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giovedì 26 giugno 2014

Song From The Forest

Titolo: Song from the forest
Regia: Michael Obert
Anno: 2013
Paese: Usa
Festival: Cinemambiente
Giudizio: 5/5

Il musicologo americano Louis Sarno vive da 25 anni nella foresta pluviale centrafricana. Approdato alla tribù dei pigmei Bayaka alla ricerca di una melodia che lo aveva stregato, non se n'è più andato: ha registrato più di mille ore di musica tradizionale, ha imparato la lingua locale e vive perfettamente integrato nella comunità con la moglie e un figlio di 13 anni. Proprio al ragazzo fa una promessa: se vincerà la battaglia contro la grave malattia che lo ha colpito, lo porterà a conoscere il "suo" mondo, quello da cui proviene...

Song from the forest è uno dei pochi documentari capaci di sradicarti completamente dal tessuto moderno, globalizzato e post contemporaneo, per collocarti in mezzo alla foresta, ad una natura che sempre più dimentichiamo o non accettiamo perchè troppo ostica e selvaggia.
Sarno è uno di quegli individui così particolari da lasciarti sgomento ad osservarlo e sentirlo parlare come una sorta di guru scappato dall'Occidente.
Il lavoro di Obert è davvero straordinario sotto diversi punti di vista.
Il soggetto che si dirama diventando astuto nel cogliere e mettere assieme due realtà così diverse. Nella fotografia, magica, in grado di riflettere ogni singolo raggio di luce.
Nelle interpretazioni dei due protagonisti e gli abitanti del villaggio ma anche comparsate come Jarmush che diventa il punto di riferimento americano.
Nella musica, mai condensata così bene assieme alle immagini e alla profonda evocazione che questa melodia crea a tutti gli effetti e che immerge l'attento ascoltatore in qualcosa di primordiale.
Se si pensa che da giovane, lo statunitense Louis Sarno ha sentito alla radio una canzone che ha colpito la sua immaginazione e che da allora ha seguito i suoni misteriosi della foresta pluviale dell'Africa centrale, trovando la sua musica tra i pigmei bayaka e rimanendo a vivere con loro, allora sembra quasi di sentire una leggenda o una storia di fantasia.
Il documentario di Obert si esprime sotto diversi registri, riuscendo a immergere lo spettatore in un magnifico mondo naturale e nell'ascesa della realtà della metropoli e tutte le sue perverse contraddizioni.