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lunedì 27 aprile 2015

Essential Killing

Titolo: Essential Killing
Regia: Jerzy Skolimowsky
Anno: 2010
Paese: Polonia
Giiudizio: 3/5

Una coppia di impresari americani viene scortata dalle forze militari in una perlustrazione per le gole del deserto dell'Afghanistan, finché un talebano nascosto in un antro fa fuoco sul gruppo. Impaurito, l'assassino fugge per il deserto finché non viene catturato e rinchiuso in un carcere militare dove subisce torture e viene interrogato come possibile terrorista. Impossibilitato da una temporanea sordità a rispondere a qualsiasi domanda, viene inviato in un campo di prigionia ma, durante il trasferimento, riesce a fuggire dal convoglio militare, dando inizio a un'estenuante caccia all'uomo all'interno di una sconfinata foresta innevata.

Essential Killing come la geografia del film in cui si concentra, passa da un estremo all'altro in tutti i sensi.
Da un lato è una critica profonda, un malessere e insieme abbandono, una caccia all'uomo attenta e impreziosita da alcune scelte insolite e originali (il seno della donna per sopravvivere, le gole del deserto all'inizio, il disagio vissuto da Mohammed).
Dall'altro ha un finale nonchè una parte di mezzo un po sconclusionata, un iter di violenza che può essere giustificato dal senso di sopravvivenza ma che ad un tratto diventa contestabile (il tagliaboschi) senza parlare della soluzione ad effetto di avere un outsider come Vincent Gallo nella parte, poco convincente, di un talebano.
Eppure Gallo ha una mimica così insolita da riuscire a tenere tutto il peso del film e dare forma a quella sofferenza, in questo caso legata prettamente al contesto rurale e contraddistinta dalla fauna naturale che appare funzionalissima per il film del nuovo "godard" polacco (mah...).
Al di là della denuncia, che comunque è da entrambe le parti, accanita feroce come la violenza che sprigiona il protagonista senza nome (Mohammed quasi come un leitmotiv del mondo arabo) e dall'altra, facendo riferimento alla prigionia e alle torture nonchè alcune parti, va a capire, dove in terra natia apprezza i frutti della sua terra.

Un film che dal punto di vista degli intenti deraglia continuamente, ma riesce sempre infine a trovare un suo binario principale. Sprecata la presenza della Seigner.