Titolo: Priests
Regia: Jang Jae-hyun
Anno: 2015
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 2/5
Dopo un incidente un'adolescente inizia
a manifestare strani sintomi. Convinto che si tratti di un caso di
possessione, un prete, con il beneplacito della Chiesa, inizia il
rito d'esorcismo. Ad aiutarlo un decano che deve inoltre verificare
che tutto proceda secondo le regole.
A parte alcune eccezioni il filone
sulla possessione che in America vanta una prolificità senza senso,
in Oriente per fortuna non è così saccheggiato.
In più basti pensare a perle di
bellezza come Wailing
e allora uno prega in cuor suo che continuino a fare film su questa
tematica se si incappa in risultati spiazzanti come quello citato.
Priests è un film che affronta proprio
il tema dell'esorcismo, viene chiamata in cattedra anche Roma con il
Vaticano, e in fondo la rima è quella per cui un giovane prete si
ritrova alle prese con un caso di possessione così potente da dover
chiedere aiuto ad un decano con più esperienza di lui e con tanti
fantasmi nell'armadio.
Se dal punto di vista del comparto
tecnico il film non fa una piega e anche il cast devo dire che
risulta funzionalissimo all'intero processo, e proprio la storia su
cui i coreani di solito non sbagliano, a regalare gli sbadigli più
grossi.
L'esordio di Jae-hyun sembrava
quell'azzardo perfetto come rielaborazione in forma di lungometraggio
del suo stesso pluripremiato corto 12TH ASSISTANT DEACON.
Uno dei macro problemi della
sceneggiatura è quando si perde diventando troppo macchinosa
chiamando in causa antiche leggende cristiane, complotti, i
Rosacroce, i flasi idoli, tutti tra l'altro elementi che i due preti
coreani sembrano conoscere molto bene.
Seppur vero che il climax della vicenda
rappresentato dalla lunga sequenza del rito come scena madre è
coinvolgente e appassionante, non basta a far digerire un film che
parla troppo e mostra invece meno di quanto ci si aspetti.
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