sabato 16 novembre 2019

All'ombra della luna


Titolo: All'ombra della luna
Regia: Jim Mickle
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nel 2024 una devastante esplosione colpisce Philadelphia. Giusto il tempo di assistere a scene di tragedia, che veniamo portati nel 1988, dove incontriamo due agenti di polizia,Lockhart e Maddo alle prese con una serie di misteriose morti che stanno devastando la notte di Philadelphia. I due piedipiatti si mettono sulle tracce della misteriosa assassina, riuscendo a intrappolarla in una fermata della metro. Nel momento topico, la donna affronta uno dei due poliziotti,Lockhart, sconvolgendolo, sin ad un tragico epilogo.

Torna Mickle, uno dei registi più interessanti del cinema di genere della sua generazione.
All'ombra della luna è il film finora più ambizioso, un poliziesco, un thriller psicologico che si intreccia con una storia di sci-fi sui viaggi del tempo e una minaccia da sventare con trame e sotto trame spesso complicate e complesse. Il concetto di convenzione del tempo apparteneva già ai salti temporali di Looper con cui il film in questione ha alcuni retaggi in comune.
E'un film procedurale che mischia tantissimi elementi, generi, smarcandosi come il regista ha sempre dimostrato nelle sue precedenti opere, con una singolare astuzia cercando di non cadere in alcuni buchi sempre dietro l'angolo che avrebbero decretato un netto appesantimento dei toni della pellicola. Parliamo di un film decisamente complesso, una caccia alla presunta assassina del futuro con un arma che come nell'incidente scatenante iniziale, fa letteralmente morire tra atroci sofferenze con fiumi di sangue che escono da ogni dove. Mickle trattiene ogni singola situazione per farla poi esplodere nel terzo atto, ti crea un'antagonista, se così possiamo chiamarla, di cui è impossibile non provare empatia con una notevole scena di inseguimento nel primo atto che finisce nella metro.
Cinque anni ci ha fatto aspettare prima di portare a casa un traguardo non esente da difetti, da intrecci e complicazioni non sempre facili da gestire, da un mix di elementi e suggestioni narrative difficili da raccordare dove non sempre viene percepito un bilanciamento e infine un'arco della storia dipanato in trentasei anni, dove un attore sempre legato a piccoli e sofferti ruoli come Boyd Holbrook cerca di mettercela tutta anche se per quanto concerne il reparto del make-up e le fasi di invecchiamento si poteva fare di più.
L'atmosfera quasi da noir è uno degli aspetti deliziosi del film sui cui la regia da sempre ha cercato di puntare in tutti i suoi film precedenti, un ritmo adeguato che riesce almeno a rendere avvincente una storia non proprio originale ma con un coro di attori che provano a mettercela tutta, alcune scene decisamente forti e un amore smisurato per la settima arte.
Il merito di Mickle ancora una volta e di non schiacciare il pedale sull'azione come quasi tutti avrebbero fatto, si prende i suoi tempi, parla di tante cose e merita un discorso a parte sull'importanza dei legami sociali e della famiglia, mischia tante carte, dosa bene i dialoghi e proprio con uno di questi termina il suo climax finale per fortuna rimanendo ancorato con i piedi per terra per non sprofondare nella sabbia come il sogno premonitore della moglie di Lockart in una fantastica scena di vita di coppia proprio all'inizio del film prima dell'incidente scatenante.



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