Titolo: Voices
Regia: Marjane Satrapi
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Il film racconta di un uomo di nome
Jerry Hickfang che, dopo aver accidentalmente ucciso una donna che è
sua collega nella fabbrica di sanitari dove lavora, inizia a
dialogare con il suo gatto e il suo cane – chiamati Mr. Whiskers e
Bosco, il primo spregiudicato e senza scrupoli, il secondo buono e
ottimista – ascoltando letteralmente i loro consigli sul come
nascondere l’accaduto ed evitare ogni forma di guai.
I film che parlano di schizzofrenia,
malessere esistenziale, solitudine e altre connotazioni strane con
imprevedbili sterzate sul grottesco di solito non mi dispiacciono.
Satrapi aveva fatto molto bene con
PERSEPOLIS donandoci forse il suo film più autoriale e personale.
The Voices è una commedia nera con
protagonista l'antipaticissimo Ryan Reynolds.
E'strano perchè o l'attore ha saputo
per una volta mettere da parte il suo ego e regalare una convincente
performance, oppure è completamente pazzo e allora tutto si spiega.
Optando più per la seconda opzione,
The Voices è un parabola sulla scompensazione legata ai farmaci e
gli effetti collaterali che ne conseguono con tutti i deliri e gli
eccessi possibili.
Il fatto che il film prenda velocemente
una piega slasher riuscendo allo stesso tempo ad apparire demenziale
è una scelta funzionale solo in parte, che sebbene funzioni durante
la prima parte, crolla nel finale diventando ripetitivo e telefonato.
Se nella prima parte i dialoghi
riescono a dare il meglio soprattutto con la morale del gatto
Mr.Whiskers (i felini d'altronde sono troppo avanti rispetto ai cani)
dal secondo tempo in avanti, la costruzione del film vacilla,
diventando troppo scontato e troppo sanguinolento.
Pur essendo un amante di queste
componenti, preferivo la parte in cui Satrapi ha saputo mescolare
meglio le carte e la sceneggiatura, dando più connotazioni al
personaggio e mettendolo di fronte agli effetti provocati
dall'astinenza legata al farmaco mescolando i generi e strizzando
l'occhio al noir contemporaneo e facendo allo stesso tempo una
critica feroce sul potere dei medici, in particolare degli
psichiatri. Le teste nel frigo che parlano e la scomposizione dei
cadaveri mi è sembrata poi noiosa e ridondante, quella ciliegina
sulla torta che cerca l'esagerazione trovando l'estremo opposto.
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