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giovedì 16 luglio 2015

Voices

Titolo: Voices
Regia: Marjane Satrapi
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il film racconta di un uomo di nome Jerry Hickfang che, dopo aver accidentalmente ucciso una donna che è sua collega nella fabbrica di sanitari dove lavora, inizia a dialogare con il suo gatto e il suo cane – chiamati Mr. Whiskers e Bosco, il primo spregiudicato e senza scrupoli, il secondo buono e ottimista – ascoltando letteralmente i loro consigli sul come nascondere l’accaduto ed evitare ogni forma di guai.

I film che parlano di schizzofrenia, malessere esistenziale, solitudine e altre connotazioni strane con imprevedbili sterzate sul grottesco di solito non mi dispiacciono.
Satrapi aveva fatto molto bene con PERSEPOLIS donandoci forse il suo film più autoriale e personale.
The Voices è una commedia nera con protagonista l'antipaticissimo Ryan Reynolds.
E'strano perchè o l'attore ha saputo per una volta mettere da parte il suo ego e regalare una convincente performance, oppure è completamente pazzo e allora tutto si spiega.
Optando più per la seconda opzione, The Voices è un parabola sulla scompensazione legata ai farmaci e gli effetti collaterali che ne conseguono con tutti i deliri e gli eccessi possibili.
Il fatto che il film prenda velocemente una piega slasher riuscendo allo stesso tempo ad apparire demenziale è una scelta funzionale solo in parte, che sebbene funzioni durante la prima parte, crolla nel finale diventando ripetitivo e telefonato.
Se nella prima parte i dialoghi riescono a dare il meglio soprattutto con la morale del gatto Mr.Whiskers (i felini d'altronde sono troppo avanti rispetto ai cani) dal secondo tempo in avanti, la costruzione del film vacilla, diventando troppo scontato e troppo sanguinolento.
Pur essendo un amante di queste componenti, preferivo la parte in cui Satrapi ha saputo mescolare meglio le carte e la sceneggiatura, dando più connotazioni al personaggio e mettendolo di fronte agli effetti provocati dall'astinenza legata al farmaco mescolando i generi e strizzando l'occhio al noir contemporaneo e facendo allo stesso tempo una critica feroce sul potere dei medici, in particolare degli psichiatri. Le teste nel frigo che parlano e la scomposizione dei cadaveri mi è sembrata poi noiosa e ridondante, quella ciliegina sulla torta che cerca l'esagerazione trovando l'estremo opposto.