Titolo: Holy Motors
Regia: Leos Carax
Anno: 2012
Paese: Francia
Giudizio: 4/5
Mr. Oscar è un uomo che viaggia da una vita all'altra, di volta in volta boss, assassino, mendicante, creatura mostruosa, un padre... Egli è solo, accompagnato da Céline, signora bionda responsabile della gigantesca macchina che lo trasporta attraverso Parigi e nei dintorni di Parigi, come un killer coscienzioso.
Holy Motors è una piacevole sorpresa e forse potremmo dire un importante punto di svolta per la carriera di Carax e per le sorti di un certo tipo di cinema in generale. Il suo è sempre stato interessante con la piacevolissima sorpresa del film GLI AMANTI DEL POINT-NEUF e con quella che per alcuni film è stata la sua attrice feticcio ovvero la Binoche per poi passare al fenomenale ROSSO SANGUE.
Holy Motors devia nettamente dalla precedente filmografia cercando e rispondendo alla domanda topica su quello che dovrebbe essere una sorta di risveglio dal letargo del consumismo e della stessa natura dell’essere umano che rimanda per certi aspetti al mito della caverna di Platone.
E’un film sulla capacità di creare nuove storie, nuovi personaggi, nuove nature, il tutto abbandonato sulle spalle del convincente Monsieur Oscar, un individuo che non riesce a non assecondare il piacere e che non riesce a non smettere di essere stimolante e creativo.
Un’esistenza di privazioni di distruzioni ma anche di meraviglia e di nuovi affascinanti orizzonti.
Una pellicola ricca di significati e di simboli, alcuni non così evidenti e che richiedono un investimento di concentrazione maggiore, per riuscire alla fine a collegare tutti i fili della vicenda.
Non è vero che il cinema è morto è molti autori lo dimostrano di anno in anno. Carax però da davvero una prova straordinaria di stravolgere la struttura, amare il cinema e tutti i suoi più grandi autori, approfondire con le immagini e non con i dialoghi. Ci si lascia trasportare dalla bellezza estetica e dalla bellezza contenutistica che spinge Oscar ad essere affarista finanziario, vecchia mendicante, performer per realtà virtuali, signor Merde, killer dei bassifondi, vecchio morente, padre di famiglia e altro ancora.
Tanti personaggi, tante catarsi, mai nessuna maschera e tanti quindi piccoli racconti piacevoli, viscerali e spiazzanti.
Oscar ripudia il denaro, mastica i soldi, mangia le dita di una giornalista che gli vuole offrire un servizio fotografico, entra come Gesù nel tempio in una chiesa portando musica gioia e festa e uccide se stesso nei bassifondi.
La cosa più bella alla fine di questo immenso film è la sensazione di essere assolutamente inermi e totalmente in balia degli eventi decisi da un deus ex machina onnipotente.
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