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domenica 11 ottobre 2020

Beverly Hills Cop 3


Titolo: Beverly Hills Cop 3
Regia: John Landis
Anno: 1994
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Axel Foley vuole vendicare l’uccisione dell’ispettore Todd a Detroit: va a “Wonderland”, parco-divertimenti di Beverly Hills, dove ottiene l’aiuto di Billy Rosewood, nel frattempo promosso.

Il terzo capitolo delle avventure di Axel Foley è da tutti ritenuto un insuccesso quando in realtà avendo un maestro come Landis alla regia riesce a regalare un'importante metafora politica e sociale. Ovvero quella di prendere un'ipotetica Disneyland come isola felice e connotarne i difetti e le spregevoli ambiguità e trame criminali che si nascondono nel sottosuolo. Da questo punto di vista il film nonostante non abbia i guizzi e l'originalità di Brest e l'estro e l'azione di Scott, rimane il più leggero pur avendo dalla sua alcune risorse importanti come quello di scoprire un mondo criminale che vive in perfetta armonia con i messaggi di armonia e amore presenti in un parco giochi nazionale senza che nessuno possa rendersene conto. Tra eccessi catastrofici e buffoneschi con il salvataggio dei bambini nella giostra, l'arma non convenzionale, Taggart in pensione per lasciare spazio a Jon Flint, Rosewood che ha fatto strada e come sempre aiuterà il collega di Detroit, si arriva ad una galleria di comparse, di star, di balletti e spunti da musical. Certo non siamo ai fasti dell'esordio, ma Landis ha il talento di saper ritrasformare qualsiasi cosa con cui entri in contatto e saper spaziare e approfondire qualsiasi genere dandogli quel suppelletto in più come in questo caso la critica sociale e politica.