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lunedì 17 giugno 2019

Giorno di ordinaria follia


Titolo: Giorno di ordinaria follia
Regia: Joel Schumacher
Anno: 1993
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Michael Douglas riveste i panni di D-Fense, un anonimo cittadino il cui equilibrio psichico si è spezzato. Il suo viaggio all'interno della metropoli per raggiungere la moglie che vuole uccidere sarà una continua caduta verso il fondo di un abisso interiore.

Molti registi negli anni hanno denunciato i malesseri della società contemporanea in cui viviamo dall'alienazione del lavoro, all'assurdità della vita metropolitana, infine i ritmi di una società sempre più capitalista e consumista ma soprattutto egoista. Peculiarità che hanno ripreso in parti del mondo diverse e in anni diversi svariati autori con la loro politica.
Schumacher in questo film chiama in ballo molti argomenti, uno tra questi che ho trovato decisamente il più spiazzante e drammatico è stato proprio il legame di coppia tra i due coniugi post divorzio, dove appena si notano segnali allarmanti di qualcosa che non và anzichè arrivare alla radice del problema per semplicità si preferisce farla finita con tutti i rischi e i problemi che questa scelta comporta.
Questo non vale nemmeno come assoluto vista la quantità di notizie di cronaca in cui proprio non notando quei segnali allarmanti o sminuendoli si arriva alla tragedia domestica.
Prima di arrivare al climax finale dove tutta questa parte viene giostrata in maniera un po troppo frettolosa, i primi due atti sono molto potenti e hanno un ritmo incredibile portandoci come ha fatto Gordon nel 2005 con EDMOND a vedere una galleria di situazioni e personaggi improbabili che incrociano il destino o la strada del protagonista.
Ciò che più affascina in un personaggio come quello di D-Fense è che potrebbe essere uno di noi e forse proprio vedere un altro al posto nostro ci fa compatire ancor più il protagonista anzichè farci riflettere sul fatto che le strategie di recupero quando ormai si è passata la soglia rischiano di essere inutili.