Titolo: Louisiana
Regia: Roberto Minervini
Anno: 2015
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
In un territorio invisibile, ai margini
della società, sul confine tra illegalità e anarchia, vive una
comunità dolente che tenta di reagire a una minaccia: essere
dimenticati dalle istituzioni e vedere calpestati i propri diritti di
cittadini.
Il cinema ha ripreso di tutto. Le
storie sui tossicci e i film che parlano di dipendenze e di droga ci
sono sempre stati, alcuni votati all'intrattenimento, altri ad
inquadrare il fenomeno e cercare di analizzarlo in tutte le sue
derive in primis dalla frustrazione sociale.
Louisiana arriva tardi da noi, passato
in sordina ai festival, ed è un altro documentario dell'ottimo e
sconosciuto Minervini che lavora ormai da tempo in America.
Anche lui come tanti della sua
generazione si è messo a disposizione dei diseredati per cercare di
comprendere un altro aspetto del lato oscuro dell'America.
Qui siamo dentro il Texas rurale, la
patria di Lansdale, dove se non fai attenzione alle paludi rischi che
qualche coccodrillo venga a mozzarti le palle.
In Louisiana, il regista deve aver
conosciuto tanti disperati tra cui una coppia tossicodipendente che
vive la giornata, cercando di fare in modo che la dose non manchi mai
ma nemmeno il sesso o tutti quei bisogni primari di cui questi
disperati cercano di saziarsi continuamente in una consumazioone di
corpi e ideologie spicce. La loro è un intensissima relazione dove
l'unica pecca potrebbe essere stata quella di non avergli messo in
mano un copione dandogli piena improvvisazione e la cosa fino ad un
certo punto funziona.
Nella seconda parte invece si sofferma
su un gruppo paramilitare, e si fa più esplicitamente politico
chiamando in ballo, ma come succedeva già nella parte prima dove un
gruppo di anziani col cappello si ritrovano a bere birra fuori dalle
loro roulotte e criticare l'attuale amministrazione e politica
americana, e le loro azioni da marines.
La parte dei paramilitari per quanto
affascinante non allarga più di tanto la vena politica, più che
altro si compone di immagini e di monologhi del loro leader che cerca
di fare il lavaggio del cervello, fermentando l'ideologia di
autodifesa paramilitare a dei giovani smidollati redneck che vivono
senza nessuna ambizione ma sempre con il dito sul grilletto.
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