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giovedì 14 giugno 2012

Fuga di Martha


Titolo: Fuga di Martha
Regia: Sean Durkin
Anno: 2010
Paese:  Usa
Giudizio: 3/5

Martha è una ragazza psicologicamente provata dagli anni trascorsi in una setta religiosa, guidata dal carismatico Patrick. Dopo essere fuggita, trova ospitalità dalla sorella maggiore Lucy e dal cognato Ted, dove cerca di dare un senso alla propria vita. Ma il suo equilibrio mentale è seriamente provato dalle violenze psicologiche e sessuali che ha dovuto subire, credendo di essere osservata e controllata da Patrick e dai suoi seguaci, Martha entra nel tunnel della paranoia.

Durkin firma due anni fa questo film solido e robusto quanto freddo e minimale.
La trama non è originalissima ma il discorso che il film vuole affrontare è per certi versi contemporaneo.
La normalità come forma di astrazione pura (Martha accetta di stare con la sorella e il marito perché è costretta denunciando lo stile di vita borghese e monotono dei due) contrapposto alle sette para-religiose che spesso vengono accettate dai giovani perché sembrano l’unica via di fuga come se fossero una specie di ritorno ad una comunità delle origini.
Lo stile è interessante con questi continui cambi di inquadratura ed un montaggio che alle volte serve a depistare lo spettatore come nella scena in cui Martha si butta nel fiume.
Interessante e necessario anche se alle volte troppo lento e silenzioso, cercando di voler essere a tutti gli effetti un’opera autoriale ma senza averne ancora le fondamenta.
Il ruolo di Patrick, una sorta di guru padre spirituale che instilla principi di vita e inizia tutte le nuove arrivate, è quanto mai emblematico in tempi in cui finti padri spirituali guidano  gruppi con una gentilezza che maschera spesso una malcelata violenza o spietati interessi economici.
La normalità come diceva Matheson è un concetto di maggioranza, la norma di molti e non quella di uno solo. Quando Martha lo scoprirà forse, sarà troppo tardi…