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domenica 18 settembre 2016

Perfetti sconosciuti

Titolo: Perfetti sconosciuti
Regia: Paolo Genovese
Anno: 2016
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Quante coppie si sfascerebbero se uno dei due guardasse nel cellulare dell'altro? È questa la premessa narrativa dietro la storia di un gruppo di amici di lunga data che si incontrano per una cena destinata a trasformarsi in un gioco al massacro. E la parola gioco è forse la più importante di tutte, perché è proprio l'utilizzo "ludico" dei nuovi "facilitatori di comunicazione" - chat, whatsapp, mail, sms, selfie, app, t9, skype, social - a svelarne la natura più pericolosa: la superficialità con cui (quasi) tutti affidano i propri segreti a quella scatola nera che è il proprio smartphone (o tablet, o pc) credendosi moderni e pensando di non andare incontro a conseguenze, o peggio ancora, flirtando con quelle conseguenze per rendere tutto più eccitante. I "perfetti sconosciuti" di Genovese in realtà si conoscono da una vita, si reggono il gioco a vicenda e fanno fin da piccoli il gioco della verità, ben sapendo che di divertente in certi esperimenti c'è ben poco. E si ostinano a non capire che è la protezione dell'altro, anche da tutto questo, a riempire la vita di senso.

Soprattutto nel cinema italiano e nella commedia ancor di più, trovare idee e spunti originali su cui imbastire una storia sembra essere sempre più difficile. Non a caso e torniamo sempre lì, sono sempre di meno i titoli e i film interessanti della nostra cinematografia, senza stare a chiamare in ballo alcuni film di genere che di recente hanno dato prova di avere una marcia in più (molti tra l'altro grazie al talento di registi alle prime armi).
Paolo Genovese è un regista che non mi è mai piaciuto e non si è mai fatto notare.
Uno di quelli che porta avanti un marketing di cinema scontato e fessacchiotto.
Perfetti Sconosciuti parte da una sceneggiatura scritta a cinque mani con un cast che non ha bisogno di presentazioni e che esercita una sua accurata funzionalità, eliminando di fatto fatali errori di recitazione che sarebbero costati cari al film.
Una sola location (senza contare gli interni delle diverse case) tanti dialoghi e il cuore e l'anima del film legate alla fragilità dei singoli personaggi e i loro piccoli segreti e tesori nascosti.
Soprattutto in quest'epoca post-contemporanea, liquida, mediatica e frenetica in cui lo stress diventa parte integrante della nostra vita (andandoselo spesso a ricercare) il film mostra diverse idee interessanti, coppie diverse ma tenute assieme da fili invisibili in cui di fatto sono sempre gli interessi a fare da padrone e proprio per questo si pagano care le scelte e gli errori.
Il concetto è questo: siamo arrivati al punto in cui una sim, una chiamata, un messaggio, può fare molto male e distruggere una carriera o un rapporto di coppia. Finalmente un film che senza andarsela a cercare sa essere cattivo di brutto e far male sul serio. Si creano equivoci, voluti o non, si cerca di nascondere ciò che non si può. Alla fine però tutto viene a galla. E se fosse solo un'idea o un sogno. Certo come esperimento sociale è dannatamente affascinante. Finalmente qualcosa di nuovo.