulla in quell'occasione.
Arriva a New York si innamora della figlia di Victor, aka Pacey Witter, Joshua Jackson in un ruolo davvero inutile e dovrà vedersela con il bulletto locale tra l'altro ex di Mia. Il film è girato persino bene ma la banalità e prevedibilità di ogni singola scena e battuta lo fa precipitare nel calderone di quei film per teenager dove almeno si poteva chessò vedere una goccia di sangue dopo tanti combattimenti.