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mercoledì 1 gennaio 2014

Seul contre Tous

Titolo: Seul contre Tous
Regia: Gaspar Noè
Anno: 1998
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

1980. Uscito di prigione carico di rabbia, un ex macellaio equino decide vendicarsi contro un mondo alla deriva irrimediabilmente corrotto. Al personaggio dell'uomo si affianca la figlia Cynthia, oggetto di morbose fantasie incestuose, con la quale cerca di ricostruirsi una vita.

ATTENZIONE:AVETE 30 SECONDI PER ABBANDONARE LA PROIEZIONE DEL FILM
Ora ditemi voi se una frase del genere che ti compare prima dei 20 minuti finali del film non è di un mother fucker che vuole provocare a tutti i costi.
E'un film travagliato l'opera prima del regista argentino che vive e lavora in Francia.
«Dovevo girare il film per trovare della pellicola prima di poter girare di nuovo, un giorno in più. Philippe (Nahon) era costretto a rimettersi gli stessi vestiti, del tutto irrigiditi, perché non avevamo abbastanza denaro per riprendere le riprese»
Con un attesa di cinque anni per trovare i fondi Noè riprende il discorso aperto con il mediometraggio CARNE e si potrebbe racchiudere in una frase dello stesso Philippe che fondamentalmente dice“La morale è per la gente che ha, per i ricchi", tutto il resto sono parole,pensieri,monologhi cinici e devastanti sull'inconsistenza dei valori, sul perbenismo e su mille altri aspetti che Noè fagocita e che non ci dà tempo di esaminarli attentamente, provocando, dunque, ancora di più lo spettatore sempre disciplinato ad avere i giusti tempi per poter capire esattamente il pensiero del protagonista.
Dopo un inizio vertiginoso con voce fuori campo che in pochi minuti ci racconta tutta la vita del protagonista precedente la prigione (ha subito di tutto, compreso una violenza infantile ad opera di un religioso), di fatto si assisterà ad un suo pensiero-monologo per tutta la durata del film in lunghissime passeggiate, inquadrature quasi sempre fisse e pochissime location.
Un film che sembra un monologo teatrale che al di là del fatto di far emergere una certa dura e aspra critica verso la società non si fossilizza solo negli aspetti più superficiali ma proprio dal punto di vista di un uomo che ha perso tutto e non ha più niente assume un significato diverso il suo messaggio e il suo apprente odio verso tutti.
Un'altra frase che mi ha molto colpito del film è che trovo sempre più moderna e contemporanea di questi tempi come una specie di fatto sociale che sta prendendo piega e quando dice "E se per sopravvivere devo essere cattivo,lo farò"
Oppure forse uno dei migliori che sancisce in modo ancora più forte e diretto la visione e il pensiero del regista "Nascere di malavoglia, mangiare, agitare il proprio cazzo, far nascere e morire. La vita è un grande vuoto, è sempre stata e lo sarà sempre. Un grande vuoto che potrebbe svolgersi perfettamente senza me"
Noè ha un merito: nessuno dei suoi film lo ami fino in fondo e al contempo stesso nessuno dei suoi film lo dimentichi o non vorresti mai vederlo.