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lunedì 21 marzo 2011

Terrore nello spazio

Titolo: Terrore nello spazio
Regia: Mario Bava
Anno: 1965
Paese: Italia/Spagna
Giudizio:4/5

L’astronave del capitano Mark è costretta a fermarsi su un pianeta sconosciuto, Aura, che da secoli manda segnali ad altri pianeti. Mark e il suo equipaggio scoprono così che un'altra astronave prima di loro e scesa su quel pianeta. A bordo dell’astronave ci sono solo morti e dispersi. Appena giunto, l’equipaggio farà una bruttissima scoperta…alieni privi di sostanza corporea attaccano gli astronauti per potersi poi rincarnare nei loro corpi.

Il film è diventato subito un “cult”, Bava è riuscito a scommettere su un film difficilissimo per gli anni in cui è stato girato. Tuttavia lo stile sofisticato che ricostruisce a meraviglia il paesaggio extraterrestre, convince come tutta la scenografia grazie ad una sapiente e suggestiva misura di rocce e nebbie filmati con uno stile impressionistico.
Anche i costumi con le tute in lattice da astronauta hanno il loro peso e sono molto curate.
La storia e l’intreccio narrativo non sono molto originali e a volte si rischia di perdersi; questo capita per i troppi membri dell’equipaggio d’entrambe le astronavi che si assomigliano e non abbiamo un numero preciso di quanti siano.
Ottimi gli effetti speciali, il trucco da morto, i fucili che sparano raggi fotonici, i cerchi colorati multicolore, e poi la chicca di un regista: l’idea di uno scheletro mostruoso, ultima vestige di una razza d’ominidi alti più di quattro metri con teschi giganti, che poi sarà ripresa da Ridley Scott per il suo –ALIEN-.
Bellissimo il dialogo tra l’alieno e il capitano della nave, in cui il primo espone il problema dicendo che la loro razza si sta estinguendo e l’unico modo e quello di impossessarsi dei corpi.
L’alieno poi ribatte al capitano che anche l’uomo ha sempre fatto così, ovunque andava colonizzava, sfruttava e portava via.
Il film termina in maniera splendida riaprendo completamente la strada dell’invasione aliena.
Un gioiello(come lo definirebbe qualcuno)capace di rimanere a testa alta di fronte a qualsiasi film di fantascienza.
Bravi gli attori(in particolare Barry Sullivan).
Tratto dal racconto –Una notte di 21 ore-di Renato Pestriniero, sceneggiato tra gli altri, da Alberto Bevilacqua e Callisto Cosulich.