Titolo: All'ombra della luna
Regia: Jim Mickle
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Nel 2024 una devastante esplosione
colpisce Philadelphia. Giusto il tempo di assistere a scene di
tragedia, che veniamo portati nel 1988, dove incontriamo due agenti
di polizia,Lockhart e Maddo alle prese con una serie di misteriose
morti che stanno devastando la notte di Philadelphia. I due
piedipiatti si mettono sulle tracce della misteriosa assassina,
riuscendo a intrappolarla in una fermata della metro. Nel momento
topico, la donna affronta uno dei due poliziotti,Lockhart,
sconvolgendolo, sin ad un tragico epilogo.
Torna Mickle, uno dei registi più
interessanti del cinema di genere della sua generazione.
All'ombra della luna è il film finora
più ambizioso, un poliziesco, un thriller psicologico che si
intreccia con una storia di sci-fi sui viaggi del tempo e una
minaccia da sventare con trame e sotto trame spesso complicate e
complesse. Il concetto di convenzione del tempo apparteneva già ai
salti temporali di Looper con cui il film in questione ha alcuni
retaggi in comune.
E'un film procedurale che mischia
tantissimi elementi, generi, smarcandosi come il regista ha sempre
dimostrato nelle sue precedenti opere, con una singolare astuzia
cercando di non cadere in alcuni buchi sempre dietro l'angolo che
avrebbero decretato un netto appesantimento dei toni della pellicola.
Parliamo di un film decisamente complesso, una caccia alla presunta
assassina del futuro con un arma che come nell'incidente scatenante
iniziale, fa letteralmente morire tra atroci sofferenze con fiumi di
sangue che escono da ogni dove. Mickle trattiene ogni singola
situazione per farla poi esplodere nel terzo atto, ti crea
un'antagonista, se così possiamo chiamarla, di cui è impossibile
non provare empatia con una notevole scena di inseguimento nel primo
atto che finisce nella metro.
Cinque anni ci ha fatto aspettare prima
di portare a casa un traguardo non esente da difetti, da intrecci e
complicazioni non sempre facili da gestire, da un mix di elementi e
suggestioni narrative difficili da raccordare dove non sempre viene
percepito un bilanciamento e infine un'arco della storia dipanato in
trentasei anni, dove un attore sempre legato a piccoli e sofferti
ruoli come Boyd Holbrook cerca di mettercela tutta anche se per
quanto concerne il reparto del make-up e le fasi di invecchiamento si
poteva fare di più.
L'atmosfera quasi da noir è uno degli
aspetti deliziosi del film sui cui la regia da sempre ha cercato di
puntare in tutti i suoi film precedenti, un ritmo adeguato che riesce
almeno a rendere avvincente una storia non proprio originale ma con
un coro di attori che provano a mettercela tutta, alcune scene
decisamente forti e un amore smisurato per la settima arte.
Il merito di Mickle ancora una volta e
di non schiacciare il pedale sull'azione come quasi tutti avrebbero
fatto, si prende i suoi tempi, parla di tante cose e merita un
discorso a parte sull'importanza dei legami sociali e della famiglia,
mischia tante carte, dosa bene i dialoghi e proprio con uno di questi
termina il suo climax finale per fortuna rimanendo ancorato con i
piedi per terra per non sprofondare nella sabbia come il sogno
premonitore della moglie di Lockart in una fantastica scena di vita
di coppia proprio all'inizio del film prima dell'incidente
scatenante.
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