Titolo: Daim
Regia: Quentin Dupieux
Anno: 2019
Paese: Francia
Giudizio: 4/5
Il protagonista è un uomo che si trova
ossessionato da una giacca di cervo comprata mentre sta fuggendo,
forse, dalla sua vita.
Si isola in un piccolo paesino montano
in cui finge di essere regista, ma la giacca comincia a occupargli la
mente con un proposito: diventare l’unica giacca esistente al mondo
e fare di lui l’unico proprietario di una giacca.
Quentin Dupieux alias Mr Oizo è un dj
ma anche un grande regista indipendente alternativo.
Come per la musica, segue un suo
percorso personale che lo porta a scelte spesso bizzarre che sembrano
sfiorare il trash per quanto assomiglino a dei veri e propri quadri
grotteschi.
Una commedia nera dove si ride anche e
molto ma per quella scelta singolare di combinare l'azione che ormai
l'artista ha saputo fare sua, creandosi una sua politica d'intenti
personale, un suo linguaggio tutt'altro che banale come spesso
potrebbe essere frainteso.
Wrong Cops, Wrong, Rubber, tutti
avevano a loro modo qualche scena madre da ricordare, e l'ultimo Daim
oltre ad essere un rientro in patria per l'autore che si stacca dagli
Usa, nemmeno a farlo apposta è il film più maturo, esilarante,
politico, assurdo, drammatico e violento.
In un paesino di montagna dove sembrano
vivere solo persone sole e disilluse dalla vita, Georges sembra
filtrare attraverso il suo sguardo perso e la sua nuova telecamera
digitale, il ritratto realistico di come la solitudine possa tessere
la tela della follia.
Attraverso paradossi e dialoghi
assurdi, obblighi e verità, giochi sull'identità e una giacca che
prende sempre più forma, il film fa un ritratto con la commedia di
costume fino a generare disagio. Dupieux traccia un quadro molto
espressivo della noia che regna nelle province francesi più remote e
lo fa senza prendersi mai troppo sul serio, arrivando a fare
un'evoluzione molto netta in termini di intenti e messaggi e
riflessioni presenti nel film, ma al contempo riuscendo con tutti gli
enigmi iniziali del primo atto a tessere un film brillante e
raffinato, sempre al confine tra commedia assurda e dramma realistico
sulla follia, interpretato dagli eccellenti Jean Dujardin e Adèle
Haenel.
Un film che mescola i generi passando
dalla commedia nera, al dramma sociale, al grottesco, allo slasher,
allo splatter fino al mockumentary. Tutti ingredienti deliziosi che
trovano un'ottima collocazione in una storia che non smette di
stupire e di apparire così maledettamente assurda e affascinante.