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domenica 3 settembre 2023

From-Season 1


Titolo: From-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 3/5

Una piccola e sconosciuta cittadina nel mezzo degli Stati Uniti è una vera e propria trappola per chi ci arriva. Per tutti coloro che vi entrano è impossibile uscire ma diventa sempre più difficile sopravvivere visto che è assediata da terribili creature notturne che arrivano dalla foresta circostante. Ma è la stessa città a nascondere dei segreti che per i visitatori si rivelano mortali.
 
Mi aveva molto incuriosito la locandina e il fatto che fosse poco conosciuta. La serie inizia anche abbastanza bene, l'idea di queste persone che diventano dei mostri sorridenti e apparentemente pacifici muovendosi lenti come degli zombie e che attacchino solo di notte.
Un supernatural drama che strizza l'occhio a tantissime cose facendoci scoprire una comunità rimasta isolata dal resto del mondo e una maledizione che si vedrà sembra aver a che fare con alcune teorie fantascientifiche e distopiche. Se funzionano molto bene i primi episodi e la carneficina nella casa occupata da una galleria di personaggi fricchettoni, matti e dotati di una sorta di telepatia e sensibilità che gli rende a volte immuni dagli attacchi (Victor ma anche la nuova entrata Julie) lo stesso non si può dire per i successivi. Convince come spesso accade nelle serie il world building.
Dall'altro sempre nella casa ci sono i giovani i fan del sesso libero e gli intellettuali come Fatima e Ellis. In From nei punti deboli non sempre funziona la recitazione e la scelta di alcuni personaggi non è sempre misurata alla circostanza. Sembra tanto da metà degli episodi in avanti di vedere un ibrido di LOST se non altro per i continui tentativi, in cui ognuno segue una strada diversa, per cercare di arrivare al mistero di come uscire dalla cittadina più che trovare un modo che sembra impossibile di stanare le creature notturne che altro non sono che ex cittadini passati dal lato oscuro. From nonostante il buon successo e i sequel realizzati ha quel forte ni che mi ha portato a non volerla portare avanti almeno per ora ed è un caso più unico che raro per una serie televisiva.
Anche il ritmo ad un certo punto sembra incrinarsi, i dialoghi, i sentimenti e il pathos rendono tutto troppo noioso e derivativo e apparentemente non così legato all'andamento della trama.

sabato 2 settembre 2023

Blood on Melies moon


Titolo: Blood on Melies moon
Regia: Luigi Cozzi
Anno: 2016
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Francia, 1890. L'inventore Louis Le Prince, dopo aver brevettato una macchina per filmare le immagini in movimento e proiettarle in grande sullo schermo, è scomparso in circostanze misteriose: da allora di lui e di quella sua invenzione non si è saputo più nulla. Cinque anni più tardi, i fratelli Lumière di Lione hanno brevettato una macchina molto simile a quella di Le Prince denominata Le Cinematographe: da quel momento, il 1895 è stato considerato universalmente come la data ufficiale della nascita del cinema. Ma resta un enigma: che cos'è successo a quel Louis Le Prince? E dove sono finiti lui e la sua invenzione brevettata? Fino a oggi questo mistero (assolutamente autentico) è rimasto irrisolto.
 
L'ultimo film di Cozzi è oggettivamente brutto con pessimi effetti speciali e recitato in maniera molto amatoriale. Eppure in quel suo voler essere un mistery con indagine per svelare segreti e cospirazioni riesce anche se con una discontinuità molto sentita a rendere partecipe lo spettatore della storia e di alcune stranezze che succedono. E' uno di quei progetti che un amante di cinema di genere come Cozzi si è portato dietro per decenni con la speranza di poterlo realizzare, portando alla luce un mistero sepolto della settima arte e facendo luce su alcune storie che non conosciamo di Melies. In particolare ad opera di Louis Aimé Augustin Le Prince, inventore di un processo che anticipava di alcuni anni quello dei Lumière, su cui Luigi cerca di investigare intervistando emeriti intellettuali e citando fonti, il quale sparì a bordo di un treno e non venne mai trovato proprio quando stava per portare alla luce la sua scoperta. C'è poi il caso di Aureo Silvestre che nel Seicento scrisse il trattato dove con la luce si cancella la luce. In tutto questo l'autore compie dei veri e propri viaggi nel tempo. Se si è amanti del low budget, delle produzioni indipendenti, questo film pur nella sua lunghissima durata ha un suo perchè e merita una visione.

venerdì 11 agosto 2023

Profondo Rosso


Titolo: Profondo Rosso
Regia: Dario Argento
Anno: 1975
Paese: Italia
Giudizio: 5/5

Il musicista inglese Marc Daly, in Italia per motivi professionali, è casualmente testimone del sanguinario omicidio della sensitiva Helga Ullman, che abita nel suo stesso palazzo. Poco prima, durante un congresso di parapsicologia, Helga aveva avvertito in sala una presenza malevola, di una persona che aveva già ucciso e che avrebbe ucciso ancora. Marc è turbato e incuriosito da quanto ha visto e decide di indagare per conto suo, trovando una sponda nella giornalista Gianna Brezzi che vede la possibilità di uno scoop. La pista investigativa che segue porta Marc in direzione di una scrittrice, Amanda Righetti, ma, quando arriva a casa sua per parlarle, la trova morta assassinata. Il killer ha colpito ancora e sembra in grado di prevedere tutte le mosse di Marc e Gianna, in una scia di sangue che si fa sempre più lunga e tortuosa.
 
Profondo Rosso è uno dei capolavori dell'horror italiano. Un film audace che ha saputo grazie al talento di tutte le maestranze coinvolte, dare originalità, estro, colpi di scena, momenti di puro cinema, brividi, splatter ma soprattutto un thriller mai scontato dove addirittura viene mostrato il killer all'inizio del film e dove come spesso accade, per parte del film l'assassino/a potrebbe sembrare proprio l'innocente partner di Marc. Le musiche dei Goblin, l'uso della fotografia e delle luci, le cromature, il montaggio perfetto, la scelta di alcuni personaggi mai sopra le righe ma memorabili. E' il film dopo il quale Argento ha cominciato ad alternare thriller e soprannaturale inserendo temi demoniaci e possessioni. Il tutto con quella vena creepy nel saper mischiare e intensificare l'atmosfera di alcune scene grazie all'inserimento di nenie infantili deformate e ossessionanti. Ci sono troppe scelte stilistiche importanti che si alternano regalando momenti di memorabile cinema che non è in primis solo e puro orrore ma racconta anche una storia d'amore tra Marc e Gianna. Le scene mostrate solo per il valore del regista, senza peraltro essere mai spiegate, compaiono e hanno una loro forza estetica determinante come la sequenza dell’automa semovente psicopombo che sbuca da una cortina di tende, muovendosi come un soldatino di latta e ridendo come il Diavolo, introducendo di fatto la morte.

giovedì 2 marzo 2023

Infinity Pool


Titolo: Infinity Pool
Regia: Brandon Cronemberg
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Lo scrittore in crisi creativa James Foster e sua moglie Em si recano in vacanza in un resort dell’immaginaria isola di La Tolqa. Sull’isola fanno amicizia con Gabi Bauer e suo marito Alban, più smaliziati degli altri due, che convincono la coppia a fare un giro fuori dai confini del lussuosissimo resort, un mondo in cui convivono violenza e orrore, l’ideale insomma per ricchi curiosi. Al ritorno, tutti ubriachi, James decide di mettersi alla guida dell’auto di Alban e investe un abitante del luogo. Dopo essersi lasciato convincere da Gabi a fuggire, il giorno dopo viene arrestato insieme alla moglie. La polizia però offre a James una via d’uscita: in cambio di una cauzione, lo cloneranno e gli permetteranno di assistere all’esecuzione del suo doppelgänger, praticata dal fratello minore della vittima. Un rito piuttosto usuale per chi può permetterselo, che si presenta presto come un’alternativa alla purificazione dal male e dal dolore.
 
Come sempre l'estetica di Cronemberg non si discute in questo suo terzo film che sembra portare avanti un'idea scifi apparentemente complessa ma in realtà più morbosa e articolata.
C'è anche da dire che il giovane e brillante autore rischia di schermarsi dietro star potenzialmente importanti, luci e location e giochi di macchina che a volte raccontano più della storia e mostrano più di quanto invece la narrazione debba fare. Ed è il caso di questo bellissimo film che pur non gridando al capolavoro lascia molti interrogativi. E' film di umiliazioni che in una politica d'autore più che mai denuncia il potere delle classi alte e il loro potersi permettere tutto ai danni di ogni cosa, soprattutto come in questo caso le copie di se stessi. E' per non soccombere all'agio e alla noia devono inventarsi modi crudeli e sadici di divertimento e di piacere. Tante citazioni diversi temi toccati in maniera blanda come l'insuccesso di James come scrittore e personaggi tutti in parte nel loro dare forma a personalità sgradevoli e patetiche risucchiati per forza di cose in un vortice vizioso.


lunedì 20 febbraio 2023

Glass Onion-Knives Out


Titolo: Glass Onion-Knives Out
Regia: Ryan Johnson
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il risolutore di enigmi Benoit Blanc viene invitato ad una vacanza supervip su una esclusiva isola greca, insieme al gruppetto di amici storici del multimiliardario Miles Bron. Gli ospiti, tutti ricchi quasi quanto Bron, sono l'ex modella Birdie e la sua assistente Peg, la politica Claire, lo scienziato Lionel, l'influencer sciovinista Duke con la sua ragazza Whiskey, e la misteriosa Andi, corresponsabile della fortuna di Miles ma da lui estromessa senza tanti complimenti. Il gruppetto dovrebbe risolvere un giallo ideato dal multimiliardario, ma ben presto i delitti diventeranno reali. Starà a quel genio eccentrico di Benoit Blanc venire a capo di un mistero assai complicato e fare in modo che almeno qualcuno torni vivo dall'isola.
 
Il sequel di Knives Out è un'altra piacevole sorpresa con una celebre parata di star e protagonisti tutti diversi tranne Benoit Blanc colto in depressione da covid che viene invitato nonostante l'eccentrico miliardario (un Musk metafora dei ricchi della Silicon Valley) precisi fin da subito che non era nella lista degli invitati.
Un altro giallo meno arguto e sfaccettato del primo ma più solare, più action per certi aspetti, con una location decisamente ai limiti dell'avanguardismo estetico e una storia che tutto sommato fila a dovere grazie alla sapiente interpretazione di Daniel Craig ma soprattutto Edward Norton che riesce a impreziosire un personaggio per molti aspetti fastidioso vista la sua smania da leader miliardario spocchioso senza precedenti. Il film alterna in maniera astuta alcuni colpi di scena rendendo tutti gli astanti e i gregari complici e non di un piano che sembra disegnato dallo stesso demiurgo della situazione quando invece tutto prenderà una svolta inaspettata solo sotto certi aspetti. Un film in grado sicuramente di interessare nonostante una durata prolissa e un ritmo che però riesce sempre a mantenersi costante spostando i punti di vista e creando una ripartenza dopo l'altra a seguito di un colpo di scena, forse quello meglio assestato in tutta la pellicola che sembra dare nuova linfa al mistero.

sabato 28 gennaio 2023

Pale blue eye


Titolo: Pale blue eye
Regia: Scott Cooper
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

West Point, 1830. Augustus Landor, un detective segnato dalla vita - è vedovo e la figlia è scomparsa - viene assunto dall'Accademia militare per indagare con discrezione sul macabro omicidio di uno dei cadetti, a cui è estratto il cuore dal torace con chirurgica precisione che è forse il risultato di un rito oscuro. Nella sua inchiesta non viene aiutato da nessuna delle altre reclute per cui vige la legge del silenzio. Solo una di loro offre la sua collaborazione. Si tratta di Edgar Allan Poe, che negli anni successivi diventerà uno scrittore di fama mondiale. Quando ci sono alcuni indizi che stanno per portare alla risoluzione del caso, un altro cadetto viene assassinato.
 
Scott Cooper è un buon regista, ANTLERS, OUT OF THE FURNACE, BLACK MASS, HOSTILES, dove sembra ormai un dato di fatto la collaborazione con Christian Bale e dove la mano ha dimostrato di saper girare con le doti di un buon autore. Purtroppo questi delitti di West Point è un prodotto da dimenticare dove la scrittura è il fattore determinante del suo insuccesso e della sua scarsa capacità di regalare una storia decente soprattutto per un finale disastroso.
Senza contare un giovane Edgar Allan Poe fastidiosissimo interpretato da un insopportabile Harry Melling, una sorta di setta satanica presieduta da due giovani teen ager idioti e particolari a caso su libri maledetti e in fondo sul vero motore del film che altro non è che un revenge movie. Peccato perchè la ricostruzione storica, le interpretazioni, i costumi e Bale mantengono almeno quel decoro ad un film che poteva e meritava di essere scritto meglio.

domenica 27 marzo 2022

Diabolik


Titolo: Diabolik
Regia: Manetti Bros
Anno: 2021
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Clearville, fine anni '60. Dopo aver messo a segno un altro colpo, Diabolik riesce a sfuggire alla polizia dopo un inseguimento. L'ispettore Ginko, con la sua squadra, sta facendo di tutto per prenderlo ma fino a questo momento i suoi tentativi sono andati a vuoto. Intanto in città è arrivata Eva Kant, una ricca ereditiera cha ha con sé un diamante rosa, un gioiello dal valore inestimabile. Giorgio Caron, vice-ministro della Giustizia, è perdutamente innamorato di lei ma non è ricambiato. Una sera, Diabolik si introduce nella stanza dell'hotel di Eva per rubarle il prezioso diamante, assumendo l'identità del suo cameriere personale. Appena si vedono, scatta il colpo di fulmine. Il "Re del Terrore" però poi viene catturato dall'ispettore Ginko e portato in carcere e Lady Kant farà di tutto per farlo evadere e salvarlo dalla ghigliottina.
 
Diabolik sembra un film fatto su commissione dai Manetti. La loro regia è fantasma, non c'è anima e nessuna delle componenti del cinema dei fratelli romani. E questo è molto male. Diabolik è un film che dura tanto, esageratamente patinato, senza colpi di scena, tutto basato sulla forma e sui tempi alcuni dei quali dilatati in maniera eccessiva. E' un film che si lascia vedere senza sbadigliare ma di cui sinceramente mi aspettavo qualcosa di diverso dove a confronto il film di Bava del '68 sembra sfoggiare un ritmo, una classe e una messa in scena molto più innovativa e con delle soluzioni grafiche che qui rimangono sterili e dove infine le prove attoriali sfumano salvando forse solo Alessandro Roja (peraltro in un ruolo fastidiosissimo) e dove Marinelli è mono facciale, Mastrandrea recita Mastrandrea e la Leone pur essendo di una bellezza mozzafiato non riesce a misurarsi con il talento che fu di Marisa Mell.
Quasi due ore e mezza dove tra inseguimenti, scambi di persona, maschere, armi infallibili e come dicevo colpi di scena telefonati, per ragioni legate alla produzione o ad un certo tipo di scrittura, sembra un Diabolik senz'anima dove non ho percepito mai la presenza dei Manetti che stimo.

domenica 17 ottobre 2021

Fargo- Prima stagione


Titolo: Fargo- Prima stagione
Regia: AA,VV
Anno: 2014
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 4/5

La prima stagione di Fargo è ambientata nell'inverno del 2006 tra le cittadine di Bemidji e Duluth (Minnesota). Questi due luoghi sono stati segnati dall'arrivo del violento delinquente Lorne Malvo, che durante un casuale incontro a Bemidji trascina in un piano criminale un sempliciotto assicuratore senza successo, Lester Nygaard. Ad indagare sugli intricati avvenimenti è la giovane e intraprendente agente di polizia Molly Solverson
 
Per qualche strano motivo mi sono imbattutto tardi in questa serie figlia di un piccolo gioiello che aveva portato ai fasti il cinema autoriale dei Coen. Bisogna ammettere che questa serie ha la verve giusta per rimanere impressa in tempi ormai scanditi dalle serie tv. Nonostante tutto forse siamo sulle vette per quanto concerne storia, caratterizzazione dei personaggi e svolgimento nonchè epilogo, colpi di scena, incidenti scatenanti e tutto il resto.
Rimane fin dal primo gelido episodio, un'atmosfera imperniata di un umorismo macabro, nero e grottesco, politicamente scorretto e originale, spiazzante e ambiguo, un cinema dove tutto è il contrario di ciò che sembra intarsiato infine da ellissi e sottrazioni. Con una galleria di attori straordinaria contando tutti i co protagonisti, tutto riesce di fatto ad asservire due protagonisti che sembrano scambiarsi continuamente di ruolo. In tutto questo ognuno di loro non viene mai deresponsabilizzato ma i comportamenti e il bene o il male che compiono viene sempre da loro stessi subendo le conseguenze delle proprie azioni in modo arbitrario senza provare quasi mai a sfuggirvi. Da un lato Lester un personaggio pavido e bistrattato che viene a contatto, quasi per pura casualità, con qualcosa di più grande di lui, e cerca per tutta la durata della storia di evitare le conseguenze dei suoi gesti. E quasi la fa franca. Dall'altro Malvo il puro male, un deus ex machina che non ha paura di niente e nessuno in grado di seminare e provocare caos e distruzione nel mondo anche con chi apparentemente non c'entra nulla con lui, per poi vedere come gli uomini rispondano alle sue azioni.



Fargo-Seconda stagione


Titolo: Fargo-Seconda stagione
Regia: Noah Hawley
Anno: 2015
Paese: Usa
Stagione: 2
Episodi: 10
Giudizio: 4/5

Minnesota, 1979. Il giovane agente Lou Solverson, reduce dal Vietnam, torna a Luverne e indaga su un caso che coinvolge una gang criminale e una grande associazione mafiosa. Contemporaneamente cercherà di proteggere il candidato repubblicano alla presidenza Usa quando la sua campagna elettorale farà tappa nella malfamata cittadina di Fargo.

Incredibile come la seconda stagione riesca ad essere così distante dalla prima per trama e personaggi ma allo stesso tempo così efficace nel riproporre quegli schemi ed elementi fedeli e incisi nella prima stagione. Ne esce fuori un perfetto simbiota in termini di intenti con una messa in scena e una trama imbastita in maniera eccellente e creando un'altra spessissima atmosfera ricca di colpi di scena e momenti indimenticabili. Perchè qui se vogliamo proprio dirlo si allargano i confini vengono inserite famiglie criminali, gruppi di bifolchi, redneck e così via. Anche qui l'incidente scatenante è quanto mai grottesco prendendo di nuovo il concetto che a persone normalissime possano succedere eventi più grandi di loro in grado di trasformarli in qualcosa che non credevano possibile come per il macellaio e sua moglie. Dall'altro l'inforcata di criminali e gregari è fantastica con tutte le loro regole e il ranch dove alla polizia non è permesso avere legge ma devono sottostare al codice criminale. Per tutta la durata della serie succederanno eventi bizzarri e imprevisti come vere e proprie calamità, come sempre tutto spiazzerà senza lasciare lo spazio per decifrare le efferatezze e i colpi di scena davvero esplosivi e dotati di una loro "coscienza determinante".
Cambia il copione ma “questa è una storia vera. Gli eventi descritti hanno avuto luogo in Minnesota nel 1979. Su richiesta dei sopravvissuti, i nomi sono stati cambiati. Nel rispetto dei morti, il resto è stato narrato esattamente come è avvenuto”.
Anche gli episodi della seconda stagione di Fargo si aprono con questa introduzione. I più attenti avranno notato, anche senza avvertenze ulteriori, che rispetto alla prima stagione l’unica differenza è nell’ambientazione temporale: se la prima stagione si sviluppava nel 2006, Fargo 2 fa un tuffo nel 1979.
Una serie antologica, ma non troppo, dal momento che sono diversi i contatti tra le prime due stagioni entrambi relativi alla famiglia Solverson: ritroviamo Molly, protagonista della prima stagione che ora è solo una bambina marginale alla storia e poi Lou, padre di Molly che in Fargo 1 è in pensione dal suo vecchio lavoro di poliziotto e gestisce un umile bar, ma nel 1979 è al centro di una delicatissima indagine che parte da una serie di omicidi.

martedì 11 maggio 2021

L.A Confidential


Titolo: L.A Confidential
Regia: Curtis Hanson
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

In un distretto di polizia lavorano agenti di ogni specie: chi pensa a fare arresti alla presenza della televisione, chi è violento, chi vuole far carriera. E poi c'è un ricco maniaco che gestisce un mercato di prostitute sosia di dive del cinema.
 
L.A Confidential tratto dall'omonimo romanzo di Ellroy, uno dei maestri del noir e del poliziesco, è un dramma complesso e coinvolgente con una nutrita schiera di attori e dalle caratterizzazioni colte e incredibilmente diverse e variegate. Un film scomodo e scorretto che parla di corruzione, di abuso di potere, di come è difficile mantenere una propria autonomia di pensiero in un istituzione come quella legata alle forze dell'ordine che dovrebbero garantire giustizia.
Una trasposizione fedele e interessante quella proposta da Hanson dove in un'opera di 500 pagine ricca di trame e sotto-trame era difficile cercare di trovare i punti focali e gli intenti dove narrare le storie. Alcune delle quali decisamente complesse con tutti gli intrighi del caso semplificando per quanto possibile un intreccio sofisticato e traboccante di colpi di scena, nel quale si fondono la lotta per la successione tra i clan della Mafia e i giochi di potere all'interno della polizia, le indagini sulla droga e la prostituzione e gli scandali del dorato mondo dello spettacolo. Tra sotterfugi, doppi giochi, personalità trasformate da episodi e omicidi molto violenti, Hanson ha avuto la fortuna di dirigere un cast esemplare dove Spacey e Crowe riescono davvero a entrare nei loro personaggi dandogli una caratterizzazione coinvolgente e perfetta.
Tutti riescono nell'impresa, L.A Confidential riesce nel difficile compito di trasporre una trama complicata nello sviluppo dei fatti, esposti in sequenza cronologica con un ritmo che non lascia un attimo di tregua e regalando tante scene madre.

venerdì 27 marzo 2020

Burning(2018)


Titolo: Burning(2018)
Regia: Chang-dong Lee 
Anno: 2018
Paese: Corea del sud
Giudizio: 4/5

Jongsu, che per tirare avanti fa lavoretti part-time, a Seoul incontra casualmente Haemi, ragazza che non vedeva dai tempi d’infanzia, all’epoca sua vicina di casa, in un villaggio rurale dove è possibile sentire la voce dagli altoparlanti della propaganda nordcoreana. Di lì a poco lei parte per l’Africa e chiede a Jongsu se può occuparsi del suo gatto mentre è via. Al suo ritorno, Haemi è in compagnia di Ben, uomo misterioso e facoltoso, che un giorno rivela a Jongsu di avere un hobby segreto: dare fuoco alle serre abbandonate, almeno una volta ogni due mesi. E da quel momento, Haemi scompare…

Burning è un’esperienza eterea, un viaggio lungo, lento e affascinante sulle relazioni umane.
Un’opera che riesce a trattare alcuni temi con un’attenta analisi lucida sulle classi sociali, sul perbenismo, sulle maniere delicate per distruggere quello che amiamo di più. Un film elegante con un sotto strato di nefandezze, orribili segreti, il bisogno di nascondersi e far sempre buon viso a cattivo gioco.
Un film che per qualche strano motivo non riesco a togliermi dalla testa vuoi per alcuni dialoghi, per la semplicità e la fluidità dei movimenti, per le pause, i silenzi e soprattutto le atmosfere.
Un thriller che non ingrana mai in termini di ritmo e azione riuscendo in questo modo ad essere ancora più enigmatico, ossessivo nel riprendere e ripetere alcuni passaggi, un doloroso sguardo dentro di sé e verso la vita che percorriamo in un mondo che è sempre più un labirinto. Ma è anche una perfetta matrioska dove Jongsu vuole essere uno scrittore omaggiando Faulkner che allo stesso tempo è stato omaggiato da Murakami nel suo racconto da cui è stata tratta la sceneggiatura del film. Ma anche una matrioska nelle relazioni e nell’indagine con Ben e i suoi misteri, la sua ricchezza preludio di un vuoto abissale e dei misteri della bellissima Haemi.
La vera forza del film è il suo sposare fin dalle prime scene un’atmosfera volta a rimanere per tutta la sua durata nell’ombra, dipanando gli eventi in maniera mai palese ma lasciando tutto velato nel mistero e nel non detto ma che noi presumiamo di sapere o di aver capito.
Ancora una volta una lezione su come ridare enfasi ad un genere intramontabile.


lunedì 23 marzo 2020

Knives out


Titolo: Knives out
Regia: Rian Johnson
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Harlan Thrombey, romanziere, editore e carismatico patriarca di una bizzarra famiglia allargata, è morto. Scoperto dalla giovane cameriera Marta la mattina dopo un'imponente festa di compleanno per i suoi 85 anni, il cadavere eccellente ha la gola tagliata ma sembra essere il frutto di un suicidio. La lussuosa villa di campagna di Thrombey vede l'arrivo di due ispettori di polizia, dell'investigatore privato Benoit Blanc, e dei familiari del ricco imprenditore, guidati dai figli Linda e Walter e dalla nuora Joni. Con un'eredità che fa gola a ognuno di loro, e con un'indagine che gratta sotto la superficie degli eventi, la costernazione lascia velocemente il posto al sotterfugio e al pregiudizio.

Knives Out è un altro di quei film che sotto sotto avevo paura che a lungo andare fosse deboluccio, non lo so forse le ambizioni, il cast stellare, il giallo che agli americani quando hanno troppi soldi non viene così bene e altri motivi tra cui Johnson che passa da un universo all’altro ma che qui diciamolo non ha sbagliato una virgola.
Il detective movie in questione è un film che guarderò sicuramente molte altre volte vuoi perché ha qualcosa di decisamente ipnotico, vuoi perché ha una struttura e una sceneggiatura finalmente perfetta per un giallo e poi con continui ribaltamenti di struttura, attori caratterizzati benissimo, colpi di scena a profusione, un climax finale perfetto e una messa in scena di rara bellezza.
Mi sono davvero divertito, facevo le mie puntate, pensavo qualcosa che poi cambiava quando meno me lo aspettavo, insomma nei suoi 130’ non stacchi la testa un solo momento e la scelta funzionale del cast con un Craig che ancora una volta dimostra di non essere solo un fisic du role, ma un attore dotato di un pathos e di una sensibilità che dimostra e mette al servizio di questo controcorrente ispettore privato.
Knives out è pieno di situazioni, momenti indimenticabili, dialoghi perfetti, recitazioni mai sopra le righe (Evans è al limite) diventando ironico e divertente, ma anche un thriller dove il peso dell’eredità darà modo alla parentela di tirare fuori le unghie e quant’altro pur di appropriarsi sui beni di un romanziere che è riuscito semplicemente a fare quello che voleva prendendosi in un certo senso gioco di tutti.
Whodunit, gialli come questo era da tempo che non venivano a galla riuscendo a dimostrare come mettere insieme così tanti attori e dare ad ognuno il proprio momento in cui brillare non era affatto semplice soprattutto contando che Johnson non è l’Altman di GOSFORD PARK ma il paragone potrebbe, in questo unicum, tranquillamente starci. Davvero chapeau!

Outsider


Titolo: Outsider
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 3/5

The Outsider inizia seguendo un'indagine apparentemente semplice sull'omicidio raccapricciante di un ragazzo. Ma quando un'insidiosa forza soprannaturale si fa strada nel caso, un poliziotto esperto e un investigatore poco ortodosso sono portati a mettere in discussione tutto ciò in cui credono.

Strappo un 3/5 al pelo con un più no che sì. Una serie tv abbastanza fiacca, dell’onnipresente King ancora una volta riadattato per un pubblico di fan che vuole incessantemente che i lavori del maestro del brivido vengano sdoganati nella settima arte. Il cinema ha più volte dimostrato, a seconda anche dei talenti posti alla regia e alla scrittura, quali si siano salvati e quali no e sono tanti da entrambe le parti.
Parto con una premessa. Di solito quando scrivo le recensioni dei film di King leggo sempre anche i libri.
Si millanta tanto questa serie come se fosse finalmente quella via di mezzo che riadatta il folk-horror e la narrativa fiabesca e mitologica con funzioni apotropaiche, mischiando elementi di It e i Vampiri di Salem, Dracula di Stoker, godendo di un budget faraonico e mettendo insieme un crew di attori tutti, o quasi, in parte. Capitanati da Mendelsohn, un attore che adoro che riesce a comunicare ed essere espressivo pure con gli occhi chiusi, si scoperchiava un vaso di Pandora con elementi horror, drama, sci-fi, poliziesco, mistery e tanto altro ancora. I drammi per bambini scomparsi erano solo il segmento finale per costruire una analisi complessa sul dolore e farci finire dentro la maggior parte dei personaggi in una comunità marcia dove l’irrazionale strisciante assume diverse forme e identità. La stessa comunità divisa da una purulenta e potenziale malvagità insita in ognuno di noi dove infine il soprannaturale convive sullo stesso piano della nostra realtà e sembra questo il tema su cui la serie Hbo si concentra maggiormente ma a differenza di serie intoccabili come True Detective-Season 1 (e qui le similitudini non vanno nemmeno prese in considerazione) il bello del lavoro di Pizzolato era puntare ad un impianto di semina e raccolta dove il personaggio arrivava prima dell’evento in sé agendo in un ambiente definito da regole precise e subito individuabili mentre qui l’impianto è stato ribaltato con effetti nefasti.
Outsider parte molto bene (i primi due episodi), ha una parte centrale noiosissima e riempitiva (4-5-6) in cui i dettagli delle sotto storie vengono ampiamente sottolineate ed evidenziate da Holly nel monologo in cui mostra a tutti con cosa avranno a che fare (forse uno dei momenti più alti della serie) e finisce maluccio, mettendo l’acceleratore all’interno di quella caverna dove credo tutti si aspettassero qualcosa di più.
Outsider inquadra molto bene alcuni problemi legati alla serialità, alla mancanza di riuscire a trasformare quei non detti del romanzo, a dover spesso ripetere formule e dettagli già ampiamente trasmessi al pubblico se non in maniera palese, come dovrebbe essere il cinema, con dei dettagli per stuzzicare l’attenzione e la voglia di coinvolgersi magari prendendo qualche appunto.
La divisione bene e male non è mai stata divisa in maniera così netta, lo stesso ruolo della comunità che con maestranze diverse si stringerà al dramma successo per combattere lo straniero, questa strana calamità che chiede nutrimento prendendo le sembianze umane. “Perché i bambini?” chiede nel finale uno dei protagonisti al vampiro aka l’uomo nero aka El Cuco e la creatura risponderà “perché sono più buoni”
Fate attenzione perché il vero colpo di scena arriverà dopo i titoli di coda dell’ultimo episodio.


giovedì 17 marzo 2011

Giallo

Titolo: Giallo
Regia: Dario Argento
Anno: 2009
Paese: Italia/Usa
Giudizio: 2/5

Il detective Enzo Avolfi si trova coinvolto in una folle corsa contro il tempo per trovare e bloccare un terribile serial killer, meglio noto come Giallo, che tortura e uccide giovani modelle. Ad aiutarlo Linda, la cui sorella è stata rapita da questo misterioso assassino.

Giallo è un thriller che non appassiona. Dario Argento dopo il successo con i due episodi dei MHO riesce ad avere dalla sua una casa di produzione americana con la possibilità quindi di poter regalare qualcosa di brillante. Non solo non ci riesce ma se la possibilità che può essere regalata viste le difficoltà produttive nel nostro paese è questa limita veramente le possibilità a registi emergenti che potrebbero dare una verve sicuramente meno noiosa. Purtroppo tutto il film è lento e privo di colpi di scena. I personaggi sono macchiette e gli attori nulla possono per cercare di dare forza ad una sceneggiatura troppo traballante. Brody oramai come il prezzemolo d'appertutto risulta quasi inespressivo avendo un personaggio "il lupo" caratterizzato malissimo.
La sceneggiatura è da ricovero con alcune trovate finali che fanno cadere le palle per la loro banalità.
Argento ha potuto sfoggiare tutto il centro e alcune location "magiche"assolutamente torinesi senza valorizzarne l'enfasi e la crepuscolarità.
Sull'attore che interpreta il killer preferisco tacere per non essere offensivo.
Peccato Dario, un altro flop coi fiocchi...