Visualizzazione post con etichetta Dolemite is my name. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Dolemite is my name. Mostra tutti i post

lunedì 30 dicembre 2019

Dolemite is my name


Titolo: Dolemite is my name
Regia: Craig Brewer
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Rudy Ray Moore non è sempre stato Dolemite. Ci ha messo un po' a decidere di diventarlo. E quando poteva concentrarsi solo sulla carriera di stand-up comedian, ha pensato bene di creare un film attorno al suo personaggio. Quasi senza soldi, senza un vero e proprio cast, con una sceneggiatura raffazzonata e tutto il nudo possibile

Sinceramente non so dove fosse finito Eddie Murphy. Il padre della risata che tra gli anni '80 e '90 ha dato ruoli indimenticabili, il Bambino d’oro su tutti, ritorna notevolmente invecchiato ma sempre con quella faccia da culo pronta a dirne una più del solito.
Dolemite è praticamente tutto sulle sue spalle, sul suo potere comico, sulla sua espressività che non conosce limiti, ma anche su un personaggio per fortuna meno tagliato con l'accetta come lo erano i suoi ruoli del passato, con una forza drammatica che dimostra ancora una volta il suo talento.
Un biopic sulla storia vera del comico, musicista, cantante, attore e produttore cinematografico Rudy Ray Moore ormai al capolinea e bisognoso di cercare una soluzione per continuare ad avere successo. Il film è una commedia velata da un dramma interiore del protagonista, un'opera carismatica e valida, dove l'idea supera la forma e il film ancora una volta ci ripete quanto siano importanti le storie, lo storytelling e quindi registrare canzonette sporche di senzatetto riadattandole intelligentemente per il grande pubblico. Questo stratagemma può essere un'arma infallibile per conquistarsi di nuovo un meritato posto da leader sul palcoscenico.
L'opera di Brewer che finalmente filma il suo miglior film, cerca però, quando ormai la trama è sdoganata, di aggiungere ancora elementi preziosi e importanti per farci capire quanto in quel periodo quel mondo e la cultura afro stesse cambiando rapidamente, dall'hip-hop, alla blaxploitation mostrando un paesaggio rappresentativo in cui gli afroamericani vivono in contesti poveri, popolati da prostitute e spacciatori e dove Dolemite, visto quello che lo circonda, riesce nel bene e nel male a sfruttarlo a suo piacimento per mostrare il doppio lato della società all'interno dei suoi monologhi.