Titolo: Nasty Baby
Regia: Sebastian Silva
Anno: 2015
Paese: Usa
Festival: TFF 33°
Giudizio: 3/5
Freddy è un artista newyorkese
ossessionato dal suo lavoro, una video istallazione sui neonati, e
dall'idea di avere presto un figlio. Legato a Mo, hanno deciso
insieme di avere un bambino da Polly, la loro migliore amica, che ha
messo il suo utero a disposizione. Ma le inseminazioni artificiali
non riescono, e spetterà a Mo, prima riluttante, 'ingravidare' Polly
che finalmente rimane incinta. Nel mentre Bishop, un loro vicino di
casa con problemi di mente e di indigenza, importuna Polly sul
marciapiede e non smette di provocarli. L'intervento di una
poliziotta sembra riportare la calma nel quartiere ma una sera
improvvisamente Bishop incrocia Freddy in un market e le cose
degenerano.
Nasty Baby è il primo film che ho
visto di Silva.
Se da un lato mi ha subito lasciato di
stucco, solamente dopo sono riuscito a rivalutarlo e rendermi conto,
nonostante una messa in scena discutibile, di tutta una serie di
elementi che vengono esaminati e tracciati.
Una commedia nerissima che sembra
partire molto gay-friendly per poi diventare tutt'altra cosa,
giocando e sfidando continuamente la psiche dello spettatore da un
atto all'altro.
Proprio dall'altro il film sembra voler
promuovere un insolito slogan moderno e non affatto banale.
I gay sanno difendersi? Oppure
attenzione al gay che provochi? I gay sono sempre timidi e moderati o
sono anche in grado di essere pericolosi?
Sfatando alcuni stereotipi di genere il
film punta ad un interessante e per certi versi originale spaccato di
realtà, mentre dall'altra parte si dilunga troppo in alcuni
meccanismi che sembrano appesantire e allungare la narrazione.
Un film a metà tra alcuni aspetti ed
equilibri nonchè intenti originali e scoppiettanti e altri elementi
macchinosi, ridondanti e noiosi in un film in linea di massima
sconnesso con un climax finale esagerato e quasi assurdo.
Ho anche apprezzato molto la critica,
se questa ha voluto fare, agli artisti contemporanei, all'arte
contemporanea e alle gallerie e coloro che le gestiscono.
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