Titolo: Ready or not
Regia: Tyler Gillett & Matt
Bettinelli-Olpin
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Grace, novella sposa, decide di
rispettare una bizzarra tradizione della famiglia del neomarito Alex:
la notte delle sue nozze, dovrà prendere parte a un gioco.
Sfortunatamente, però, scoprirà che si tratta di una sorta di
nascondino e che l'obiettivo è sacrificare un essere umano. Da qui,
si troverà a lottare per la sua sopravvivenza fino all'alba.
La trama sembra semplice, una famiglia
borghese che deve fare un gioco tipo nascondino ogni volta che arriva
un nuovo membro della famiglia per sposarsi e ovviamente tutto lascia
pensare che questo gioco punti al massacro. Dicevo una trama semplice
quanto in realtà ha un paio di cosucce niente male come la
caratterizzazione di alcuni membri della famiglia, sentimenti
contrastanti per alcuni di loro che sembrano sopportarsi solo per
mandare avanti la dinastia e poi quel patto col diavolo che genererà
un climax finale splatter e gore, cosa buona che ho apprezzato
molto se non fosse che rende tutta la narrazione realistica in
precedenza, un guazzabuglio confuso con tante infiltrazioni di generi
diversi.
Poi ci sono loro Gillet & Olpin che
avevano girato il corto più interessante nell'antologico
Southbound e un meno rilevante episodio
di V/H/S ma soprattutto il loro primo esordio quel dimenticabilissimo Stirpe del male ennesimo film sulle possessioni demoniache che hanno
invaso il cinema horror regalando quasi sempre ciofeche assurde con
inutili jump scared.
Ciò che rende Ready or not delizioso e
che ad un certo punto decide di smettere di prendersi sul serio,
diventando auto-ironico e destrutturalizzando in parte quell'aria
così seria che il film sembrava voler mantenere a tutti i costi.
Facendo in questo modo, possiamo accettare tutto dal demone che
strizza l'occhio alla final girls, fino a Grace che comincia con toni
da revenge-movie a incazzarsi sul serio con tanto di fucile a
pallettoni e qualsiasi altra arma trovi in giro (asce, pistole,
balestre).
Per cui come per Babysitter la nostra
Weaving vede di nuovo questa sorta di sacrificio ad una divinità
luciferina con l'aggiunta che qui tale sacrificio ha lo scopo di
continuare la fortuna della ricca famiglia del futuro sposo.
Si ride e tanto in diversi momenti, una
delle componenti della famiglia è così fatta e stordita che uccide
per errore alcune domestiche, bambini mai così stronzi che prendono
troppo sul serio i giochi, una location fotografata in ogni suo più
piccolo nascondiglio e tanta, ma proprio tanta azione con alcuni
dialoghi e qualche colpo di scena che non manca a rendere ancora più
interessante la narrazione e la messa in scena.
Nessun commento:
Posta un commento