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mercoledì 2 ottobre 2019

Styx

Titolo: Styx
Regia: Wolfgang Fischer
Anno: 2018
Paese: Germania
Giudizio: 4/5

Una dottoressa decide di prendersi una pausa dal lavoro e di salpare in solitaria sulla sua barca a vela da Gibilterra ad un’isola incontaminata nell’Oceano Pacifico. Il suo viaggio sembra scorrere serenamente finché, dopo una brutta tempesta, si imbatte in un peschereccio arenato pieno di profughi africani in grave difficoltà. Alcuni di loro provano a raggiungerla, ma solo un giovane ragazzo ce la fa. Insieme cercano di chiamare i soccorsi che tardano ad arrivare, mentre la situazione si fa sempre più drammatica. La donna si troverà quindi ad un bivio: provare ad aiutare gli uomini e le donne bloccati sull’imbarcazione oppure farsi da parte ed aspettare aiuti adeguati.

"Volevo fare un film che parlasse di noi stessi, di chi siamo, di come viviamo oggi e di chi vogliamo essere domani. Ma soprattutto desideravo aprire un dialogo con il pubblico e creare un impatto emotivo sullo spettatore, in modo che alla fine si chiedesse: 'Cosa avrei fatto al posto della protagonista?'"
Styx come lo erano alcuni film di Carpignano è un film con una forte impronta sul sociale.
Un'opera e un cinema di denuncia che parla di argomenti quanto mai attuali come in questo caso il dramma dei migranti. L'esordio di Fisher non è mai banale con alcune scene potentissime come i profughi che scappano dalla loro imbarcazione o la lotta tra Rike e il ragazzino con quella scena indimenticabile in cui lui per ribellarsi al fatto che la protagonista non possa e non riesca a salvare altre vite, butta tutte le bottiglie d'acqua in mare.
Fischer parte con un film che è un missile, con tanti silenzi che in realtà comunicano più di molti dialoghi, sguardi sofferti, scelte emblematiche e la realtà che sembra superare la fantasia come quando Rike chiede aiuto ma le viene imposto di farsi da parte e di lasciare che siano Altri a salvare la nave e recuperare i dispersi.
Un film commovente ma solido che non cerca sensazionalismi ma è impermeato nella più tragica realtà senza bisogno di edulcorare i fattori e la sostanza drammatica.
E'un film sulla volontà di prendere delle decisioni anche quando ci viene negato, una cartina sul presente, sul bisogno di far luce e raccontare quello che sta accadendo, l'epopea dei migranti, la solitudine,  il dilemma della responsabilità collettiva,  il dubbio morale, la gestione dell'accoglienza e del soccorso in mare, raccontati attraverso lo sguardo profondo della sua protagonista.
Styx è stato girato quasi interamente in mare aperto, eccetto qualche scena nel primo atto prima che Rike salga sulla nave. Il merito più grande del film a parte non avere forzature è proprio quello di non voler "approfittare" dell'epoca storica per catturare facili eroismi, ma invece una lotta contro se stessi e le istituzioni, seguendo e perseverando il proprio dovere morale, quello che molti di noi stanno perdendo.