Titolo: Hotel Gagarin
Regia: Simone Spada
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 2/5
Cinque italiani squattrinati e in cerca
di successo vengono convinti da un sedicente produttore a girare un
film in Armenia. Appena arrivati all'hotel Gagarin, un albergo
isolato nei boschi e circondato soltanto da neve, scoppia una guerra
e il produttore sparisce con i soldi. I loro sogni vengono infranti,
ma nonostante tutto la troupe trova il modo di trasformare questa
esperienza spiacevole in un'occasione indimenticabile, che farà
ritrovare loro la spensieratezza e la felicità perdute.
Hotel Gagarin continua a promuovere una
certa tendenza del cinema italiano.
Quello di arrovellarsi su se stesso e
decidere di non raccontare di fatto nulla.
Un'idea secondo me non particolarmente
originale ma che poteva creare molto di più grazie all'aiuto del
cast che a parte alcuni nomi, aveva tutti i numeri sulla carta.
E'un film deboluccio, carino,
simpatico, con qualche dialogo e qualche espressione che funziona, ma
in fondo è come il nostro paese, alla fine i film non si fanno
nemmeno in terra straniera.
Avete presente il cinema di Wes
Anderson. E'come se in qualche modo, Spada, avesse preso solo
l'indole malinconica del film cercando di mostrare come in fondo
siamo tutti buoni e cari, ma non sappiamo risolvere niente e siamo
costretti a fare retromarcia quando scopriamo che i soldi che ci
avevano promesso per il film, sono spariti per mano di qualche
burocrate corrotto.
Ora tutto il film al di là delle
coppiette e dei rapporti sociali non dice molto di più.
Con una musica che cerca di rendere
ancora più triste e commovente l'atmosfera (il risultato nel mio
caso è il contrario) non c'è da aggiungere molto su un film che
poteva almeno puntarla su qualche complessa trama governativa come
succedeva nel film Perfect
day o almeno cercare di
far ridere leggermente di più.
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