Titolo: Bridgend
Regia: Jeppe Ronde
Anno: 2015
Paese: Danimarca
Giudizio: 3/5
Sara e suo padre si trasferiscono in
una città colpita da un'ondata di suicidi di adolescenti. Quando la
giovane si innamora di Jamie, anche lei diventa inspiegabilmente
preda della depressione che minaccia di inghiottire tutti.
Bridgend è un film drammatico che tocca un tema attuale (il rituale nei suicidi) prendendo spunto da fatti di cronaca realmente successi. Suicidi in serie, sub cultura, una chat segretissima, una piccola cittadina inglese e il passato che torna sono solo alcuni degli ingredienti che l'esordiente danese Ronde analizza e mette in scena per descrivere un microcosmo difficilissimo e contorto.
Il branco, le sue leggi, la leadership,
la giovane protagonista che ritorna nella città d'infanzia, il padre
sbirro messo da parte dal gruppo di pari di Sara.
Bridgend è un film anomalo e minimale.
Descrive seguendo minuziosamente i suoi protagonisti all'interno di
una realtà drammatica da cui non sembra esserci salvezza.
I protagonisti sono membri di una
piccola micro comunità nella società e non fanno altro che bere,
picchiarsi, scopare e urlare a squarciagola nel bosco per ricordare i
loro amici morti.
Una prova d'iniziazione che prevede il
sacrificio finale. Il capro espiatorio, Jamie, è la vittima
sacrificale, tutto ma proprio tutto sembra venir citato dal regista
se non fosse che nel secondo atto perde quasi tutta la sua atmosfera
e l'indagine si perde diventando una sorta di meta riflessione su
alcune ansie giovanili senza riuscire a trovare originalità e spunti
di interesse.
Un film che parte benissimo per poi
lasciarsi andare. Un finale solenne quanto prevedibile, sopratutto
dal momento che Ronde ama il lieto fine, e una scelta d'intenti che
farà storcere il naso a molti ma che in fondo getta le reti per un
ottimismo di fondo che andrebbe sostenuto in tempi come questi in cui
la fragilità dell'io degli adolescenti in generale ha toccato dei
picchi che nessuno pensava possibili.
Con Bridgend, il regista Jeppe Rønde
ha investito la sua esperienza di documentarista in un dramma sulla
vera storia di una cittadina nel sud del Galles. Ancora oggi,
Bridgend viene tristemente associata ai tragici suicidi che hanno
avuto luogo lì tra il 2007 e i giorni nostri. Per ragioni ancora
inspiegabili, 79 giovani di età compresa tra i 13 e i 17 anni si
sono tolti la vita. Rønde affronta l’argomento abilmente.
Dal punto di vista della regia c'è
tanta telecamera a spalla, il montaggio e le musiche sono le parti
più curate, il cast fa il suo dovere senza guizzi di nessun tipo e
la prima e l'ultima scena rimangono le immagini più belle e
affascinanti di tutto il film.