Titolo: Dungeon & Dragons-L'onore dei ladri
Regia: John Francis Daley, Jonathan Goldstein
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Edgin e Holga si trovano in una prigione nelle lande innevate della Valle dal vento gelido, a Nord della catena montuosa del Dorso del mondo. A Sud dei monti si trova la più mite Costa della Spada, dove si ergono le più grandi città del mondo di Faerûn. Edgin e Holga sono finiti in galera dopo un colpo andato male, a cui Edgin ha partecipato per rubare la tavoletta del Risveglio, necessaria a resuscitare la moglie uccisa con una lama di Thay. Troveranno presto il modo per evadere e ricongiungersi alla figlia di Edgin, che però è ora accudita dal loro ex alleato Forge, un astuto truffatore che, alleatosi alla maga rossa Sofina, ha ottenuto una posizione nobiliare nella città di Neverwinter. Per sventare i piani dei due la banda si mette alla ricerca di un elmo capace di annullare i sigilli magici, ma non è un'impresa semplice, tanto che avranno bisogno dell'aiuto del paladino Xenk.
Forse sono l'unico nel multiverso a non aver amato questa trasposizione del gdr. Sarà perchè non sono un particolare amante delle parodie. Sarà perchè pur essendo un nerd atipico ho una difficoltà ad approciarmi a questo stile di recitazione che pur di non prendersi sul serio, gioca spesso sugli stereotipi più blandi sembrando SHREK (con tutto il rispetto) in chiave farsesca e con meno stimoli e colpi di scena. Gli eroi che anzichè mostrare polso, carattere e muscoli sono degli adolescenti, il guerriero fiero di sè di colore, il buffone di turno (ormai Hugh Grant sembra avercelo stampato addosso negli ultimi film) e un bestiario di creature che non vediamo mai ma che sembrano servire per giustificare azione becere per poi uscire di scena. Al contempo anche il linguaggio nel suo essere pretenzioso e troppo spinto nel cercare di rendersi poco serio per provare a suscitare anzichè ilarità per lo più imbarazzo. E così il film continua ad avvalersi di questo impianto narrativo nei dialoghi senza contare che si passa da una location all'altra con un velocità impressionante lasciando spesso la sensazione di aver seminato senza raccoglierne nulla di fatto.
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