Titolo: Devil's Candy
Regia: Sean Byrne
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Quella in cui si trasferisce Jesse con
la moglie e la figlia Zooey è la casa dei sogni. Poco importa se il
prezzo è stato abbassato per l’aura misteriosa che la circonda;
meglio ancora, anzi, visto che Jesse, come artista, non se la passa
molto bene. Strane forme iniziano però a dominare i suoi quadri,
forme che evocano il mondo del satanismo. E poi c’è Ray, lo
squilibrato figlio degli ex proprietari, che inizia a importunare
Zooey chiedendole di aiutarlo a tornare a casa: una conferma che
quella di Jesse non è la casa dei sogni, ma degli incubi.
Divertente. Questo è l'assunto con cui
mi sono gustato l'ultimo horror del regista di LOVED ONES (un revenge
movie violentissimo). Spostato in America il regista riesce a
sfruttare un impianto molto abusato nell'horror ovvero quello della
casa infestata più la possessione demoniaca e alcuni attimi di
inaspettata ironia. La storia non sembra aver nulla di nuovo dal
momento che il tema alla fine e poi sempre quello ma già
dall'incipit, dall'incidente scatenante, si intuisce qualcosa
soprattutto nella messa in scena di Byrne, un nostalgico che si
ispira ad alcuni grandi maestri dell'horror senza però copiarli
furbescamente ma rimanendo nella sua idea di cinema.
Ultimamente la musica metal, colonna
sonora fantastica di questo film, sta facendo incetta di film con
opere spesso bizzarre come Deathgasm
e METALHEAD piazzandosi come una specie di mood che si affaccia quasi
sempre al diabolico.
Byrne si vede che cura con precisione
ogni dettaglio della messa in scena e studia attentamente le
inquadrature riuscendo a regalare un'atmosfera importante che il film
raramente perde.
Un horror atipico come vanno di moda
negli ultimi anni prendendosi tante libertà e rischi ma cogliendo e
riuscendo a misurare action, splatter e facendo un accurato uso del
montaggio soprattutto in alcune scene fondamentali.
Nel film il sacrificio è sia
metaforico (la famiglia rispetto alla carriera) sia letterale (i
bambini sacrificati a Satana). Attingendo ai classici film sul tema
(Rosemary’s Baby e Il presagio), volevo dare al film un’eleganza
posata. Ma oltre che classico volevo anche essere audace, dando ai
personaggi una loro ampiezza, in modo che il mondo stesso fosse
straordinariamente interessante. I fratelli Coen e Tarantino sono
stati riferimenti fondamentali in tal senso, perché rappresentano
l’unione di maestria registica e sensibilità.
Sean Byrne - Regista
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