Titolo: De Noorderlingen
Regia: Alex van Warmerdam
Anno: 1992
Paese: Olanda
Giudizio: 4/5
In una cittadina olandese degli anni
'60, che sembra un villaggio western, brulicano personaggi
inquietanti: dal postino che legge la corrispondenza di tutti
all'autorità pubblica che gira armata con un fucile da caccia, fino
al macellaio erotomane. L'insieme viene osservato attraverso lo
sguardo del figlio adolescente di quest'ultimo, un adolescente che si
identifica con Lumumba, figura di primo piano della rivolta
indipendentista del Congo Belga.
Alcuni registi o sarebbe meglio
definirli autori a tutto tondo con il loro insolito modo di porsi di
fronte al cinema e alla narrazione rimangono schegge impazzite che
per fortuna abbiamo la possibilità di visionare e comprendere in
tutti quelli che sembrano essere strane raffigurazioni e analisi
spietate dei rapporti umani e di vicinato.
De Noorderlingen è una commedia
surreale, poco convenzionale, grottesca, spiazzante, stramba, cinica
e bizzarra. Uno scenario che sembra da far west in un lembo di
deserto su una scenografia assoluta dove poche case e pochi elementi
costituiscono le traiettorie dove i personaggi e le vicende si
mescolano. Il film è caratterizzato da una messa in scena minimale,
esteticamente molto forte, ridotta all'osso per avere più vicinanza
possibile tra i personaggi e farli implodere ed esplodere secondo un
contesto ai limiti del lecito, dell'irreale, in cui i protagonisti
della vicenda, in uno schema corale che esamina tanti personaggi,
rappresentano/rappresenta la middle class olandese, sordida e
meschina, con i suoi piccoli e grandi scheletri nell'armadio.
A parte il giovane e innocente che
rincorre i propri amori, una donna più grande che lo inizia al sesso
e che deve rimanere nascosta in un bosco, altro elemento come a
segnare un confine, una violazione di territorio, una rivelazione
tragica, una landa desolata dove tutto può succedere e tutto riesce
ad essere opportunamente nascosto mentre invece i pochi palazzi della
città rappresentano per la regola degli opposti per tutto quanto il
resto.
Questo sganciarsi dalle regole
prestabilite, in un cinema anarchico che diventa quasi una fiaba nera
composta con uno schema corale dove ogni personaggio è marcio,
assatanato, folle criminale, diverso e temuto e quindi ricercato
dalla comunità razzista che non lo accetta.
Una scelta attenta dei protagonisti che
svolgono ruoli pazzeschi, fondamentalmente marci e privi di una
morale inseguendo i propri scopi e bisogni primari spesso senza
vergogna e senza paura di venir tacciati dalla comunità sempre più
slegata. Donne malate che diventano sante, statue di S.Francesco che
prendono vita indicando il martirio ai propri fedeli, macellai
maniaci sessuali che violentano le proprie commesse dentro il
negozio, spioni, postini che vanno controcorrente, impiccioni e tanto
altro ancora.
L'Olanda come l'Austria non hanno paura
di affrontare i propri spauracchi dotati di personaggi che come nella
vita reale possono essere spietati, sordidi e infingardi.
Un film autoriale, non semplice, poco
avvezzo ai soliti schemi narrativi, spiazzante quanto portatore di
verità, elucubrazioni, riflessioni sulla società, sulle regole,
un'analisi sociologica e psicologica, con una esamina del contesto
sociale che merita davvero analisi approfondite per venir
riconosciuto come un patrimonio per quanto concerne un paese che
cinematograficamente è povero e poco avvezzo al cinema
controcorrente come le opere ambiziose di Warmerdamhanno finora hanno
sempre dimostrato.
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