In un mondo di castelli finti e
roditori antropomorfi, un epica battaglia inizia quando la sanità
mentale di un padre disoccupato viene sfidata da un incontro casuale
con due ragazze minorenni in vacanza
Randy Moore è un outsider che gira con bassissimi budget e semplicemente se ne frega delle regole. Il film infatti è stato girato illegalmente a Disney World tra Florida e California senza nemmeno che la multinazionale lo sapesse e quest'ultima ha semplicemente ignorato la pellicola anche perchè la critica del film si concentra nel disagio del suo protagonista e non nel parco a tema.
La troupe si è introdotta nei celebri parchi ed è stata filmata in segreto dal regista, utilizzando piccole telecamere, tra cui una Canon 5D Mark II, e occultando i microfoni. Un film curiosamente sperimentale, un b movie, dove la scelta del b/n risulta funzionale se non altro per come impatta a volte con alcune scelte di macchina nel filmare le giostre e alcuni accessori.
Escape parla di frustrazione quella di un padre verso due adolescenti minorenni che sembrano provocarlo (o è solo nella sua testa), in una paranoia che sfocia nel finale in un delirante viaggio alla ricerca di una figlia rapita da una regina cattiva e infine la scoperta di laboratori segreti sotto la Epcot’s Spaceship Earth dove viene impiantato qualcosa nelle menti di coloro che cercano di vedere qualcosa al di là delle semplici giostre e del divertimento. Un film che solo nel finale cerca di diventare leggermente politico disegnando se non altro la Disney come una sorta di religione globale, come osserva un interessante articolo del Chicago Sun-Times intitolato Disney magic: The terror of constant entertainment. L'opera di Moore prova da questo punto di vista ad essere leggermente polemico sul potere della globalizzazione per poi ritrarre velocemente la mano e far sembrare tutto una metafora come per la storia della strega cattiva. Di certo il finale veicola verso l'horror con un climax di forte impatto, forse il momento più folle e disallineato del film ma visivamente il più suggestivo.
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